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Male l'export dell'ortofrutta: adesso si teme per l'uva da tavola

Servono nuovi mercati per l'ortofrutta pugliese e maggiori tutele per i produttori

Sono diminuite del 21% le esportazioni di ortofrutta pugliese in Germania, Regno Unito e Russia, nei primi 3 mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, come effetto della Brexit e dell'embargo russo, trend negativo già registrato nel 2019 che si è aggravato a causa del Covid. E' quanto afferma Coldiretti Puglia, chiedendo l'apertura di nuovi mercati esteri per creare sbocchi commerciali per l'ortofrutta della Puglia, a partire dalla campagna in corso dell'uva da tavola.
"Per sostenere le esportazioni, la crescita e le nuove opportunità di lavoro occorre investire sulla competitività del Made in Italy a partire dall'apertura a nuovi mercati esteri e dal superamento delle grandi difficoltà create dall'embargo russo, un mercato di 150 milioni di abitanti che non consumano prodotto made in Italy, attraverso l'avvio di un progetto "Ortofrutta italiana" attraverso il quale vengano sponsorizzati i prodotti a marchio Italia sui mercati europei e non, così come sta facendo la Spagna e la Francia", dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. "Il settore ortofrutticolo non ha beneficiato – dice il presidente Muraglia - dell'esonero per i primi sei mesi 2020 dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro e oggi, alla luce delle evidenti difficoltà causate dal periodo di incertezza causate dal Covid, vanno pensati e adottati provvedimenti e strumenti urgenti ed essenziali per dare liquidità e sostegno agli operatori della filiera ortofrutticola pugliese".
Le esportazioni dell'agroalimentare pugliese in Russia hanno perso oltre 160milioni di euro in 5 anni, a causa dell'embargo totale sancito dalla Russia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014, mentre le esportazioni di ortofrutta pugliese in Germania sono crollate del 10% nei primi 9 mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018, su valori stimati pari a circa 201 milioni di euro. Un motivo di forte preoccupazione degli operatori in Germania dove si consuma quasi 1/3 dell'ortofrutta Made in Italy esportata, sottolinea la Coldiretti.
"Servono al contempo nuovi mercati per l'ortofrutta pugliese e maggiori tutele per i produttori – insiste il presidente Muraglia - circa il prezzo di vendita dei prodotti che possa tutelarli e consentirgli la copertura dei costi di coltivazione, gestione e raccolta dei prodotti così da poter distribuire maggiori ricchezze anche ai lavoratori, quindi rispetto dei contratti di lavoro per evitare situazioni involontarie di sfruttamento dovute dall'appiattimento dei margini di guadagno".
La Puglia è il primo produttore in Italia di uva da tavola, con il 74% della produzione nazionale e, grazie all'enorme contributo pugliese, l'Italia è il primo produttore al mondo, con il 16% sulla produzione globale, ricorda Coldiretti Puglia. Le importazioni di uva da tavola in Italia ammontano a 25.000 tonnellate (circa il 3,2% dei consumi interni), di queste, una fetta consistente – denuncia Coldiretti - proviene dall'Europa (49%) e dall'America centro meridionale (circa il 25%), ed in particolare dai sue due principali paesi produttori Cile e Perù, la restante parte proviene dall'Africa (13,5%) ed Asia (4,6%).
"Per questo è urgente la stesura di un piano straordinario di controllo dei prodotti ortofrutticoli di importazione per escludere i prodotti trattati con l'impiego di antiparassitari ad oggi vietati in Italia e il riequilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera, favorito anche da pratiche commerciali sleali come i casi di aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione", conclude il presidente Muraglia.
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