
Commento
Parere sull'Accordo di Programma per il Nuovo Ospedale di Andria: Premesse territoriali e dimensionali
La nota a firma del Consigliere comunale Michele Di Lorenzo e di Nadia Pistillo del Forum Ambientalista Andria
Andria - giovedì 7 agosto 2025
21.39
Un parere sull'Accordo di Programma per il Nuovo Ospedale di Andria, con premesse territoriali e dimensionali, giunge dal Consigliere comunale Michele Di Lorenzo e da Nadia Pistillo del Forum Ambientalista Andria.
«L'intervento in oggetto prevede la realizzazione di una struttura ospedaliera su un'area di 19 ettari, corrispondenti a 190.000 metri quadrati. Per comprendere appieno l'entità di questo intervento, è utile ricorrere a paragoni concreti: stiamo parlando di un'estensione equivalente a circa 27 campi da calcio regolamentari, oppure a 293 campi da tennis o ancora a 452 campi da basket. Per offrire un ulteriore termine di paragone di rilevanza internazionale, questi 19 ettari rappresentano circa la metà dell'intera Città del Vaticano, che si estende su 44 ettari. In termini lineari, si tratta di un'area che, se configurata come un quadrato, avrebbe lati di oltre 430 metri ciascuno.
Questa dimensione ci fa immediatamente comprendere che non si tratta di un intervento minore, ma di una trasformazione territoriale di notevole impatto, paragonabile all'occupazione di un intero quartiere residenziale o di un grande parco urbano. L'opera presenta indubbiamente elementi di pregio dal punto di vista della pianificazione sanitaria territoriale. Il percorso partecipato condotto con i Comuni della Provincia BAT ha portato all'individuazione di una localizzazione strategicamente ottimale: la posizione nel Comune di Andria risulta infatti baricentrica rispetto al bacino demografico di riferimento e garantisce un'accessibilità efficace grazie alla presenza di collegamenti stradali extraurbani, sia statali che provinciali, che permettono un agevole raggiungimento da tutti i comuni circostanti. Questo approccio metodologico, che ha coinvolto le amministrazioni locali tanto nella fase di individuazione dell'area quanto nel dimensionamento e nelle modalità realizzative, testimonia una pianificazione responsabile e condivisa, elemento non scontato in progetti di questa portata. Criticità ambientali e sproporzioni compensative Tuttavia, proprio l'estensione dell'intervento - quei 27 campi da calcio di territorio che verranno trasformati- evidenzia in modo plastico l'inadeguatezza delle misure di mitigazione ambientale previste.
La proposta dicompensare l'impatto attraverso il rimpianto di soli 844 alberi di ulivo appare, francamente, ridicola se rapportata alla dimensione dell'intervento. Per rendere ancora più evidente questa sproporzione: se immaginassimo di distribuire uniformemente questi 844 ulivi sui 190.000 metri quadrati dell'area, avremmo un albero ogni 225 metri quadrati, una densità irrisoria che non può in alcun modo compensare la perdita di suolo agricolo e l'impatto ecosistemico di una struttura ospedaliera di questa portata. La questione dell'impronta ecologica irrisolta. Particolarmente preoccupante è il fatto che la pesante impronta ecologica dell'intervento non sia stata affrontata e risolta preventivamente, come invece dovrebbe accadere in una corretta procedura di valutazione ambientale.
Trasformare un'area equivalente a 27 campi da calcio da territorio agricolo a complesso ospedaliero comporta inevitabilmente:
Impermeabilizzazione massiva del suolo:
- Alterazione dei deflussi idrici superficiali
- Perdita di habitat e biodiversità Incremento del traffico veicolare
- Aumento del consumo energetico e delle emissioni
Questi impatti, su un'estensione così vasta, richiederebbero misure compensative e mitigative di ben altra portata e articolazione. Pur riconoscendo l'importanza strategica dell'intervento per il sistema sanitario della Provincia BAT e apprezzando l'approccio partecipativo adottato nella fase di pianificazione, non possiamo che esprimere serie riserve sulle modalità con cui si intende affrontare l'impatto ambientale dell'opera. Un parere favorevole all'accordo di programma che però non può mancare di evidenziare l'assenza di mitigazione ambientale, poiché non si ha notizie, al netto delle misure di efficientamento energetico e sostenibilità ambientale della struttura che si danno per scontato, di
1. Un piano di compensazione ecologica proporzionato ai 19 ettari interessati
2. Interventi di rinaturalizzazione e riqualificazione ambientale su aree limitrofe
3. Corridoi ecologici e aree verdi integrate nel progetto. Solo attraverso un approccio più equilibrato tra le legittime esigenze sanitarie del territorio e la necessaria tutela ambientale sarà possibile trasformare quelli che oggi sono 27 campi da calcio di territorio agricolo in un'infrastruttura che sia davvero al servizio della comunità, senza compromettere irreversibilmente l'ecosistema locale».
