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Politica

"Dati sul bilancio certificano il fallimento di Giorgino, ora abbia la dignità del silenzio”

Nota del "Cantiere del Buongoverno - Andria 2020" che chiede le dimissioni da Presidente del Gal

E' ancora il bilancio di previsione 2019-2021 approvato nei giorni scorsi dal Commissario prefettizio Tufariello a tenere banco nel dibattito politico. Sulla grave crisi finanziaria del Comune di Andria interviene con una nota a firma di Nicola Fuzio, il "Cantiere del Buongoverno - Andria 2020" e questa volta le accuse nei confronti di Nicola Giorgino e dei suoi sostenitori sono pesanti come macigni. E intanto viene rinnovato l'invito a Nicola Giorgino a dimettersi da Presidente del Gal "LE Città di Castel del Monte", così come fatto nei giorni scorsi dal segretario cittadino del Pd, Giovanni Vurchio.

"Solo il silenzio dignitoso dei colpevoli poteva indurci a non parlare, ma di fronte a tanta svergognata arroganza non possiamo che ribadire la verità, con i dati contabili reali che emergono dal bilancio approvato alcuni giorni fa dalla gestione commissariale.

Ci sono tre elementi fondamentali che dovrebbero suggerire, agli esaltanti ed esaltati sostenitori della tesi che il bilancio del Commissario è uguale a quello "bocciato" dal Consiglio Comunale il 17 aprile 2019, di nascondere la faccia per la vergogna.

Questi tre elementi sono in apertura del comunicato del Commissario Straordinario e sono i seguenti:
1) il rispetto degli equilibri di bilancio ed i conseguenti vincoli di finanza pubblica;
2) l'attendibilità delle entrate;
3) la coerenza e congruità della spesa.

È opportuno che i cittadini riflettano su questi tre elementi perché evidenziano che il documento bocciato in Consiglio Comunale non rispettava gli equilibri di bilancio e i vincoli di finanza pubblica, non aveva entrate attendibili, non aveva coerenza e congruità delle spese. Cos'altro doveva dire il Commissario? Che quel bilancio era palesemente falso?
Non lo ha detto apertamente perché è costretto ad usare garbo istituzionale! Ma era evidente a tutti, infatti, proprio in Consiglio avevamo sostenuto e ripetuto a più riprese, che era errata la previsione di entrata di € 2 milioni e mezzo, per un contenzioso del Comune di Lecce con il Governo centrale che secondo l'amministrazione riguardava anche Andria, con la significativa differenza che solo Lecce, e non Andria, aveva già incassato da tempo il proprio credito!

Se il bilancio fosse stato approvato così come proposto ad Aprile, quei due milioni e mezzo di dubbia esigibilità (tanto e vero che erano in bilancio anche nel 2018, per questo il Commissario ha dovuto confermarli) avrebbero prodotto altrettanta spesa senza copertura, avrebbe cioè squilibrato ulteriormente i conti comunali. Infatti il Commissario Straordinario ha neutralizzato prudenzialmente quelle somme accantonando una posta uguale e contraria a garanzia di crediti non esigibili!
È sufficiente questo per dire quanto questo bilancio sia diverso dal precedente "bocciato"?
No, c'è un'altra questione, recepita istantaneamente dal Commissario ed elusa dal "capo" della amministrazione caduta, quella della restituzione ai cittadini di somme rivenienti dalla sentenza del TAR Puglia per IMU TARI e TASI relative all'anno 2015.

E in questo bilancio c'è quello che non c'era in quello che noi abbiamo sonoramente bocciato! C'è la restituzione e la compensazione. Grazie a noi che abbiamo tempestivamente portato a conoscenza il Commissario della esistenza di quella sentenza, pur avendolo a più riprese richiesto in Consiglio e avendo ricevuto bugiarde assicurazioni.

Ecco, i tratti caratteristici di questi anni sono stati appunto la menzogna, l'imbonimento e le promesse non mantenute! Il ricorso alla procedura di riequilibrio ha salvato il Comune da una fine ancora più vergognosa, e per fortuna ora interlocutori istituzionali più credibili, e non incoscienti come chi ha procurato danni anche a se stesso, hanno udienza migliore presso Ministero e Corte dei Conti. Ora si è in attesa della omologazione del Piano di Riequilibrio.

Ricordiamo, solo per la cronaca, che fu raffazzonato negli ultimi giorni prima della scadenza ed ha ricevuto la richiesta di una serie infinita di documentazioni integrative che sono state depositate.
Se tutto era normale e si sarebbe potuto procedere con la stessa solfa, perché mai con la procedura di riequilibrio -da noi voluta, pretesa, imposta con fermezza e approvata- è stato chiesto anche il fondo di rotazione per 24 milioni di euro al Governo Nazionale?

Dovremmo ricevere a giorni, infatti, la metà dell'importo e a fine anno la quota restante, per pagare i nostri debiti a quei fornitori di opere e servizi che non ne potevano più dei professionisti della bugia e di rinvii sine die.

Riassumendo: questo bilancio è diverso almeno per le due poste che abbiamo illustrato sopra, per i 2 milioni e mezzo di un credito di dubbia esigibilità e per la partita da restituire e/o compensare con i cittadini per la sentenza IMU TASI TARI del 2015 che ammonta a circa 400/500 mila euro. Il totale fa circa 3 milioni.

Non bastano tre milioni di differenza, ne volevate di più?

C'è un altro dato: la differenza di spesa tra il bilancio 2018 e questo per il 2019 di ben 6 milioni di spesa in meno che non andrà in circolo nell'economia cittadina e 12 milioni in meno di spesa nel triennio? E parlano ancora senza riuscire a provare un po' di vergogna?

Qualcuno che, ancora baldanzoso, circola per le strade della città dovrebbe nascondersi per i danni procurati, prima alla città intera e poi al centrodestra, rendendo l'aria di questo campo irrespirabile!

Quei 24 milioni sono da restituire in dieci anni, beh, dovrebbero trovare il coraggio di sparire dalla politica almeno per dieci anni e riemergere dall'oblio -se i cittadini lo vorranno- quando il mutuo sarà estinto!

Alla luce di tutto questo, una domanda: chi sarebbe il traditore della città? Noi che abbiamo mandato a casa un gruppetto di potere che stava gettando nel baratro Andria o chi, per l'appunto, era in procinto di danneggiare ulteriormente la nostra Comunità?

P.S. Ricordiamo, agli smemorati di Collegno, che quando ci insediammo nel 2010 non facemmo in tempo a chiedere le dimissioni dell'allora sindaco Zaccaro da Presidente del Gal perché, da galantuomo qual è, non se lo fece ripetere. Lo stile di una persona, sopratutto in politica, non é essere vestiti tutti i giorni da pinguino, ma nel tratto umano pieno di spontaneità e di lealtà, unite al rispetto delle istituzioni. Crediamo sia utile chiedere lo stesso comportamento lineare e responsabile: l'ex sindaco non abusi e lasci la presidenza del Gal nella determinazione del Commissario, perché venga attribuito agli agricoltori. Esca di scena perché è un ostacolo alla ricomposizione del centrodestra. Forse è troppo attendersi tanta correttezza da chi conserva gelosamente una serie infinita di "Premio Giachetti"!
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