
Attualità
Indipendenza sempre più cara per i giovani italiani: il ruolo di prestiti e piccoli finanziamenti
Osservare come evolvono abitudini, priorità e strumenti a disposizione diventa fondamentale
Andria - giovedì 4 settembre 2025
9.44
Negli ultimi anni, per i giovani italiani, il percorso verso l'indipendenza si è inserito in uno scenario in uno scenario segnato da profondi cambiamenti economici e sociali.
Questi mutamenti stanno ridefinendo tempi e modalità con cui si costruiscono progetti di vita autonoma, influenzando sia le scelte quotidiane sia le prospettive a lungo termine. In questo contesto, osservare come evolvono abitudini, priorità e strumenti a disposizione diventa fondamentale per comprendere le tendenze attuali.
Attualmente, per un giovane italiano sotto i 35 anni vivere da solo risulta piuttosto complesso. Guardando agli ultimi dati disponibili, nel 2024 i canoni di affitto sono saliti in media del +4,7% a livello nazionale, con punte oltre il +5% a Milano e Roma. In molte città universitarie la situazione è ancora più critica: a Firenze, per esempio, l'affitto assorbe circa il 48% del reddito medio, a Napoli il 47%, mentre nella capitale e nel capoluogo lombardo si viaggia attorno al 40–41%.
Il problema è che le retribuzioni non seguono lo stesso passo. Secondo i dati ISTAT, gli under 30 guadagnano in media il 36,4% in meno rispetto agli over 50. Tra il 2019 e il 2024 il potere d'acquisto dei salari reali è crollato di circa –10,5%, complice l'inflazione e un cuneo fiscale che nel 2024 ha raggiunto il 47,1% per un lavoratore single senza figli, contro una media OCSE del 34,9%.
Il confronto con l'Europa è impietoso: a parità di potere d'acquisto, un giovane lavoratore italiano guadagna circa il 45% in meno di un tedesco e il 18% in meno di un francese; solo rispetto agli spagnoli il divario si riduce a circa il –2%.
Questo quadro economico ha conseguenze concrete e immediate sulla vita dei giovani italiani. Secondo l'ultimo Rapporto annuale ISTAT, nel biennio 2023-24 quasi i due terzi dei giovani i 18 e i 34 anni vivevano ancora con i genitori, con una percentuale del 68% tra gli uomini e del 59% tra le donne.
Anche l'età media dell'emancipazione abitativa lo conferma: in Italia si lascia casa attorno ai 30 anni, contro una media europea di 26,3. Quattro anni in più che, nella pratica, servono spesso ad accumulare risparmi sufficienti a coprire i costi iniziali di un affitto. E questi costi non sono trascurabili: la legge consente al proprietario di chiedere fino a tre mensilità di cauzione, a cui si sommano la prima mensilità e, di frequente, una provvigione d'agenzia pari a un mese di canone o al 10–15% dell'annuale.
Per molti under 35, un esborso simile equivale a diversi mesi di stipendio e diventa un ostacolo sufficiente a rimandare il trasferimento o a optare per la condivisione di un appartamento, anche quando il desiderio di autonomia è forte.
Questa pressione si riflette anche sulle spese discrezionali: viaggi, serate fuori e attività ricreative vengono spesso ridotti o pianificati con largo anticipo, privilegiando offerte e periodi meno costosi. È una strategia di contenimento che, se da un lato preserva un minimo di svago, dall'altro conferma come la priorità resti far quadrare i conti a fine mese.
Il contesto di affitti in costante rialzo, salari reali compressi e costi iniziali difficili da sostenere interamente con il proprio reddito non è privo di conseguenze: sta spingendo un numero sempre più rilevante di giovani a ricorrere a forme di finanziamento. In molti casi si tratta di prestiti di importo contenuto, richiesti non per grandi investimenti, ma per gestire spese che, concentrate in un breve lasso di tempo, rischierebbero di mettere in crisi l'equilibrio di bilancio.