«L'intervento in oggetto prevede la realizzazione di una struttura ospedaliera su un'area di 19 ettari, corrispondenti a 190.000 metri quadrati. Per comprendere appieno l'entità di questo intervento, è utile ricorrere a paragoni concreti: stiamo parlando di un'estensione equivalente a circa 27 campi da calcio regolamentari, oppure a 293 campi da tennis o ancora a 452 campi da basket. Per offrire un ulteriore termine di paragone di rilevanza internazionale, questi 19 ettari rappresentano circa la metà dell'intera Città del Vaticano, che si estende su 44 ettari. In termini lineari, si tratta di un'area che, se configurata come un quadrato, avrebbe lati di oltre 430 metri ciascuno.
Questa dimensione ci fa immediatamente comprendere che non si tratta di un intervento minore, ma di una trasformazione territoriale di notevole impatto, paragonabile all'occupazione di un intero quartiere residenziale o di un grande parco urbano. L'opera presenta indubbiamente elementi di pregio dal punto di vista della pianificazione sanitaria territoriale. Il percorso partecipato condotto con i Comuni della Provincia BAT ha portato all'individuazione di una localizzazione strategicamente ottimale: la posizione nel Comune di Andria risulta infatti baricentrica rispetto al bacino demografico di riferimento e garantisce un'accessibilità efficace grazie alla presenza di collegamenti stradali extraurbani, sia statali che provinciali, che permettono un agevole raggiungimento da tutti i comuni circostanti. Questo approccio metodologico, che ha coinvolto le amministrazioni locali tanto nella fase di individuazione dell'area quanto nel dimensionamento e nelle modalità realizzative, testimonia una pianificazione responsabile e condivisa, elemento non scontato in progetti di questa portata. Criticità ambientali e sproporzioni compensative Tuttavia, proprio l'estensione dell'intervento - quei 27 campi da calcio di territorio che verranno trasformati- evidenzia in modo plastico l'inadeguatezza delle misure di mitigazione ambientale previste.
La proposta dicompensare l'impatto attraverso il rimpianto di soli 844 alberi di ulivo appare, francamente, ridicola se rapportata alla dimensione dell'intervento. Per rendere ancora più evidente questa sproporzione: se immaginassimo di distribuire uniformemente questi 844 ulivi sui 190.000 metri quadrati dell'area, avremmo un albero ogni 225 metri quadrati, una densità irrisoria che non può in alcun modo compensare la perdita di suolo agricolo e l'impatto ecosistemico di una struttura ospedaliera di questa portata. La questione dell'impronta ecologica irrisolta. Particolarmente preoccupante è il fatto che la pesante impronta ecologica dell'intervento non sia stata affrontata e risolta preventivamente, come invece dovrebbe accadere in una corretta procedura di valutazione ambientale.
Trasformare un'area equivalente a 27 campi da calcio da territorio agricolo a complesso ospedaliero comporta inevitabilmente:
Impermeabilizzazione massiva del suolo:
- Alterazione dei deflussi idrici superficiali
- Perdita di habitat e biodiversità Incremento del traffico veicolare
- Aumento del consumo energetico e delle emissioni
Questi impatti, su un'estensione così vasta, richiederebbero misure compensative e mitigative di ben altra portata e articolazione. Pur riconoscendo l'importanza strategica dell'intervento per il sistema sanitario della Provincia BAT e apprezzando l'approccio partecipativo adottato nella fase di pianificazione, non possiamo che esprimere serie riserve sulle modalità con cui si intende affrontare l'impatto ambientale dell'opera. Un parere favorevole all'accordo di programma che però non può mancare di evidenziare l'assenza di mitigazione ambientale, poiché non si ha notizie, al netto delle misure di efficientamento energetico e sostenibilità ambientale della struttura che si danno per scontato, di
1. Un piano di compensazione ecologica proporzionato ai 19 ettari interessati
2. Interventi di rinaturalizzazione e riqualificazione ambientale su aree limitrofe
3. Corridoi ecologici e aree verdi integrate nel progetto. Solo attraverso un approccio più equilibrato tra le legittime esigenze sanitarie del territorio e la necessaria tutela ambientale sarà possibile trasformare quelli che oggi sono 27 campi da calcio di territorio agricolo in un'infrastruttura che sia davvero al servizio della comunità, senza compromettere irreversibilmente l'ecosistema locale».