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Commento

La città dei Commessi (seconda parte)

La trasferta romana del Direttore: classifiche, considerazioni e valutazioni

Poco prima di intraprendere la scalinata la toilette è segnalata con molta discrezione, forse in questi onorevoli luoghi è vietato farla, quasi fosse un tabù. Non c'era un'impellente necessità fisiologica, ma la curiosità di vedere come è tenuto il bagno della Camera era forte, entriamo: intanto c'erano dei normali miscelatori, non erano in oro zecchino simili a quelli del palazzo residenziale di Saddam a Bagdad come qualcuno poteva presagire, ma rubinetti e sanitari comuni, pulitissimi, così come tutto l'ambiente circostante, forse anche perché poco frequentati (superata la prima prova qualità).

Pochi metri più avanti, però, la prima anomalia che si riscontra salendo le due rampe di scale è la totale assenza di qualsiasi forma di vita del creato, solo religioso silenzio. In questo percorso asettico, faticoso, tutto in pendenza il Direttore si è sentito quasi abbandonato al proprio destino, i Commessi erano misteriosamente spariti, come se non fossero mai esistiti, allo stesso modo di quando, dopo tanto patire, con la playstation si supera un livello di gioco difficoltoso, (avete mai giocato con Lara Croft a Tomb raider?).

Una grossa ringhiera e gradini in pietra con ganci di sostegno a forma di anello, rigorosamente in ottone, quelli che servono ad incastrare le lance per i tappeti in porpora adoperati come passatoie nelle grandi occasioni. Grandi vetrate ai lati ed alcune porte rigorosamente senza maniglia e serratura per impedire ai visitatori l'ingresso ad altri settori del palazzo; stranamente nessuna evidente telecamera di sorveglianza. Ci siamo finalmente, una grossa porta in legno scuro ci divide dall'aula dei deputati, qualche secondo ancora per recuperare il fiato, un ultimo respiro profondo, mano alla maniglia, entriamo... le sorprese purtroppo non finiscono. Oltrepassata la porta uno spera di trovare subito la tribunetta ed invece ci si imbatte in un piccolo atrio che immette in un altrettanto stretto corridoio, una sorta di cerchio concentrico come per i gironi danteschi.

Quali saranno a questo punto le mitologiche creature che abitano questi angusti corridoi? La domanda non è retorica, sono sempre loro, i Commessi della Camera con la mostrina tricolore, con due varianti fondamentali questa volta rispetto a quelli del piano terra: la prima modificazione genetica sta nel fatto che non sono più schierati a zona al metro quadro, ma al decimetro quadro; serve gran destrezza ed abilità di movimento per evitare il corpo a corpo e per non rischiare un sinistro accidentale. La seconda variazione, invece, sta nel fatto che non tutti gli assistenti deambulano, ma ce ne sono alcuni seduti ad improbabili banchetti, simili a quelli delle scuole medie per altezza e misure, gli unici che possano essere tollerati in questi spazi limitati. Tali banchi delimitano il territorio e l'intero corridoio come veri e propri check point invalicabili, a nessun comune mortale è consentito il fuoripista, il tutto sotto l'occhio attento e scrupoloso del Grande Fratello (quello di George Orwell). Sui banchi una pila di fogli dove si annotano (sempre a mano) forse nomi e numero dei visitatori e qualche appunto personale (diario, appuntamenti, lista della spesa).

Nel banco a destra del corridoio il Commesso di turno era adagiato comodamente a smanettare con il suo maxi smartphone, tutto rapito nella navigazione veloce. Come, loro sì e noi no? Il Direttore prova con discrezione ad allungare il collo per capire se si tratti di Facebook o Twitter, ma nulla anche questa volta, il Commesso gli lancia un'occhiataccia come per dire: «Aho' ma che vuoi!». In questo bailamme l'entrata per la tribuna è proprio di fronte, a pochi metri, lo si percepisce anche dal lieve ed ovattato brusìo che proviene al di là della porta. Nel frattempo qualche borghese di passaggio ed una gita (poveretti) di una classe di scuola media inferiore a giudicare dai numerosi brufoli facciali, lo costringono a spalmarsi come un geco sul muro. Un ultimo briefing di una gentile Commessa (un'altra) la quale ribadisce con fermezza che durante le sedute il pubblico che siede nelle tribune deve stare a capo scoperto ed in silenzio, astenendosi da ogni segno di approvazione o disapprovazione, deve seguire le indicazioni dei Commessi parlamentari, e non deve né appoggiarsi né sporgersi dalla ringhiera. Ormai con il pilota automatico inserito il Direttore annuisce su tutto quello che gli propinano, ci siamo questa volta, è la volta buona, mano nuovamente sulla maniglia, permesso! To be continued...
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