
Attualità
Paolo Borrometi con il libro "Un morto ogni tanto", squarcia il velo della mafia più occulta
A Geniu loci ed al liceo Scientifico "R. Nuzzi" svelati alcuni degli aneddoti di una raccapricciante realtà, capace di minare la nostra democrazia
Andria - sabato 13 aprile 2019
19.27
Giovane, ma deciso e già conoscitore di cosa rappresenta la mafia, il suo potere condizionante in un tessuto sociale ed economico.
Il giornalista ragusano Paolo Borrometi ha presentato ad Andria il suo libro d'esordio, dal titolo "Un morto ogni tanto", edito da Solferino.
Sia ieri sera, venerdì 12 Aprile presso "Genius Loci", con l' intervento di Giannicola Sinisi, sostituto Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Bari che questa mattina, presso il liceo scientifico "Riccardo Nuzzi" di Andria, due iniziative entrambe fortemente volute dall'avv. Michele Caldarola, referente Presidio Libera "Renata Forte" di Andria -e che ieri sera hanno visto anche l'intervento del giornalista Vittorio Massaro-, è stato riproposto, ove mai ve ne fosse ancora bisogno, di quanto deleteria sia la presenza della mafia, della criminalità organizzata, nel plagiare la democrazia, il vivere quotidiano, quello fatto dei rapporti umani ed economici anche i più semplici. In una visione permeata al malaffare, al profitto attraverso gli affari più loschi, dalla droga alla corruzione che inquinano sia fuori che dal di dentro la c.d. società, con i suoi apparati, come ad esempio le istituzioni o il mondo dell'economia si è soffermato Paolo Borrometi, incalzato dalle domande di molti degli studenti del liceo "R. Nuzzi".
Paolo Borrometi ha spiegato infatti, ai tanti che hanno voluto prendere parte a questi due incontri, come nessun territorio può rimanere immune dal malaffare, vedasi la Puglia, dove è da tempo che si invoca una maggiore presenza dello Stato, vedasi quanto accaduto stamattina a Cagnano Varano ed a cui Paolo e Michele hanno voluto rendere omaggio, commossi, al 46 enne Maresciallo dei Carabinieri Vincenzo Di Gennaro, originario di San Severo, trucidato da un pregiudicato che già aveva minacciato ritorsioni nei confronti delle Forze dell'Ordine.
"Servono incontri come questi per affermare la nostra attenzione verso il rispetto delle istituzioni, dei principi della legalità. Nessun luogo può ritenersi immune dalla mafia. Per troppo tempo, la zona più ricca della Sicilia, quella da cui provengo, tra Ragusa e Siracusa, che ricordo ha la più alta concentrazione di sportelli bancari d'Italia, si è detto che qui era tutto tranquillo. Invece anche qui la mafia vive e prospera, eccome. La mafia si radica dove può prosperare, dove trova terreno fertile. Tocca ad ognuno di noi quindi, nel rispettare la legge, tenere lontani la mafia ed il malaffare dalla politica, dagli affari, dai rapporti con le istituzioni".
Paolo Borrometi lo ha scoperto direttamente, senza temere che con le proprie indagini, le inchieste svolte dal suo sito indipendente La Spia.it, poteva finire minacciato e quindi vivere sotto scorta armata, h24. Adesso quegli intrecci tra mafia e politica e gli affari sporchi che fioriscono all'ombra di quelli legali, Paolo li ha raccontati "in presa diretta", nel suo libro inchiesta dal titolo "Un morto ogni tanto", edito da Solferino, ma che preannuncia altri sviluppi, altre importanti testimonianze su cui tutti dobbiamo riflettere e quindi comprendere che senza un rifiuto netto, deciso ed incondizionato non sarà possibile combattere il potere occulto, che crede che uno Stato considerato assente, possa permettere di poter vivere e prosperare sulla pelle della gente onesta.
