
Politica
Sanità, on. Fucci (Co.R): "Riflettiamo e ripartiamo in una nuova ottica"
"Surreale la vicenda del nuovo Ospedale di Andria. Fatte molte promesse ma finora non ce n’è traccia"
BAT - sabato 24 dicembre 2016
Comunicato Stampa
Proseguono gli interventi in merito alle ultime decisioni della direzione Asl/Bt sul piano di riorganizzazione dei servizi negli ospedali rimasti. Raccogliamo oggi l' intervento di Benedetto Fucci, deputato dei Conservatori e Riformisti.
"Il processo di riorganizzazione della ASL Bat, che in questi giorni ha conosciuto significativi sviluppi, non deve essere strumentalizzato a livello politico, né può essere utilizzato per rivendicazioni di tipo campanilistico. Non solo nel nostro territorio, ma in tutto il Paese, modelli organizzativi e gestionali vanno rivisti a fronte di risorse in calo e di nuove esigenze e richieste di salute. Fatta questa premessa, quanto avvenuto nelle scorse ore – a partire dalla decisione della ASL di spostare i reparti di oculistica, otorinolaringoiatria e nefrologia da Andria a Barletta – impone una riflessione e una sollecitazione.
La riflessione è relativa al fatto che le decisioni della ASL sono conseguenti alle direttive impartite dalla Regione Puglia. Mi domando se e quanto i consiglieri regionali della maggioranza in Consiglio regionale si siano resi conto delle conseguenze del piano per il nostro territorio e, se ciò è avvenuto, cosa abbiano eventualmente deciso di fare. Sottolineo questo elemento perché da parte della maggioranza in Consiglio regionale non è mai emersa la volontà reale di confrontarsi con le opposizioni sul tema cruciale della sanità pubblica. E né, tantomeno, si è palesata una volontà di condividere le decisioni.
Io stesso -prosegue Fucci- alcuni mesi fa avevo invocato l'utilità di creare un tavolo permanente di confronto con la partecipazione di tutti i rappresentanti politici della Bat. L'appello era ovviamente rivolto in primo luogo al PD, forza largamente di maggioranza in Consiglio regionale. Mi sembra che, al di là delle dichiarazioni estemporanee, non c i sia stato un grande impegno nella realtà dei fatti.
La sollecitazione, invece, è volte a tutte le Istituzioni coinvolte nella gestione della sanità a livello regionale e provinciale perché si rimedi a quella che a mio parere è le reale criticità: la mancanza di una visione e di un progetto a cui le inevitabili opere di razionalizzazione organizzativa ed economica dovrebbero essere invece rivolte. La sensazione è che le modifiche all'assetto territoriale della sanità, che si succedono ciclicamente, siano delle sorte di "partite di giro". Ovvero che, detto in termini semplici, a parità di dotazioni e di risorse vengano spostate delle pedine da una parte all'altro del nostro territorio ma senza un reale salto di qualità.
La vicenda ormai surreale del nuovo Ospedale di Andria è un esempio lampante. Ci sono state molte promesse ma finora non ce n'è traccia. Andria è la città più popolosa delle provincia e presenta professionalità importanti nella sanità. Ma invece che ad un potenziamento si assiste a un costante depauperamento. E così non ci sono reali miglioramenti, bensì solo le sommatorie di interventi (i quali, ripeto, visti singolarmente possono avere un senso e una ragion d'essere) senza che vi sia però una visione di insieme innovativa e indirizzata ad aumentare il livello complessivo dei servizi erogati.
Ecco perché lancio un appello: fermiamoci e riflettiamo insieme, maggioranze e opposizioni negli enti locali, su cosa è stato fatto e anche su cosa non è stato finora; analizziamo le questioni (faccio esempi concreti: liste di attesa, stato dei locali ed efficienza complessiva) e lavoriamo per trovare soluzioni. L'impegno deve essere di tutti, in special modo di è stato investito dagli elettori per rappresentare le istanze dei territori".
"Il processo di riorganizzazione della ASL Bat, che in questi giorni ha conosciuto significativi sviluppi, non deve essere strumentalizzato a livello politico, né può essere utilizzato per rivendicazioni di tipo campanilistico. Non solo nel nostro territorio, ma in tutto il Paese, modelli organizzativi e gestionali vanno rivisti a fronte di risorse in calo e di nuove esigenze e richieste di salute. Fatta questa premessa, quanto avvenuto nelle scorse ore – a partire dalla decisione della ASL di spostare i reparti di oculistica, otorinolaringoiatria e nefrologia da Andria a Barletta – impone una riflessione e una sollecitazione.
La riflessione è relativa al fatto che le decisioni della ASL sono conseguenti alle direttive impartite dalla Regione Puglia. Mi domando se e quanto i consiglieri regionali della maggioranza in Consiglio regionale si siano resi conto delle conseguenze del piano per il nostro territorio e, se ciò è avvenuto, cosa abbiano eventualmente deciso di fare. Sottolineo questo elemento perché da parte della maggioranza in Consiglio regionale non è mai emersa la volontà reale di confrontarsi con le opposizioni sul tema cruciale della sanità pubblica. E né, tantomeno, si è palesata una volontà di condividere le decisioni.
Io stesso -prosegue Fucci- alcuni mesi fa avevo invocato l'utilità di creare un tavolo permanente di confronto con la partecipazione di tutti i rappresentanti politici della Bat. L'appello era ovviamente rivolto in primo luogo al PD, forza largamente di maggioranza in Consiglio regionale. Mi sembra che, al di là delle dichiarazioni estemporanee, non c i sia stato un grande impegno nella realtà dei fatti.
La sollecitazione, invece, è volte a tutte le Istituzioni coinvolte nella gestione della sanità a livello regionale e provinciale perché si rimedi a quella che a mio parere è le reale criticità: la mancanza di una visione e di un progetto a cui le inevitabili opere di razionalizzazione organizzativa ed economica dovrebbero essere invece rivolte. La sensazione è che le modifiche all'assetto territoriale della sanità, che si succedono ciclicamente, siano delle sorte di "partite di giro". Ovvero che, detto in termini semplici, a parità di dotazioni e di risorse vengano spostate delle pedine da una parte all'altro del nostro territorio ma senza un reale salto di qualità.
La vicenda ormai surreale del nuovo Ospedale di Andria è un esempio lampante. Ci sono state molte promesse ma finora non ce n'è traccia. Andria è la città più popolosa delle provincia e presenta professionalità importanti nella sanità. Ma invece che ad un potenziamento si assiste a un costante depauperamento. E così non ci sono reali miglioramenti, bensì solo le sommatorie di interventi (i quali, ripeto, visti singolarmente possono avere un senso e una ragion d'essere) senza che vi sia però una visione di insieme innovativa e indirizzata ad aumentare il livello complessivo dei servizi erogati.
Ecco perché lancio un appello: fermiamoci e riflettiamo insieme, maggioranze e opposizioni negli enti locali, su cosa è stato fatto e anche su cosa non è stato finora; analizziamo le questioni (faccio esempi concreti: liste di attesa, stato dei locali ed efficienza complessiva) e lavoriamo per trovare soluzioni. L'impegno deve essere di tutti, in special modo di è stato investito dagli elettori per rappresentare le istanze dei territori".