Attualità
Riscoprire il disegno della città
Riflessioni di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria
Andria - venerdì 10 luglio 2020
06.30
Non ho dubbi: saranno tutti interessanti i programmi che ciascuna forza politica illustrerà per la nostra Città. Lo colgo dalle prime battute della campagna elettorale, dalle prime presentazioni dei candidati sindaci.
La vado già immaginando la nostra città alla luce di tali programmi: Risposte concrete alla crisi economica, politica e di senso prodotta in questi ultimi mesi sui ceti popolari e sul ceto medio impoverito; una città più bella, più pulita, armoniosa, meno individualista, in dialogo con altre città, piena di ispirazioni artistiche. Una città che, anche se vuota, anche da sola dovrebbe toccare il cuore di chi vi passa o solo la visita.
Un solo e grande timore! Sarà tutto frutto e darà frutto di unità? Cioè, si sarà capaci di tenere unita la città come unico e solo e vero bene? Si sarà capaci di costruire relazioni nuove, fraterne anche in politica e fra politici superando così l'idea del "nemico"?
Se così sarà, allora sì che inizierà un nuovo cammino e vivremo la città. Non la subiremo nei giorni lavorativi né la fuggiremo nei fine settimana. Da bravi Samaritani invece ce ne ri-prenderemo cura, a cominciare e ricominciare dagli ultimi; conosceremo meglio le sue risorse e le sue ferite ripercorrendo le sue vicende storiche fino a riscoprirne la sua ragion d'essere, la sua vocazione e concorrere a realizzarla, interpellando e stimolando le istituzioni.
Perché vivere la città – tanto più nella logica della fraternità – significa amarla e farla amare, far rinascere la passione nei gruppi delusi e nei singoli rassegnati, porre domande e offrire proposte.
E' un sogno? Sfido chiunque a farne uno più bello!
La vado già immaginando la nostra città alla luce di tali programmi: Risposte concrete alla crisi economica, politica e di senso prodotta in questi ultimi mesi sui ceti popolari e sul ceto medio impoverito; una città più bella, più pulita, armoniosa, meno individualista, in dialogo con altre città, piena di ispirazioni artistiche. Una città che, anche se vuota, anche da sola dovrebbe toccare il cuore di chi vi passa o solo la visita.
Un solo e grande timore! Sarà tutto frutto e darà frutto di unità? Cioè, si sarà capaci di tenere unita la città come unico e solo e vero bene? Si sarà capaci di costruire relazioni nuove, fraterne anche in politica e fra politici superando così l'idea del "nemico"?
Se così sarà, allora sì che inizierà un nuovo cammino e vivremo la città. Non la subiremo nei giorni lavorativi né la fuggiremo nei fine settimana. Da bravi Samaritani invece ce ne ri-prenderemo cura, a cominciare e ricominciare dagli ultimi; conosceremo meglio le sue risorse e le sue ferite ripercorrendo le sue vicende storiche fino a riscoprirne la sua ragion d'essere, la sua vocazione e concorrere a realizzarla, interpellando e stimolando le istituzioni.
Perché vivere la città – tanto più nella logica della fraternità – significa amarla e farla amare, far rinascere la passione nei gruppi delusi e nei singoli rassegnati, porre domande e offrire proposte.
E' un sogno? Sfido chiunque a farne uno più bello!