Giuseppe Conte
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Vita di città

Legge su doppia preferenza di genere, Conte bacchetta anche la Puglia

Il presidente Emiliano: "Ho più volte sollecitato il Consiglio regionale, spero sia messa subito all'ordine del giorno"

Puglia, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Valle D'Aosta e Liguria. Sono le Regioni a cui il premier Giuseppe Conte oggi ha mandato una lettera ufficiale in cui chide "con la massima urgenza di allineare le disposizioni della normativa elettorale della Regione alle disposizioni sulla doppia preferenza di genere".

"Le leggi elettorali di alcune Regioni, fra cui la Tua - scrive Conte - non si sono adeguate alle disposizioni di principio volte a garantire l'equilibrio di rappresentanza tra donne e uomini nel Consigli regionali. Come saprai nel Consiglio dei ministri del 25 giugno il ministro per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, ha reso una informativa in relazione ad una ricognizione effettuata sulla legislazione regionale in materia di elezioni dei Consigli regionali, a seguito di sollecitazioni pervenute da associazioni di donne consigliere di parità. Conte spiega, poi, che dalla ricognizione è emerso che la Puglia è tra le Regioni che non si sono adeguate alle disposizioni di principio introdotte dalle legge 15 febbraio 2016, n.20, volte a garantire, in attuazione dell'articolo 51 della Costituzione, l'equilibrio della rappresentanza di genere. Tali leggi, infatti - continua Conte - non consentono l'espressione della seconda preferenza riservata a un candidato di sesso diverso o non prevedono le quote di lista. Già il 5 giugno, tramite il presidente della Conferenza delle Regioni e delle province autonome, il ministro Boccia, ricorda Conte, ha sollecitato le Regioni interessate ad adeguarsi, senza peraltro alcun esito. Sarai d'accordo con me - aggiunge - sull'importanza ancor più in questo particolare contesto storico in cui occorre dare nuovo impulso per costruire il futuro del nostro paese, di garantire l'equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini all'interno dei Consigli regionali.

Diverse le repliche dei presidenti delle Regioni interpellate.

Emiliano quindi scrive: "Questo Tuo intervento rappresenta pienamente la mia posizione sul tema. L'introduzione nella legge elettorale pugliese della doppia preferenza di genere per garantire una effettiva rappresentanza delle donne negli organi legislativi è un punto del nostro programma di governo della Regione. La competenza è del Consiglio regionale che, malgrado le mie ripetute sollecitazioni e richieste, non ha ritenuto finora di mettere in agenda la discussione sulla doppia preferenza. Ho immediatamente inoltrato al Presidente del Consiglio regionale la Tua lettera unitamente a una mia nota per sollecitare a intervenire. In caso di mancato adeguamento nell'arco dei prossimi giorni da parte del Consiglio regionale - conclude Emiliano - considero l'intervento del Governo nazionale annunciato nei giorni scorsi a favore della introduzione della doppia preferenza di genere nella prossima tornata elettorale un atto legittimo e di assoluta condivisione".
Dopo Emiliano arriva anche la reica del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia: "Ringrazio il Presidente del Consiglio per aver dato seguito in maniera tempestiva all'informativa fatta in Cdm sulla necessità di intervenire sulle leggi elettorali regionali per inserire la parità di genere. Sono sicuro che i consigli regionali inadempienti non si faranno imporre la norma ma agiranno in maniera responsabile. Anche in una democrazia matura quando i legislatori territoriali non riescono ad adattare le norme a dei diritti sacrosanti le forzature diventano inevitabili. È sempre avvenuto così, anche nei momenti più controversi della storia dei principali diritti negati. E il diritto di rappresentanza di genere nelle assemblee regionali è un diritto sacrosanto. Una menzione particolare va al movimento '2votimegliodi1', che raccoglie decine di donne e di associazioni territoriali e nazionali, per aver sempre incalzato le istituzioni in questa che è una riforma di civiltà; dopo la loro sollecitazione ho scritto formalmente alla Conferenza delle Regioni affinché anche in vista della prossima tornata elettorale regionale, le Regioni inadempienti potessero adeguare le rispettive leggi elettorali all'equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini. Tema arrivato poi in Consiglio dei ministri e condiviso dal governo e da tutta la maggioranza".
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