
Politica
Intergruppo Consiliare: «Sulla gestione degli appalti e le imbarazzanti reazioni della maggioranza»
Michele Coratella, Vincenzo Coratella, Michele Di Lorenzo e Gianluca Grumo:«Quando l'aggressività sostituisce la trasparenza»
Andria - sabato 5 luglio 2025
14.00
L'Intergruppo Consiliare - costituito dai consiglieri comunali Michele Coratella, Vincenzo Coratella, Michele Di Lorenzo e Gianluca Grumo- «prende atto, con una certa costernazione, della risposta fornita dalle forze di maggioranza alla interrogazione sulla gestione del subappalto relativo al programma "T.E.R.R.A." Andria Sud.
Una risposta che, più che chiarire i dubbi sollevati, ha preferito affidarsi a un tono polemico e a giudizi personali, rivelando così una notevole dose di suscettibilità e nervosismo.
La nostra richiesta era chiara: come spiegare che, con la Determina Dirigenziale n. 379 del 31 gennaio 2025, sia stata autorizzata un'operazione di subappalto da 290.000 euro prima che fossero completate le verifiche sui requisiti dell'impresa EDIL.CO.GI.?
Una procedura che inverte l'ordine logico delle cose: prima si autorizza, poi (forse) si controlla.
Di fronte a una questione seria, ci saremmo aspettati una replica altrettanto seria, basata sui fatti.
Invece, la maggioranza ha scelto la strada della provocazione, dimostrando più interesse a scatenare una rissa politica che a garantire trasparenza.
Curiosamente i rappresentanti della maggioranza si sono spinti a difendere una procedura di cui, a rigor di logica, non potrebbero ancora conoscere tutti i dettagli, a meno di non aver già avuto accesso agli atti in via riservata.
O, peggio, di averla inventata di sana pianta.
Una "precognizione" amministrativa che lascia più di un sospetto.
Qui emerge un paradosso procedurale che merita chiarezza. Se l'urgenza di gennaio era dettata dall'esigenza di rispettare i cronoprogramma del PNRR, come mai nei sei mesi successivi la verifica dei requisiti non risulta ancora conclusa?
Due sono le questioni fondamentali che restano senza risposta:
Da quando la documentazione completa è effettivamente pervenuta agli uffici?
Come si spiega che la procedura di controllo, nonostante la presunta urgenza iniziale, non sia stata portata a termine neppure a distanza di mezzo anno?
Noi usiamo il condizionale - perché, a differenza di quanto sembra accadere dall'altra parte, ci atteniamo scrupolosamente agli atti ufficiali. Ma ci chiediamo: come fa l'estensore del comunicato di maggioranza, "questo tuttofare dei lavori pubblici andriesi", a conoscere nei dettagli una procedura che a noi, semplici consiglieri comunali, risulta ancora sconosciuta?
Forse dispone di informazioni riservate? O più semplicemente, sta cercando di costruire una narrazione ad uso politico?
La tempestività dell'Amministrazione, tanto sbandierata, si è manifestata solo a valle di tre eventi precisi:
lo scalpore mediatico seguito alla notizia giudiziaria, la nostra interrogazione istituzionale, l'imbarazzo di dover giustificare una scelta quanto meno avventata.
Questo non è controllo preventivo - è "damage control", è correre ai ripari quando ormai il danno è fatto. E mentre si perde tempo a redigere comunicati polemici, le vere domande restano senza risposta, i controlli rimangono incompleti e i cittadini attendono ancora quella trasparenza che dovrebbe essere alla base di ogni atto amministrativo.
Eppure, per partecipare alla Commissione dei Capigruppo, dove si discutono questioni fondamentali per la città, il tempo sembra mancare sistematicamente.
Ieri, ancora una volta, nessun rappresentante della maggioranza si è degnato di presenziare.
E allora viene da chiedersi: ma questa Amministrazione, quando non si tratta di redigere comunicati pseudo aggressivi, dove si nasconde?
Infine, ci preme rispondere alla provocazione sul "livore" che ci roderebbe.
Carissimi colleghi, se c'è qualcuno che sembra divorato dall'astio, quello è chi risponde a un'interrogazione istituzionale con toni da bar dello sport.
Noi ci limitiamo a fare il nostro dovere: chiedere conto di scelte che riguardano soldi pubblici e interesse collettivo. Se questo vi dà fastidio, il problema è vostro, non nostro.
