
Politica
Olio dalla Tunisia: l'interrogazione del Sen. Quagliariello (Idea) a difesa degli olivicoltori andriesi
"Quali iniziative per tutelare produttori danneggiati dalle calamità atmosferiche e consumatori italiani?"
Andria - giovedì 2 agosto 2018
9.13
In merito alle importazioni di olio dalla Tunisia, il Sen. Gaetano Quagliariello (Idea) ha presentato in aula un'interrogazione parlamentare presentata con cui si interroga il Ministro Centinaio.
Tanto si rende necessario a tutela degli olivicoltori andriesi e più in generale pugliesi in un momento così difficile a causa anche delle ultime calamità atmosferiche che hanno seriamente danneggiato il prodotto olive procurando un danno in alcune zone delle Provincie di Foggia, BAT e Bari di circa l'80% del presunto raccolto.
A renderlo noto è Francesco Losito, Coordinatore regionale Idea. Di seguito l'interrogazione:
Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro per gli affari europei.
Premesso che:
da fonti stampa é emerso che secondo l'associazione Coldiretti da inizio anno l'importazione in Italia di olio d'oliva proveniente dalla Tunisia sarebbe aumentata del 260%, facendo registrare una vera e propria impennata;
nel 2016 la Commissione europea aveva concesso alla Tunisia due contingenti temporanei a dazio zero per le esportazione di olio dirette verso l'Unione europea, in particolare 35 mila tonnellate all'anno per il 2016 e il 2017 al fine di cercare di sostenere la difficile situazione socio-economica del Paese;
dalla relazione della Commissione europea risulta che il Paese non ne avrebbe usufruito quasi per nulla, avendo esportato verso l'Unione tra il 2016 e il 2017 solo 2.557 delle settantamila tonnellate accordate;
sempre secondo fonti stampa, la Tunisia avrebbe chiesto all'Unione europea di rinnovare la concessione di nuove quote di export a dazio zero verso la stessa Unione, motivando la richiesta con il fatto che l'agricoltura tunisina si è riorganizzata tanto da prevedere un raddoppio della produzione di olio d'oliva per il 2018. Questo salto avrebbe permesso, già nel primo quadrimestre del 2018, alla Tunisia di esportare verso l'Italia ben 26mila tonnellate di olio d'oliva;
Preso atto che:
nel 2017 la produzione dell'Italia, che è il secondo produttore mondiale dopo la Spagna, è stata di 429 mila tonnellate, e che il costo di produzione dell'olio in Tunisia risulta pari a circa due euro al litro, contro il corrispondente costo di produzione italiano pari a circa sette euro al litro (fonte Coldiretti);
qualora si permettesse alla Tunisia di sfruttare le quote non utilizzate per gli anni passati, pari a poco meno di 70 mila tonnellate, e contemporaneamente, se ne aggiungessero altrettante per il 2018 e, il 2019, ci si troverebbe di fronte a un'invasione di olio tunisino e la produzione italiana ne uscirebbe gravemente penalizzata;
Considerato infine che:
L'olio importato, di bassa qualità rispetto a quello italiano, viene spesso commercializzato dalle multinazionali sotto la copertura di ex marchi nazionali ceduti all'estero per dare una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno di produttori e di consumatori.
Si chiede di sapere:
di quali informazioni dispongano in merito alle notizie riportate in premessa e se le stesse trovino conferma;
quali iniziative intendano assumere, anche in sede europea, volte alla tutela dei prodotti, degli agricoltori e dei consumatori italiani, oltre che dell'economia di alcune regioni italiane.
Tanto si rende necessario a tutela degli olivicoltori andriesi e più in generale pugliesi in un momento così difficile a causa anche delle ultime calamità atmosferiche che hanno seriamente danneggiato il prodotto olive procurando un danno in alcune zone delle Provincie di Foggia, BAT e Bari di circa l'80% del presunto raccolto.
A renderlo noto è Francesco Losito, Coordinatore regionale Idea. Di seguito l'interrogazione:
Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro per gli affari europei.
Premesso che:
da fonti stampa é emerso che secondo l'associazione Coldiretti da inizio anno l'importazione in Italia di olio d'oliva proveniente dalla Tunisia sarebbe aumentata del 260%, facendo registrare una vera e propria impennata;
nel 2016 la Commissione europea aveva concesso alla Tunisia due contingenti temporanei a dazio zero per le esportazione di olio dirette verso l'Unione europea, in particolare 35 mila tonnellate all'anno per il 2016 e il 2017 al fine di cercare di sostenere la difficile situazione socio-economica del Paese;
dalla relazione della Commissione europea risulta che il Paese non ne avrebbe usufruito quasi per nulla, avendo esportato verso l'Unione tra il 2016 e il 2017 solo 2.557 delle settantamila tonnellate accordate;
sempre secondo fonti stampa, la Tunisia avrebbe chiesto all'Unione europea di rinnovare la concessione di nuove quote di export a dazio zero verso la stessa Unione, motivando la richiesta con il fatto che l'agricoltura tunisina si è riorganizzata tanto da prevedere un raddoppio della produzione di olio d'oliva per il 2018. Questo salto avrebbe permesso, già nel primo quadrimestre del 2018, alla Tunisia di esportare verso l'Italia ben 26mila tonnellate di olio d'oliva;
Preso atto che:
nel 2017 la produzione dell'Italia, che è il secondo produttore mondiale dopo la Spagna, è stata di 429 mila tonnellate, e che il costo di produzione dell'olio in Tunisia risulta pari a circa due euro al litro, contro il corrispondente costo di produzione italiano pari a circa sette euro al litro (fonte Coldiretti);
qualora si permettesse alla Tunisia di sfruttare le quote non utilizzate per gli anni passati, pari a poco meno di 70 mila tonnellate, e contemporaneamente, se ne aggiungessero altrettante per il 2018 e, il 2019, ci si troverebbe di fronte a un'invasione di olio tunisino e la produzione italiana ne uscirebbe gravemente penalizzata;
Considerato infine che:
L'olio importato, di bassa qualità rispetto a quello italiano, viene spesso commercializzato dalle multinazionali sotto la copertura di ex marchi nazionali ceduti all'estero per dare una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno di produttori e di consumatori.
Si chiede di sapere:
di quali informazioni dispongano in merito alle notizie riportate in premessa e se le stesse trovino conferma;
quali iniziative intendano assumere, anche in sede europea, volte alla tutela dei prodotti, degli agricoltori e dei consumatori italiani, oltre che dell'economia di alcune regioni italiane.