
Attualità
Come prolungare la vita delle strutture murarie con materiali compatibili
Non si deve imporre la volontà moderna con la forza, ma si deve ascoltare il muro
Andria - venerdì 17 ottobre 2025
9.37
Chiunque abbia la fortuna di vivere o anche solo di passeggiare accanto a edifici storici, muri in pietra o vecchi casali, percepisce qualcosa di speciale. Queste strutture sono testimoni di un tempo in cui si costruiva con ritmi e materiali diversi. Ma questa bellezza è fragile. Il passare del tempo e l'incuria mettono a rischio la stessa sopravvivenza di queste strutture.
Per decenni si è pensato che la soluzione per consolidare e proteggere il vecchio fosse il nuovo. Si è agito con l'idea di rinforzare, creando, ad esempio, delle coperture rigide. Ma si tratta di soluzioni in molti casi chimicamente aggressive.
Bisogna comprendere, invece, che, per prolungare la vita delle strutture murarie, non si deve imporre la volontà moderna con la forza, ma si deve ascoltare il muro. Significa capire come è stato costruito, come "respira" e come si muove. Per un restauro che duri nel tempo, non bisognerebbe mettere al centro la resistenza, ma la compatibilità. Si tratta di scegliere materiali che "parlino la stessa lingua" della struttura originale, rispettandone la natura fisica e chimica.
Se l'acqua riesce a penetrare dalla sommità, le conseguenze sono gravi, perché agisce sull'intero spessore del muro, soprattutto nelle diffuse "murature a sacco", dove l'interno è riempito di materiali più sciolti. Con i cicli di gelo e disgelo, l'acqua ghiacciata espande il suo volume e letteralmente "spacca" la pietra o disgrega la malta. Nel giro di poco tempo il muro si trasforma in un ammasso incoerente.
La tentazione moderna è quella di sigillare la sommità con una copertura in cemento. Questo approccio, però, potrebbe creare qualche problema. Il cemento è rigido: mentre il muro sottostante si assesta, come tutti i muri storici fanno, la copertura cementizia non si adatta, si fessura e crea nuove vie d'accesso per l'acqua. Inoltre, essendo impermeabile, blocca l'evaporazione dell'umidità che risale dal terreno, rendendo la parte alta del muro ricca di umidità con una certa pressione.
Qui entrano in gioco soluzioni specifiche, pensate per la protezione sommitale nel rispetto della struttura. Si tratta di malte che replicano la logica dei materiali storici. Un esempio è Silex, una malta preconfezionata che non ha nulla a che vedere con il cemento.
È composta da calce aerea purissima, pozzolane naturali micronizzate (un legante "storico" usato fin dai tempi dei Romani) e aggregati silicei. È totalmente priva di cemento e di sali. Questa composizione le permette di essere insolubile all'acqua battente, ma allo stesso tempo elastica e incredibilmente traspirante, per una protezione della sommità del muro senza sigillare.
In un sistema sano, questa umidità si sposta attraverso la muratura e gli intonaci e viene rilasciata all'esterno sotto forma di vapore. Le malte storiche, a base di calce, sono perfette per questo: sono macro-porose, funzionano come una spugna che si impregna e si asciuga rapidamente.
Cosa succede quando si applicano un intonaco cementizio o una pittura plastica e impermeabile? Si blocca questa via di fuga. È come mettere un sacchetto di plastica addosso a una persona che sta sudando: l'umidità rimane intrappolata.
L'uso di materiali a base di calce è fondamentale perché mantiene la capacità di scambio igrometrico. Permettono al muro di "respirare", di asciugarsi e di autoregolarsi, assicurando un ambiente interno e sano e prevenendo i danni strutturali.
ARTICOLO PUBBLIREDAZIONALE
Per decenni si è pensato che la soluzione per consolidare e proteggere il vecchio fosse il nuovo. Si è agito con l'idea di rinforzare, creando, ad esempio, delle coperture rigide. Ma si tratta di soluzioni in molti casi chimicamente aggressive.
Bisogna comprendere, invece, che, per prolungare la vita delle strutture murarie, non si deve imporre la volontà moderna con la forza, ma si deve ascoltare il muro. Significa capire come è stato costruito, come "respira" e come si muove. Per un restauro che duri nel tempo, non bisognerebbe mettere al centro la resistenza, ma la compatibilità. Si tratta di scegliere materiali che "parlino la stessa lingua" della struttura originale, rispettandone la natura fisica e chimica.
Il nemico principale: l'acqua che viene dall'alto
Quando si pensa ai problemi di un muro, spesso ci si concentra sull'umidità di risalita. Ma uno dei pericoli più insidiosi arriva dall'alto. Le sommità delle murature, come la parte alta di un muro di cinta o la muratura sotto un tetto danneggiato, costituiscono la prima linea di difesa contro la pioggia, la neve e il gelo.Se l'acqua riesce a penetrare dalla sommità, le conseguenze sono gravi, perché agisce sull'intero spessore del muro, soprattutto nelle diffuse "murature a sacco", dove l'interno è riempito di materiali più sciolti. Con i cicli di gelo e disgelo, l'acqua ghiacciata espande il suo volume e letteralmente "spacca" la pietra o disgrega la malta. Nel giro di poco tempo il muro si trasforma in un ammasso incoerente.
La tentazione moderna è quella di sigillare la sommità con una copertura in cemento. Questo approccio, però, potrebbe creare qualche problema. Il cemento è rigido: mentre il muro sottostante si assesta, come tutti i muri storici fanno, la copertura cementizia non si adatta, si fessura e crea nuove vie d'accesso per l'acqua. Inoltre, essendo impermeabile, blocca l'evaporazione dell'umidità che risale dal terreno, rendendo la parte alta del muro ricca di umidità con una certa pressione.
Qui entrano in gioco soluzioni specifiche, pensate per la protezione sommitale nel rispetto della struttura. Si tratta di malte che replicano la logica dei materiali storici. Un esempio è Silex, una malta preconfezionata che non ha nulla a che vedere con il cemento.
È composta da calce aerea purissima, pozzolane naturali micronizzate (un legante "storico" usato fin dai tempi dei Romani) e aggregati silicei. È totalmente priva di cemento e di sali. Questa composizione le permette di essere insolubile all'acqua battente, ma allo stesso tempo elastica e incredibilmente traspirante, per una protezione della sommità del muro senza sigillare.
Il muro deve respirare: il concetto della traspirabilità
Il concetto più importante nel restauro è la traspirabilità. I muri storici non sono barriere inerti, sono sistemi dinamici che gestiscono l'umidità. Assorbono l'acqua dal terreno (la cosiddetta risalita capillare) e il vapore prodotto all'interno.In un sistema sano, questa umidità si sposta attraverso la muratura e gli intonaci e viene rilasciata all'esterno sotto forma di vapore. Le malte storiche, a base di calce, sono perfette per questo: sono macro-porose, funzionano come una spugna che si impregna e si asciuga rapidamente.
Cosa succede quando si applicano un intonaco cementizio o una pittura plastica e impermeabile? Si blocca questa via di fuga. È come mettere un sacchetto di plastica addosso a una persona che sta sudando: l'umidità rimane intrappolata.
L'uso di materiali a base di calce è fondamentale perché mantiene la capacità di scambio igrometrico. Permettono al muro di "respirare", di asciugarsi e di autoregolarsi, assicurando un ambiente interno e sano e prevenendo i danni strutturali.
ARTICOLO PUBBLIREDAZIONALE