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Vita di città

Dehors ad Andria, i commercianti ci avevano visto giusto

Il Tar accoglie ricorsi. Claudio Sinisi (Confcommercio): “Ora serve partecipazione, un tavolo tecnico con Comune e Sovrintendenza per trovare la quadra”

"Appare irragionevole la scelta dell'amministrazione comunale di limitare per effetto del regolamento impugnato, la possibilità di installare in ambito 3 unicamente i c.s. dehors semplici, escludendo la possibilità di copertura, in assenza di una specifica e compiuta istruttoria relativa alle caratteristiche precipue delle singole zone interessate finalizzata all'accertamento della sussistenza delle esigenze di tutela connesse all'effettiva presenza nelle aree in questione di fabbricati di valore storico architettonico o comunque di beni suscettibile di tutela". È solo un passaggio della sentenza della terza sezione del Tar Puglia con la quale i giudici amministrativi accolgono i ricorsi presentati da un gruppo di commercianti contro il Comune di Andria per chiedere l'annullamento della deliberazione del commissario straordinario del luglio del 2019 relativa cioè al regolamento che disciplina l'occupazione di suolo pubblico e per spazi di ristoro all'aperto, annessi ai locali di pubblico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande, ovvero i cosiddetti dehors.

I ricorsi erano stato proposti da alcuni titolari di pubblici esercizi di Corso Cavour e piazza Imbriani, convinti del fatto che le regole più stringenti decise nel regolamento anche per il terzo ambito cittadino (quello in cui ricadono appunto corso Cavour e piazza Imbriani) fossero dettate da una logica troppo stringente: in sostanza, nel regolamento l'occupazione era consentita solo con paletti, corde, fioriere e non con tettoie e o gazebo che invece sono presenti in quanto previsti nel precedente regolamento (quello redatto dall'ex assessore allo Sviluppo economico Pierpaolo Matera).

Nel ricorso presentato dall'avvocato Fulvio Mastroviti, si riteneva anche che non fossero stati rispettati i diritti partecipativi dei gestori perché il regolamento (di luglio 2019) era stato approvato senza "alcuna forma di consultazione dei soggetti interessati". Ed è proprio da qui che bisogna ripartire, dicono dalla Confcommercio, l'invito al Comune di Andria è quello di aprire subito al dialogo: "La cosa importante – spiega il presidente, Claudio Sinisi - ora è mettersi al lavoro e creare un tavolo tecnico permanente per discutere insieme ad amministrazione comunale e Sovrintendenza e trovare la quadra. Non solo ad Andria perché questo è un tema che va affrontato a livello regionale. Certo, non possiamo dimenticare che l'amministrazione si è rivolta anche al Consiglio di Stato, un accanimento che ci è sembrato da subito eccessivo. Ma finalmente termina questa vicenda, nella quale siamo stati in campo insieme alla Confesercenti, con la vittoria dei titolari dei pubblici esercizi. Siamo soddisfatti, soprattutto perché questa è la vittoria dei commercianti stessi che, sin dalle prime battute, hanno creduto in un lavoro di squadra, creando tra di loro aggregazione. Con l'accoglimento dei ricorsi, si tutela anche un settore importante come quello della ristorazione che sappiamo bene quanto stia soffrendo in particolare in questo momento", conclude Sinisi.
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