Corona di Avvento
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Religioni

Le parole di Maria

Riflessione di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria

Pur tra le sofferenze della pandemia, gli estremismi dietro l'angolo, proteste e manifestazioni violente, grida di popoli, delusioni e rovine varie, questa prima Domenica di Avvento comincia a far intravvedere la luce dell'imminente Natale; luce che – sola, dilatandosi – può rendere la terra una stanza degna di accogliere un Dio che vuole convivere con gli uomini, di un Padre coi figli, sotto lo sguardo e il sorriso d'una Madre tutta amore e bellezza: Maria!

Appena sedicenne, per amore, si lascia strappare dall'Angelo dall'estasi nel dramma umano, tolta dalla pace e messa nella guerra, dal silenzio e la quiete al servizio del popolo, che comporta urti e sacrifici. Poche sono le parole che dice Maria: ma quanto sono grandi perché – pur se parole umane, dicono gli studiosi – "si divinizzano, perché Ella parla ed esprime se stessa con le parole prese tutte dalla Sacra Scrittura". «Madre di un uomo-Dio nato povero, nella forma più umile, che lavorò nella bottega d'un falegname, povero fin a non avere dove posare il capo, deve ricordare a noi non solo la Bellezza di Maria ma anche il suo aspetto fisico di donna proletaria dalle mani callose, stanca per la fatica e le ambasce della vita» (così Igino Giordani).

Bello pensare Maria laica come noi laici, modello di quel laicato che – uomo accanto a uomo, donna accanto a donna – deve "segnare ricami di luce, donare giorni di pace, di giustizia a innumerevoli folle di creature di ogni razza, religione e cultura". Poche le parole di Maria, parole che possiamo far nostre, meditare e rimeditare soprattutto con un compromettente profilo: quello di provare a metterle in pratica così come sono per annunziare e testimoniare la rivoluzione cristiana iniziata dal Natale di Gesù.
  • centro igino giordani
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