Conferenza stampa sulla questione mensa scolastica. <span>Foto Antonio D'Oria</span>
Conferenza stampa sulla questione mensa scolastica. Foto Antonio D'Oria
Politica

Mensa scolastica, da settembre costi raddoppiati per le famiglie: si cercano nuove soluzioni

Conferenza stampa con Mirko Malcangi, candidato nella lista civica "Futura", e l'ex Primo cittadino Vincenzo Caldarone

Si avvicina l'inizio del nuovo anno scolastico ma i problemi restano sempre gli stessi. Tiene banco ad Andria la questione relativa alla mensa scolastica, che ha subito una svolta circa due mesi fa con l'aggiudicazione dell'appalto alla ditta Pastore per i prossimi cinque anni. Sarà dunque l'azienda di Casamassima a gestire il servizio di refezione scolastica per gli alunni degli istituti dell'infanzia e primarie, ma dal punto di vista economico sarà un duro colpo per le famiglie: a partire da settembre, il costo dei buoni pasto è infatti raddoppiato da 3 a 5,90 euro. A lanciare l'allarme è Mirko Malcangi, candidato al Consiglio Comunale nella lista civica "Futura" a sostegno della candidata sindaca Giovanna Bruno. Questa mattina una conferenza stampa per illustrare i dettagli della situazione e alla quale ha preso parte anche l'ex sindaco di Andria, dott. Vincenzo Caldarone.

«Bisogna evitare che esploda una bomba sociale. La nostra attenzione - afferma Malcangi - è rivolta non soltanto a capire come risolvere questo tipo di problematica, ma soprattutto alle famiglie con più figli, per le quali i costi diverrebbero insostenibili. Tanti genitori sono così costretti a prelevare i bambini alle 12, una situazione che non favorisce la continuità scolastica, fondamentale invece nella formazione del bambino. Non è nostro costume lanciare promesse fantomatiche, sappiamo invece cosa possiamo fare una volta che ci saremo insediati a Palazzo di Città: innanzitutto, cercare di mettere mano alla gara e all'aggiudicazione dell'appalto, che vincolerà il Comune di Andria per i prossimi cinque anni. Un tempo davvero anomalo, se si considera quello che accade nei paesi limitrofi».

Una soluzione temporanea, sulla scia di quanto avvenuto lo scorso anno, è riproporre una gestione autonoma della mensa scolastica, a carico della singola scuola: un esperimento condiviso da genitori e docenti per garantire il tempo pieno nelle scuole elementari che prevedevano il tempo prolungato e nelle scuole materne, garantendo il pranzo ai bambini grazie a un catering esterno. Un esempio positivo di cittadinanza attiva per ovviare al servizio di mensa comunale che ancora non era stato avviato. Intanto, per il futuro, si cercano nuove soluzioni soprattutto per contenere i costi.

«Cercheremo, anche se non sarà possibile in tempi brevi ma in un periodo più a lungo termine, - aggiunge Malcangi - di fare in modo che ciascun istituto scolastico abbia una propria mensa. Questo consentirebbe anzitutto un abbattimento dei costi, e poi di utilizzare i prodotti cosiddetti "a chilometro zero", direttamente dalla nostra terra dando ai bambini la possibilità di gustare pasti più genuini».

«Se prendi il libro mastro della crisi del Comune - ha dichiarato il dott. Vincenzo Caldarone - vedi nomi e fatti enormi, come il credito Italgas di oltre 15 Milioni mai riscosso, un debito verso il sistema dei rifiuti enorme, una delibera di oltre 30 milioni di euro approvata in un fiato, con un solo elenco, senza copertura finanziaria reale. Ma se cerchi qualcosa che ha colpito questi fenomeni, niente. Il piano di rientro, gli atti, colpiscono l'ASILO NIDO, le scuole Materne private, le cooperative di servizi sociali, e adesso la mensa scolastica. Molte famiglie non potranno sostenere i bambini a scuola, e si potranno vedere fenomeni odiosi di esclusione tra bambini. E' come distruggere il tessuto quotidiano della vita cittadina.

Stupisce che nessuna iniziativa, nessuna analisi, nessuna considerazione sia fatta: si applica il cosiddetto piano di rientro alla cieca, solo per chi non può difendersi. Nessuna crisi finanziaria può giustificare queste conseguenze odiose. Basta recuperare un po' di evasione e collegare gli introiti alla mensa scolastica come servizio pubblico. Invece niente.
Noi non siamo nati per lamentarci soltanto: siamo incazzati per quanto accade, ma Rete civica significa unire le forze migliori per reagire e trovare soluzioni.
⦁ Rivedremo l'appalto per il servizio mensa (addirittura dato per 5 anni) nelle forme possibili, con una commissione di utenti che controlla l'andamento
⦁ Porteremo le tariffe a livelli sostenibili per le famiglie
⦁ Collegheremo gli introiti per la PACE FISCALE con la città ai servizi e alla solidarietà
⦁ Promuoveremo le cooperative di comunità per la gestione partecipata della mensa con genitori e utenti
Lavoreremo per tirare Andria fuori dal pozzo di crisi finanziaria e morale in cui l'hanno cacciata. Attenti che a volte ritornano. E ci stanno provando di nuovo».
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