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Commento
Don Michelangelo Tondolo: «Il sussurro dell'amore»
«Il Sacramento del sacerdozio non è una conquista o un merito, bensì è un dono che viene fatto per la comunità»
Andria - lunedì 15 dicembre 2025
5.18
«Al termine della celebrazione del giubileo presbiterale, desidero offrire una semplicissima riflessione che va a toccare alcune parole nascoste presenti nella liturgia eucaristica; infatti, queste frasi liturgiche, che l'assemblea mala pena percepisce non le conosce. Questo perché le stesse vengono pronunciate sottovoce dal sacerdote e comunque non hanno una risposta liturgica. Per esempio durante la messa se il sacerdote dice:" Il Signore sia con voi", tutti noi sappiamo cosa rispondere. Quali sono queste frasi?
La prima: purifica il mio cuore le mie labbra, Dio onnipotente, perché possa annunciare degnamente il tuo vangelo (questa frase viene pronunciata prima che il sacerdote proclami il vangelo).
La seconda: la Parola del vangelo cancelli i nostri peccati (dopo la proclamazione del vangelo).
Terza frase: Umili e pentiti accoglici o Signore, ti sia gradito il nostro sacrificio che oggi si compie dinanzi a te (dopo l'offerta a Dio del pane e del vino).
La quarta frase, viene pronunciata quando il sacerdote si lava le mani durante l'offertorio: lavami Signore, dalle mie colpe, dal mio peccato purificami.
Quinta frase: la comunione al tuo corpo e al tuo sangue, Signore Gesù Cristo, non diventi per me motivo di condanna, ma per tua misericordia sia rimedio e difesa dell'anima e del corpo (questa frase il sacerdote la proclama dopo che è stato cantato l'Agnello di Dio).
Sesta parola: il corpo e il sangue di Cristo mi custodiscano per la vita eterna (prima che il sacerdote si comunichi).
Settima e ultima frase: il Sacramento ricevuto con la bocca sia accolto con purezza nel nostro spirito, o Signore, e il dono fatto a noi nel tempo ci sia rimedio per la vita eterna (quando il sacerdote purifica la patena e il calice dopo aver distribuito l'Eucaristia).
Queste frasi accompagnano i sacerdoti lungo tutte le celebrazioni eucaristiche che presiedono e quindi queste parole liturgiche cosa ci dicono? Io vedrei tre piste di riflessione.
Le stesse ci invitano a ferire il nostro egoismo e aprire crepe e ferite affinché la misericordia e grazia di Dio possano entrare e salvare.
L'alternanza "io" e "noi" dicono l'importanza e la bellezza del cammino personale inserito in quello comunitario e uno comunitario che suscita quello personale.
Il Sacramento del sacerdozio non è una conquista o un merito, bensì è un dono che viene fatto per la comunità e insieme si cammina verso la santità; pertanto mi piace pensare che in ogni anniversario gli auguri non vadano solo a chi lo festeggia ma a tutti i sacerdoti e a tutti i laici, che con fedeltà quotidiana e semplicità vivono il rapporto con Dio nella carità vicendevole».
La prima: purifica il mio cuore le mie labbra, Dio onnipotente, perché possa annunciare degnamente il tuo vangelo (questa frase viene pronunciata prima che il sacerdote proclami il vangelo).
La seconda: la Parola del vangelo cancelli i nostri peccati (dopo la proclamazione del vangelo).
Terza frase: Umili e pentiti accoglici o Signore, ti sia gradito il nostro sacrificio che oggi si compie dinanzi a te (dopo l'offerta a Dio del pane e del vino).
La quarta frase, viene pronunciata quando il sacerdote si lava le mani durante l'offertorio: lavami Signore, dalle mie colpe, dal mio peccato purificami.
Quinta frase: la comunione al tuo corpo e al tuo sangue, Signore Gesù Cristo, non diventi per me motivo di condanna, ma per tua misericordia sia rimedio e difesa dell'anima e del corpo (questa frase il sacerdote la proclama dopo che è stato cantato l'Agnello di Dio).
Sesta parola: il corpo e il sangue di Cristo mi custodiscano per la vita eterna (prima che il sacerdote si comunichi).
Settima e ultima frase: il Sacramento ricevuto con la bocca sia accolto con purezza nel nostro spirito, o Signore, e il dono fatto a noi nel tempo ci sia rimedio per la vita eterna (quando il sacerdote purifica la patena e il calice dopo aver distribuito l'Eucaristia).
Queste frasi accompagnano i sacerdoti lungo tutte le celebrazioni eucaristiche che presiedono e quindi queste parole liturgiche cosa ci dicono? Io vedrei tre piste di riflessione.
Le stesse ci invitano a ferire il nostro egoismo e aprire crepe e ferite affinché la misericordia e grazia di Dio possano entrare e salvare.
L'alternanza "io" e "noi" dicono l'importanza e la bellezza del cammino personale inserito in quello comunitario e uno comunitario che suscita quello personale.
Il Sacramento del sacerdozio non è una conquista o un merito, bensì è un dono che viene fatto per la comunità e insieme si cammina verso la santità; pertanto mi piace pensare che in ogni anniversario gli auguri non vadano solo a chi lo festeggia ma a tutti i sacerdoti e a tutti i laici, che con fedeltà quotidiana e semplicità vivono il rapporto con Dio nella carità vicendevole».


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