Commento
Riccardo Suriano: "Abbondanti i fondi, scarsi i progetti!"
"Ad Andria patrimonio eccezionale, ma da vent'anni non è cambiato nulla"
Andria - venerdì 10 marzo 2017
Una ricchezza immensa sotto tutti i punti di vista, ma non sfruttata come meriterebbe. E' questo, in sintesi, il pensiero del prof. Riccardo Suriano, che esprime considerazioni in merito alle bellezze della terra federiciana in confronto con la città di Matera, ben più avanti a livello di turismo rispetto al nostro territorio: «Matera era una mera cittadina della Basilicata, nota solo per i suoi antichi "Sassi", visti e riproposti dai testi scolastici di geografia. Quartieri fatiscenti, degradati, inospitali, oggetto di culto e di ricerca da parte degli antropologi italiani. Nel secondo dopoguerra del Novecento, all'epoca del boom economico, i Sassi furono abbandonati quasi completamente dai materani per vivere... meglio nella parte più moderna della città. Fu un esodo inarrestabile! I Sassi divennero una città fantasma, indesiderata e indesiderabile. Allorchè l'UNESCO la annoverò nel patrimonio mondiale dell'umanità: questo accadde nel '19, la situazione di Matera cambiò completamente. Furono aperti una miriade di cantieri edili.
I Sassi tornarono di moda. Davvero si mise in moto un'attività massiccia e sconvolgente di recupero urbano. Le chiese rupestri, gli antichi palazzi nobiliari, le modeste abitazioni private furono sottoposte a uno straordinario makillage. Soprattutto le chiese rupestri (se ne contavano oltre 100 nei Sassi!) furono aperte, esplorate, restaurate, valorizzate! Anche modeste casupole furono riportate allo splendore d'un tempo remoto. I materani diedero impulso a un intenso fenomeno di ritorno nei vecchi quartieri dei Sassi. Dove si moltiplicarono le attività artigianali, commerciali, artistiche e culturali. Grazie all'UNESCO Matera antica tornò a vivere, anzi tornò a vivere l'intera città lucana. E la regione Basilicata anche!
Oggi, scelta come capitale europea della cultura, per l'anno 2019, accoglie turisti provenienti da ogni parte della nostra penisola, dell'Europa e del mondo. Sempre più spesso nei suoi meandri, nei suoi vicoli, nelle sue graziose piazzette, pullulano francesi, inglesi, tedeschi, ed anche americani, giapponesi e cinesi. Passeggiano nei "Sassi", come a Parigi, a Londra, a Roma, a Berlino, a New York.
L'UNESCO prima, l'Unione Europea dopo, insieme ai film più recenti della cinematografia hollywoodiana, l'hanno resa celebre in tutto il mondo. Una curiosità: mentre a Venezia i turisti visitano la città in gondola, a Matera hanno "inventato" il treruote, coloratissimo e attraente, come mezzo di trasporto facile e sicuro, che permette di spostarsi in lungo e in largo nei quartieri dei Sassi per nulla agevoli. E Andria?... dopo la nomina di Castel del Monte, venti anni fa, patrimonio mondiale dell'umanità, in Andria non è accaduto proprio nulla di tutto questo.
Peccato! Abbiamo un borgo antico estesissimo, invidiato e invidiabile. Vicoli, viuzze e vicoli straordinari! Meravigliose chiese medievali. Lauree basiliane di incredibile grandezza e di rara bellezza. Angoli unici, come il 1° Vicolo San Bartolomeo, la via più piccola del mondo. Un Museo del confetto unico al mondo. Un patrimonio storico, urbano, architettonico, artistico, culturale eccezionale, al quale si aggiungerà il Museo diocesano entro l'anno (al dire del nuovo Vescovo di Andria, S. E. Mons. Luigi Mansi).
Nonostante tutto ciò, Andria non è cambiata come Matera. Gli interventi pubblici di recupero, restauro e valorizzazione della città medievale sono stati e sono molto limitati. I fondi strutturali europei erano e sono abbandonati, i progetti scarseggiano. Davvero un peccato!
Forse abbiamo perso il treno che avrebbe potuto cambiare il volto della città. Pur tuttavia sono convinto che non è mai troppo tardi. Non è mai troppo tardi collegare il destino di Andria a quello di Castel del Monte. Tutti gli sforzi della classe politica e dirigenziale della nostra città dovrebbero indirizzarsi in questa direzione. Castel del Monte è fonte di ricchezza. Anche Andria dovrebbe diventarlo».
I Sassi tornarono di moda. Davvero si mise in moto un'attività massiccia e sconvolgente di recupero urbano. Le chiese rupestri, gli antichi palazzi nobiliari, le modeste abitazioni private furono sottoposte a uno straordinario makillage. Soprattutto le chiese rupestri (se ne contavano oltre 100 nei Sassi!) furono aperte, esplorate, restaurate, valorizzate! Anche modeste casupole furono riportate allo splendore d'un tempo remoto. I materani diedero impulso a un intenso fenomeno di ritorno nei vecchi quartieri dei Sassi. Dove si moltiplicarono le attività artigianali, commerciali, artistiche e culturali. Grazie all'UNESCO Matera antica tornò a vivere, anzi tornò a vivere l'intera città lucana. E la regione Basilicata anche!
Oggi, scelta come capitale europea della cultura, per l'anno 2019, accoglie turisti provenienti da ogni parte della nostra penisola, dell'Europa e del mondo. Sempre più spesso nei suoi meandri, nei suoi vicoli, nelle sue graziose piazzette, pullulano francesi, inglesi, tedeschi, ed anche americani, giapponesi e cinesi. Passeggiano nei "Sassi", come a Parigi, a Londra, a Roma, a Berlino, a New York.
L'UNESCO prima, l'Unione Europea dopo, insieme ai film più recenti della cinematografia hollywoodiana, l'hanno resa celebre in tutto il mondo. Una curiosità: mentre a Venezia i turisti visitano la città in gondola, a Matera hanno "inventato" il treruote, coloratissimo e attraente, come mezzo di trasporto facile e sicuro, che permette di spostarsi in lungo e in largo nei quartieri dei Sassi per nulla agevoli. E Andria?... dopo la nomina di Castel del Monte, venti anni fa, patrimonio mondiale dell'umanità, in Andria non è accaduto proprio nulla di tutto questo.
Peccato! Abbiamo un borgo antico estesissimo, invidiato e invidiabile. Vicoli, viuzze e vicoli straordinari! Meravigliose chiese medievali. Lauree basiliane di incredibile grandezza e di rara bellezza. Angoli unici, come il 1° Vicolo San Bartolomeo, la via più piccola del mondo. Un Museo del confetto unico al mondo. Un patrimonio storico, urbano, architettonico, artistico, culturale eccezionale, al quale si aggiungerà il Museo diocesano entro l'anno (al dire del nuovo Vescovo di Andria, S. E. Mons. Luigi Mansi).
Nonostante tutto ciò, Andria non è cambiata come Matera. Gli interventi pubblici di recupero, restauro e valorizzazione della città medievale sono stati e sono molto limitati. I fondi strutturali europei erano e sono abbandonati, i progetti scarseggiano. Davvero un peccato!
Forse abbiamo perso il treno che avrebbe potuto cambiare il volto della città. Pur tuttavia sono convinto che non è mai troppo tardi. Non è mai troppo tardi collegare il destino di Andria a quello di Castel del Monte. Tutti gli sforzi della classe politica e dirigenziale della nostra città dovrebbero indirizzarsi in questa direzione. Castel del Monte è fonte di ricchezza. Anche Andria dovrebbe diventarlo».