Chiara Lubich
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Attualità

La politica e l'arte di amare: oggi l'undicesimo anniversario della morte di Chiara Lubich

Riflessioni a cura della Comunità del Movimento dei Focolari di Andria

Ma come vivere la fraternità in politica? E in quali modi essa aiuta la politica ad assolvere pienamente i propri compiti? Per spiegarlo devo soffermarmi su alcuni aspetti dell'amore fraterno e vedere come è vissuto in politica.

Anzitutto per il politico dell'unità, la scelta dell'impegno politico è un atto d'amore, con il quale egli risponde ad una autentica vocazione, cioè ad una chiamata personale. Egli risponde ad un bisogno sociale, ad un problema della sua città, o alle sofferenze del suo popolo, alle esigenze del suo tempo. Chi è credente avverte che è Dio a chiamarlo, attraverso le circostanze; il non credente risponde ad una domanda umana che trova eco nella sua coscienza: ma entrambi mettono nella loro azione l'amore, ed entrambi hanno la loro casa nel "Movimento dell'unità". (Si veda: www.mppu.org )

In secondo luogo, il politico dell'unità prende coscienza che, se la politica è, fin nella sua radice, amore, anche l'altro, l'avversario politico, può avere compiuto la propria scelta per amore: e questo esige rispettarlo, di comprendere l'essenza del suo impegno, andando al di là dei modi, non privi di animosità, con i quali lo vive, e che si possono correggere.

Il politico dell'unità ha a cuore che anche il suo avversario realizzi il disegno buono di cui è portatore, perché, se risponde ad una chiamata, ad un bisogno vero, esso è parte integrante di quel bene comune che solo insieme si può costruire. Il politico dell'unità ama, dunque, non solo coloro che gli danno il voto, ma anche gli avversari; non solo il proprio partito, ma anche quello altrui; non solo la propria Patria, ma l'umanità intera. E amare tutti fa comprendere e vivere la dimensione universale della politica.

Ancora, il politico dell'unità non può rimanere passivo davanti ai conflitti, spesso aspri, che scavano abissi tra i politici e tra i cittadini. Al contrario, deve essere lui a compiere il primo passo, anche se solo con il saluto, per avvicinarsi all'altro, riprendere la comunicazione interrotta. Creare la relazione personale dove essa non c'è, o dove ha subito una interruzione, può significare, a volte, riuscire a sbloccare lo stesso processo politico. Amare per primo, per il politico dell'unità, è un atto dovuto alla dignità della persona, ma si trasforma in una vera e propria iniziativa politica; aiuta a superare i pregiudizi e il gioco delle parti, che tanto spesso paralizzano i politici in contrapposizioni inutili.

Un altro aspetto della fraternità in politica è la capacità di spostare se stessi per fare spazio all'altro, di tacere per ascoltare anche gli avversari. E' un "perdere se stessi" che rinnova ogni giorno l'originaria scelta politica, con la quale si decise di occuparsi non di sé, ma degli altri.

Infine, la fraternità trova piena espressione nell'amore reciproco, di cui la democrazia, se rettamente intesa, ha una vera necessità: amore dei politici fra loro, e fra politici e cittadini.

Il politico dell'unità non si accontenta di amare da solo, ma cerca di portare l'altro, alleato o avversario, all'amore, perché la politica è relazione è progetto comune, non solo decisione individuale. Ma tutti questi aspetti dell'amore politico, che realizzano la fraternità, richiedono sacrificio. Quante volte l'attività politica fa conoscere la solitudine, l'incomprensione da parte, anche, dei più vicini.

Il politico è colui che abbraccia le divisioni, le spaccature, le ferite della propria gente. E' questo il prezzo della fraternità che è richiesto al politico: prezzo altissimo, ma altissimo è anche il premio. La fedeltà alla prova farà, infatti, del politico un modello, un punto di riferimento per i suoi concittadini, orgoglio della sua gente.
  • centro igino giordani
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