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Attualità
Comitato residenti del centro-storico: "Sulla storia dei dehors è tempo di fare chiarezza"
Intanto ieri sera, nel corso del consiglio comunale presentata una mozione da parte di alcuni gruppi politici
Andria - venerdì 29 giugno 2018
Sulla vicenda dei dehors vi sono delle importanti novità. Proprio ieri sera, nel corso del consiglio comunale, alcuni gruppi consiliari hanno presentato una mozione/ordine del giorno urgente -che ne parleremo diffusamente prossimamente, in quanto sarà diffuso un comunicato stampa sull'iniziativa politica- che intende provvedere a porre soluzioni al rilascio delle autorizzazioni dei manufatti che proprio in questi giorni stanno creando grossi problemi tra gli esercenti commerciali, in quanto dopo le sanzioni comminate sono giunte le diffide alla loro rimozione.
Intanto, il Comitato dei residenti del centro-storico, sulla storia dei dehors ad Andria intende fare chiarezza, affrontando alcuni punti. Vediamoli insieme:
- il regolamento de Consiglio Comunale n. 77 del 14/11/2011 è illegittimo perché è stato approvato senza il parere della Soprintendenza previsto dall'art. 52 del d.lgs. 42/2004;
- questa circostanza è nota all'amministrazione locale perlomeno dal 21 luglio 2014;
- ne consegue che tutte le autorizzazioni relative ai dehors (in particolari i manufatti non stagionali/estivi) del centro-storico rilasciate in base al citato regolamento sono illegittime (abusive ?) in quanto è illegittimo il Regolamento nel quale è previsto il potere autorizzatorio;
- anche questa circostanza è da tempo nota all'amministrazione che aveva ottenuto una proroga della moratoria (al 31.12.2017) inizialmente concordata con la Soprintendenza, proroga palesemente illegittima che lo stesso ente (cioè la Soprintendenza) ha revocato in autotutela;
- questo non vuol dire che tutti i dehors del centro-storico soggiacciono allo stesso regime vincolistico e quindi siano illegittimi allo stesso modo;
- bisogna distinguere i vincoli generici riferibili alla classificazione dell'anello del centro storico nell'area a) del Piano rRgolatore dai vincoli specifici riferibili solo ad alcune aree dello stesso quartiere (es. marciapiedi storici);
- solo per quest'ultimi ambiti si profila un ulteriore profilo di illegittimità (oltre a quello dell'illegittimità derivata), che non potrebbe essere sanato neppure dall'adozione del regolamento, occorrendo per ogni specifico manufatto, in ogni caso, il preventivo controllo della Soprintendenza;
- resta sullo sfondo la questione relativa alla natura del dehors, se trattasi cioè davvero di una struttura temporanea ovvero di un immobile con tutto quello che ne consegue (molto dipende dalle modalità di realizzazione).
Nella grande confusione di cui sono responsabili tutti i protagonisti di questa vicenda (alcuni dei quali hanno agito esclusivamente nella prospettiva di tutelare specifici interessi, infischiandosene di ogni altra considerazione), le vittime sono gli esercenti più corretti (più volte messi in guardia nei post della pagina fb del Comitato) ed i residenti i quali - sempre inascoltati e mai consultati nelle riunioni con l'amministrazione locale (con le conseguenze evidenti a tutti) - rivendicano soprattutto il rispetto della disposizione dell'art. 13, co. 3, lett. f), ovvero la rimozione del disturbo della quiete pubblica causato dall'utilizzo del suolo pubblico (bene sottolineare, suolo pubblico) predatorio e prevaricatorio perpetrato a danno dei vicini.
Spiace molto se la tutela del sacrosanto diritto al riposo e alla quiete -che vuol dire diritto alla Salute- oggi venga strumentalizzato dopo che gli organi competenti non lo hanno tutelato".
Una vicenda, quella dei dehors ad Andria che speriamo, visti gli ultimi avvenimenti, inizi a prendere una piega diversa, capace di tutelare i diritti ed i doveri di tutti i soggetti coinvolti, nessuno escluso.
Intanto, il Comitato dei residenti del centro-storico, sulla storia dei dehors ad Andria intende fare chiarezza, affrontando alcuni punti. Vediamoli insieme:
- il regolamento de Consiglio Comunale n. 77 del 14/11/2011 è illegittimo perché è stato approvato senza il parere della Soprintendenza previsto dall'art. 52 del d.lgs. 42/2004;
- questa circostanza è nota all'amministrazione locale perlomeno dal 21 luglio 2014;
- ne consegue che tutte le autorizzazioni relative ai dehors (in particolari i manufatti non stagionali/estivi) del centro-storico rilasciate in base al citato regolamento sono illegittime (abusive ?) in quanto è illegittimo il Regolamento nel quale è previsto il potere autorizzatorio;
- anche questa circostanza è da tempo nota all'amministrazione che aveva ottenuto una proroga della moratoria (al 31.12.2017) inizialmente concordata con la Soprintendenza, proroga palesemente illegittima che lo stesso ente (cioè la Soprintendenza) ha revocato in autotutela;
- questo non vuol dire che tutti i dehors del centro-storico soggiacciono allo stesso regime vincolistico e quindi siano illegittimi allo stesso modo;
- bisogna distinguere i vincoli generici riferibili alla classificazione dell'anello del centro storico nell'area a) del Piano rRgolatore dai vincoli specifici riferibili solo ad alcune aree dello stesso quartiere (es. marciapiedi storici);
- solo per quest'ultimi ambiti si profila un ulteriore profilo di illegittimità (oltre a quello dell'illegittimità derivata), che non potrebbe essere sanato neppure dall'adozione del regolamento, occorrendo per ogni specifico manufatto, in ogni caso, il preventivo controllo della Soprintendenza;
- resta sullo sfondo la questione relativa alla natura del dehors, se trattasi cioè davvero di una struttura temporanea ovvero di un immobile con tutto quello che ne consegue (molto dipende dalle modalità di realizzazione).
Nella grande confusione di cui sono responsabili tutti i protagonisti di questa vicenda (alcuni dei quali hanno agito esclusivamente nella prospettiva di tutelare specifici interessi, infischiandosene di ogni altra considerazione), le vittime sono gli esercenti più corretti (più volte messi in guardia nei post della pagina fb del Comitato) ed i residenti i quali - sempre inascoltati e mai consultati nelle riunioni con l'amministrazione locale (con le conseguenze evidenti a tutti) - rivendicano soprattutto il rispetto della disposizione dell'art. 13, co. 3, lett. f), ovvero la rimozione del disturbo della quiete pubblica causato dall'utilizzo del suolo pubblico (bene sottolineare, suolo pubblico) predatorio e prevaricatorio perpetrato a danno dei vicini.
Spiace molto se la tutela del sacrosanto diritto al riposo e alla quiete -che vuol dire diritto alla Salute- oggi venga strumentalizzato dopo che gli organi competenti non lo hanno tutelato".
Una vicenda, quella dei dehors ad Andria che speriamo, visti gli ultimi avvenimenti, inizi a prendere una piega diversa, capace di tutelare i diritti ed i doveri di tutti i soggetti coinvolti, nessuno escluso.