I dati del Barometro CRIF relativi al primo trimestre 2025 confermano il peso delle fasce più giovani sul totale delle domande di prestito personale: il 7,0% proviene dai 18–24enni e il 18,9% dai 25–34enni. Quasi la metà delle richieste complessive (45,1%) riguarda importi fino a 5.000 euro, a testimonianza di un'attenzione marcata verso il piccolo finanziamento, spesso finalizzato a diluire nel tempo spese circoscritte.
La congiuntura attuale offre un elemento in più: la politica monetaria. Il 5 giugno 2025 la Banca Centrale Europea ha ridotto di 25 punti base i tre tassi di riferimento (depositi 2,00%, rifinanziamento principale 2,15%, rifinanziamento marginale 2,40%). Questo intervento riduce il costo a cui banche e finanziarie si approvvigionano di liquidità e, con un certo ritardo, tende a riflettersi sui tassi applicati ai prestiti al consumo, rendendo più favorevoli le condizioni rispetto ai mesi precedenti.
Ma una domanda più alta significa anche un mercato più affollato di offerte, spesso molto diverse tra loro per tassi, costi e durata. Senza una visione d'insieme chiara, orientarsi nella scelta di un piccolo finanziamento può rivelarsi un compito arduo.
In questo contesto, siti specializzati come Prestiti.it possono costituire un utile supporto, mettendo a disposizione servizi di comparazione che permettono di analizzare in modo semplice e veloce le caratteristiche principali dei vari prodotti creditizi, così da individuare quelli più vantaggiosi e sostenibili per il proprio profilo.
La crescita della domanda di piccoli finanziamenti è il segnale di una generazione che, pur tra difficoltà strutturali, cerca soluzioni per gestire le proprie esigenze economiche senza rinunciare ai propri progetti.
In un mercato più favorevole rispetto a qualche mese fa, l'accesso al credito può diventare un alleato per mantenere l'equilibrio del bilancio familiare o personale, purché inserito in una pianificazione attenta e sostenibile.
È infatti sempre bene calibrare l'importo sulle reali necessità, scegliendo condizioni competitive e mantenendo un rapporto rata/reddito compatibile con le proprie entrate. In questo modo, il finanziamento costituisce un vero e proprio strumento di supporto, in grado di accompagnare percorsi orientati all'autonomia e alla crescita.
ARTICOLO PUBBLIREDAZIONALE
Questi mutamenti stanno ridefinendo tempi e modalità con cui si costruiscono progetti di vita autonoma, influenzando sia le scelte quotidiane sia le prospettive a lungo termine. In questo contesto, osservare come evolvono abitudini, priorità e strumenti a disposizione diventa fondamentale per comprendere le tendenze attuali.
Contesto e dati
Attualmente, per un giovane italiano sotto i 35 anni vivere da solo risulta piuttosto complesso. Guardando agli ultimi dati disponibili, nel 2024 i canoni di affitto sono saliti in media del +4,7% a livello nazionale, con punte oltre il +5% a Milano e Roma. In molte città universitarie la situazione è ancora più critica: a Firenze, per esempio, l'affitto assorbe circa il 48% del reddito medio, a Napoli il 47%, mentre nella capitale e nel capoluogo lombardo si viaggia attorno al 40–41%.
Il problema è che le retribuzioni non seguono lo stesso passo. Secondo i dati ISTAT, gli under 30 guadagnano in media il 36,4% in meno rispetto agli over 50. Tra il 2019 e il 2024 il potere d'acquisto dei salari reali è crollato di circa –10,5%, complice l'inflazione e un cuneo fiscale che nel 2024 ha raggiunto il 47,1% per un lavoratore single senza figli, contro una media OCSE del 34,9%.
Il confronto con l'Europa è impietoso: a parità di potere d'acquisto, un giovane lavoratore italiano guadagna circa il 45% in meno di un tedesco e il 18% in meno di un francese; solo rispetto agli spagnoli il divario si riduce a circa il –2%.
Gli effetti dell'aumento del costo della vita
Questo quadro economico ha conseguenze concrete e immediate sulla vita dei giovani italiani. Secondo l'ultimo Rapporto annuale ISTAT, nel biennio 2023-24 quasi i due terzi dei giovani i 18 e i 34 anni vivevano ancora con i genitori, con una percentuale del 68% tra gli uomini e del 59% tra le donne.