Quanto alla vostra "Armata Brancaleone", lasciamo ai cittadini il giudizio su chi, tra noi e voi, sia più credibile. Noi continueremo a studiare le carte, a controllare gli atti e a sollevare questioni quando ce n'è bisogno. Voi, nel frattempo, potete continuare a scrivere comunicati sempre più astiosi. Ma alla fine, saranno i fatti a parlare, non le vostre parole».
Una risposta che, più che chiarire i dubbi sollevati, ha preferito affidarsi a un tono polemico e a giudizi personali, rivelando così una notevole dose di suscettibilità e nervosismo.
La nostra richiesta era chiara: come spiegare che, con la Determina Dirigenziale n. 379 del 31 gennaio 2025, sia stata autorizzata un'operazione di subappalto da 290.000 euro prima che fossero completate le verifiche sui requisiti dell'impresa EDIL.CO.GI.?
Una procedura che inverte l'ordine logico delle cose: prima si autorizza, poi (forse) si controlla.
Di fronte a una questione seria, ci saremmo aspettati una replica altrettanto seria, basata sui fatti.
Invece, la maggioranza ha scelto la strada della provocazione, dimostrando più interesse a scatenare una rissa politica che a garantire trasparenza.
Curiosamente i rappresentanti della maggioranza si sono spinti a difendere una procedura di cui, a rigor di logica, non potrebbero ancora conoscere tutti i dettagli, a meno di non aver già avuto accesso agli atti in via riservata.
O, peggio, di averla inventata di sana pianta.
Una "precognizione" amministrativa che lascia più di un sospetto.
Qui emerge un paradosso procedurale che merita chiarezza. Se l'urgenza di gennaio era dettata dall'esigenza di rispettare i cronoprogramma del PNRR, come mai nei sei mesi successivi la verifica dei requisiti non risulta ancora conclusa?
Due sono le questioni fondamentali che restano senza risposta:
Da quando la documentazione completa è effettivamente pervenuta agli uffici?
Come si spiega che la procedura di controllo, nonostante la presunta urgenza iniziale, non sia stata portata a termine neppure a distanza di mezzo anno?
Noi usiamo il condizionale - perché, a differenza di quanto sembra accadere dall'altra parte, ci atteniamo scrupolosamente agli atti ufficiali. Ma ci chiediamo: come fa l'estensore del comunicato di maggioranza, "questo tuttofare dei lavori pubblici andriesi", a conoscere nei dettagli una procedura che a noi, semplici consiglieri comunali, risulta ancora sconosciuta?
Forse dispone di informazioni riservate? O più semplicemente, sta cercando di costruire una narrazione ad uso politico?
La tempestività dell'Amministrazione, tanto sbandierata, si è manifestata solo a valle di tre eventi precisi:
lo scalpore mediatico seguito alla notizia giudiziaria, la nostra interrogazione istituzionale, l'imbarazzo di dover giustificare una scelta quanto meno avventata.
Questo non è controllo preventivo - è "damage control", è correre ai ripari quando ormai il danno è fatto. E mentre si perde tempo a redigere comunicati polemici, le vere domande restano senza risposta, i controlli rimangono incompleti e i cittadini attendono ancora quella trasparenza che dovrebbe essere alla base di ogni atto amministrativo.
Eppure, per partecipare alla Commissione dei Capigruppo, dove si discutono questioni fondamentali per la città, il tempo sembra mancare sistematicamente.
Ieri, ancora una volta, nessun rappresentante della maggioranza si è degnato di presenziare.
E allora viene da chiedersi: ma questa Amministrazione, quando non si tratta di redigere comunicati pseudo aggressivi, dove si nasconde?
Infine, ci preme rispondere alla provocazione sul "livore" che ci roderebbe.
Carissimi colleghi, se c'è qualcuno che sembra divorato dall'astio, quello è chi risponde a un'interrogazione istituzionale con toni da bar dello sport.
Noi ci limitiamo a fare il nostro dovere: chiedere conto di scelte che riguardano soldi pubblici e interesse collettivo. Se questo vi dà fastidio, il problema è vostro, non nostro.
Quanto alla vostra "Armata Brancaleone", lasciamo ai cittadini il giudizio su chi, tra noi e voi, sia più credibile. Noi continueremo a studiare le carte, a controllare gli atti e a sollevare questioni quando ce n'è bisogno. Voi, nel frattempo, potete continuare a scrivere comunicati sempre più astiosi. Ma alla fine, saranno i fatti a parlare, non le vostre parole».