Tangenziale Ovest Andria
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Nuova bretella/tangenziale ovest: l'impresa Doronzo aggiudicataria dei lavori chiede che l'opera venga realizzata

Notificato alla Presidenza del consiglio comunale e a tutti i consiglieri comunali una missiva che sarà discussa nel consiglio comunale del 10 luglio

Un convitato di pietra parteciperà al consiglio comunale del prossimo 10 luglio, quando la massima rappresentanza politico/amministrativa discuterà dell'esecuzione dell'appalto relativo alla costruzione della nuova bretella della tangenziale ovest, da parte della Provincia Bat.

E' la missiva che i legali dell'impresa che si è assicurata i lavori di questa discussa opera, la Gaetano Doronzo, hanno inviato, oltre che al Prefetto della BAT ed alla Provincia di Barletta Andria Trani, in primis al consiglio comunale e quindi a tutti i suoi singoli rappresentanti politici, chiedendo di ottemperare alla decisione del Consiglio di Stato, ovvero di assumere ogni scelta utile che dia il via a questi lavori, per i quali il Comitato interministeriale per la programmazione economica nel lontano 2011 assegnò alla provincia Bat 27 milioni e mezzo di euro per la sua realizzazione.

La spada di Damocle sugli amministratori e consiglieri comunali, è una serie di responsabilità, tra civile, amministrativa, penale e personale, oltre che un eventuale accertamento del danno erariale da parte della Procura regionale della Corte dei Conti, che la Gaetano Doronzo ha evidenziato qualora non si provveda all'esecuzione di questa sentenza di secondo grado del giudice amministrativo, che giunge dopo una lunga battaglia legale.

Un bandolo della matassa non facile da sbrogliare, considerato che tutte le associazioni ed organizzazioni sociali, culturali ed ambientaliste, riunite per l'occasione a Palazzo di Città, si sono pronunciate contro questa realizzazione, che andrebbe a deturpare un paesaggio fatto di olivi specializzati, propendendo invece per l'ipotesi dell'allagamento dell'attuale tracciato, stretto e molto pericoloso per i numerosi attraversamenti.

La missiva, che ripercorre passo dopo passo la lunga vicenda, sottolinea infatti come i lavori sulla strada S.P. n. 2 (ex S.P. n. 231) – Completamento della tangenziale ovest di Andria dal Km 43 + 663 al Km 49 + 568, riguardano un "intervento ritenuto di rilevanza strategica regionale e interregionale, destinato ad essere realizzato con risorse finanziarie (per un importo complessivo di € 27.500.000,00) assegnate con delibera CIPE del 3.8.2011 in virtù dell'intesa istituzionale tra la Regione Puglia e il Ministero per i rapporti con le Regioni. L'obiettivo principale di detto progetto, "può riassumersi nel miglioramento delle condizioni di sicurezza stradale ed eliminazione delle attuali situazioni di pericolo, molto spesso dovute anche alla discontinuità della sezione stradale esistente, più volte sollecitato ed auspicato dagli stessi enti ed Autorità territoriali".

L'impresa Doronzo, ricorda, come a supporto della sua posizione avvallata dal Giudice amministrativo, che "quando un'opera sia stata progettata ed appaltata, con atti che non consta il Comune abbia impugnato o contestato nelle debite sedi […], la norma che impone all'ente di livello inferiore di conformarsi alla pianificazione sovraordinata non può essere letta in altro modo che nel senso del doveroso recepimento dell'opera stessa nei termini assentiti".
In sostanza i legali dell'impresa Doronzo chiedono al Comune, e quindi al consiglio comunale di adempiere alla sentenza del Consiglio di Stato, altrimenti "ogni ulteriore ostacolo al completamento dell'iter preordinato all'avvio dei lavori ad essa aggiudicati la costringerà, suo malgrado, a promuovere tutte le iniziative volte ad ottenere, oltre che la declaratoria di nullità di eventuali atti adottati in violazione e/o elusione del giudicato, il conseguimento del risarcimento dei danni, già di notevole entità, derivati dal ritardo accumulatosi per effetto dell'illegittimo diniego di variante opposto dal Comune di Andria, nonché l'accertamento delle responsabilità del caso, pure di natura personale, amministrativa non meno che penale, in capo a quanti dovessero concorrere all'adozione di atti in spregio al decisum del Giudice amministrativo".
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