Anche l'età media dell'emancipazione abitativa lo conferma: in Italia si lascia casa attorno ai 30 anni, contro una media europea di 26,3. Quattro anni in più che, nella pratica, servono spesso ad accumulare risparmi sufficienti a coprire i costi iniziali di un affitto. E questi costi non sono trascurabili: la legge consente al proprietario di chiedere fino a tre mensilità di cauzione, a cui si sommano la prima mensilità e, di frequente, una provvigione d'agenzia pari a un mese di canone o al 10–15% dell'annuale.
Per molti under 35, un esborso simile equivale a diversi mesi di stipendio e diventa un ostacolo sufficiente a rimandare il trasferimento o a optare per la condivisione di un appartamento, anche quando il desiderio di autonomia è forte.
Questa pressione si riflette anche sulle spese discrezionali: viaggi, serate fuori e attività ricreative vengono spesso ridotti o pianificati con largo anticipo, privilegiando offerte e periodi meno costosi. È una strategia di contenimento che, se da un lato preserva un minimo di svago, dall'altro conferma come la priorità resti far quadrare i conti a fine mese.
Si ricorre sempre più spesso a piccoli finanziamenti
Il contesto di affitti in costante rialzo, salari reali compressi e costi iniziali difficili da sostenere interamente con il proprio reddito non è privo di conseguenze: sta spingendo un numero sempre più rilevante di giovani a ricorrere a forme di finanziamento. In molti casi si tratta di prestiti di importo contenuto, richiesti non per grandi investimenti, ma per gestire spese che, concentrate in un breve lasso di tempo, rischierebbero di mettere in crisi l'equilibrio di bilancio.
I dati del Barometro CRIF relativi al primo trimestre 2025 confermano il peso delle fasce più giovani sul totale delle domande di prestito personale: il 7,0% proviene dai 18–24enni e il 18,9% dai 25–34enni. Quasi la metà delle richieste complessive (45,1%) riguarda importi fino a 5.000 euro, a testimonianza di un'attenzione marcata verso il piccolo finanziamento, spesso finalizzato a diluire nel tempo spese circoscritte.
La congiuntura attuale offre un elemento in più: la politica monetaria. Il 5 giugno 2025 la Banca Centrale Europea ha ridotto di 25 punti base i tre tassi di riferimento (depositi 2,00%, rifinanziamento principale 2,15%, rifinanziamento marginale 2,40%). Questo intervento riduce il costo a cui banche e finanziarie si approvvigionano di liquidità e, con un certo ritardo, tende a riflettersi sui tassi applicati ai prestiti al consumo, rendendo più favorevoli le condizioni rispetto ai mesi precedenti.
Ma una domanda più alta significa anche un mercato più affollato di offerte, spesso molto diverse tra loro per tassi, costi e durata. Senza una visione d'insieme chiara, orientarsi nella scelta di un piccolo finanziamento può rivelarsi un compito arduo.
In questo contesto, siti specializzati come Prestiti.it possono costituire un utile supporto, mettendo a disposizione servizi di comparazione che permettono di analizzare in modo semplice e veloce le caratteristiche principali dei vari prodotti creditizi, così da individuare quelli più vantaggiosi e sostenibili per il proprio profilo.
I giovani non rinunciano a pianificare il futuro
La crescita della domanda di piccoli finanziamenti è il segnale di una generazione che, pur tra difficoltà strutturali, cerca soluzioni per gestire le proprie esigenze economiche senza rinunciare ai propri progetti.
In un mercato più favorevole rispetto a qualche mese fa, l'accesso al credito può diventare un alleato per mantenere l'equilibrio del bilancio familiare o personale, purché inserito in una pianificazione attenta e sostenibile.
È infatti sempre bene calibrare l'importo sulle reali necessità, scegliendo condizioni competitive e mantenendo un rapporto rata/reddito compatibile con le proprie entrate. In questo modo, il finanziamento costituisce un vero e proprio strumento di supporto, in grado di accompagnare percorsi orientati all'autonomia e alla crescita.
ARTICOLO PUBBLIREDAZIONALE