E se lo Stato siamo noi, nessuno escluso allora è dovere civile e morale, come ha sottolineato l'avv. Michele Caldarone, referente per Andria di Libera, battersi nel quotidiano affinchè i valori quali giustizia e rispetto verso il prossimo, siano un normale modus operandi, dove sia lo Stato e non i poteri occulti o semi occulti ad avere il controllo del territorio. Permettere ciò equivale per lo Stato, ovvero per tutti noi, spogliarci delle nostre libertà.
Il giornalista ragusano Paolo Borrometi ha presentato ad Andria il suo libro d'esordio, dal titolo "Un morto ogni tanto", edito da Solferino.
Sia ieri sera, venerdì 12 Aprile presso "Genius Loci", con l' intervento di Giannicola Sinisi, sostituto Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Bari che questa mattina, presso il liceo scientifico "Riccardo Nuzzi" di Andria, due iniziative entrambe fortemente volute dall'avv. Michele Caldarola, referente Presidio Libera "Renata Forte" di Andria -e che ieri sera hanno visto anche l'intervento del giornalista Vittorio Massaro-, è stato riproposto, ove mai ve ne fosse ancora bisogno, di quanto deleteria sia la presenza della mafia, della criminalità organizzata, nel plagiare la democrazia, il vivere quotidiano, quello fatto dei rapporti umani ed economici anche i più semplici. In una visione permeata al malaffare, al profitto attraverso gli affari più loschi, dalla droga alla corruzione che inquinano sia fuori che dal di dentro la c.d. società, con i suoi apparati, come ad esempio le istituzioni o il mondo dell'economia si è soffermato Paolo Borrometi, incalzato dalle domande di molti degli studenti del liceo "R. Nuzzi".
Paolo Borrometi ha spiegato infatti, ai tanti che hanno voluto prendere parte a questi due incontri, come nessun territorio può rimanere immune dal malaffare, vedasi la Puglia, dove è da tempo che si invoca una maggiore presenza dello Stato, vedasi quanto accaduto stamattina a Cagnano Varano ed a cui Paolo e Michele hanno voluto rendere omaggio, commossi, al 46 enne Maresciallo dei Carabinieri Vincenzo Di Gennaro, originario di San Severo, trucidato da un pregiudicato che già aveva minacciato ritorsioni nei confronti delle Forze dell'Ordine.
"Servono incontri come questi per affermare la nostra attenzione verso il rispetto delle istituzioni, dei principi della legalità. Nessun luogo può ritenersi immune dalla mafia. Per troppo tempo, la zona più ricca della Sicilia, quella da cui provengo, tra Ragusa e Siracusa, che ricordo ha la più alta concentrazione di sportelli bancari d'Italia, si è detto che qui era tutto tranquillo. Invece anche qui la mafia vive e prospera, eccome. La mafia si radica dove può prosperare, dove trova terreno fertile. Tocca ad ognuno di noi quindi, nel rispettare la legge, tenere lontani la mafia ed il malaffare dalla politica, dagli affari, dai rapporti con le istituzioni".
Paolo Borrometi lo ha scoperto direttamente, senza temere che con le proprie indagini, le inchieste svolte dal suo sito indipendente La Spia.it, poteva finire minacciato e quindi vivere sotto scorta armata, h24. Adesso quegli intrecci tra mafia e politica e gli affari sporchi che fioriscono all'ombra di quelli legali, Paolo li ha raccontati "in presa diretta", nel suo libro inchiesta dal titolo "Un morto ogni tanto", edito da Solferino, ma che preannuncia altri sviluppi, altre importanti testimonianze su cui tutti dobbiamo riflettere e quindi comprendere che senza un rifiuto netto, deciso ed incondizionato non sarà possibile combattere il potere occulto, che crede che uno Stato considerato assente, possa permettere di poter vivere e prosperare sulla pelle della gente onesta.
E se lo Stato siamo noi, nessuno escluso allora è dovere civile e morale, come ha sottolineato l'avv. Michele Caldarone, referente per Andria di Libera, battersi nel quotidiano affinchè i valori quali giustizia e rispetto verso il prossimo, siano un normale modus operandi, dove sia lo Stato e non i poteri occulti o semi occulti ad avere il controllo del territorio. Permettere ciò equivale per lo Stato, ovvero per tutti noi, spogliarci delle nostre libertà.