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Politica

Bando di rigenerazione urbana: ecco i progetti da presentare

Importante gruppo di lavoro coordinato dalla consigliera comunale Daniela Di Bari

Tutto pronto in merito ai progetti da presentare nell'ambito del bando di rigenerazione urbana della città di Andria. Un gruppo di lavoro coordinato dalla consigliera comunale Daniela Di Bari e composto da Tonia Abbasciano, Raffaella Ardito, Vincenzo Caldarone, Sandra Cannone, Giuseppe Casamassima, Roberta Chieppa, Pino Cimino, Massimo Nicolamarino, Natale Pepe, Pino Pertoso, Leonardo Sforza, Giovanni Selano e Sabino Zinni, si è riunito e ha prodotto un documento con delle proposte.

Strategie integrate, Rigenerazione Urbana, Innovazione sociale: questi i significati che hanno interrogato il gruppo che in modo spontaneo e coinvolgendosi l'uno con l'altra si è incontrato per condividere e consegnare delle riflessioni, proposte e idee per la partecipazione al bando regionale su le Strategie Integrate di Sviluppo Urbano Sostenibile (Rigenerazione Urbana Asse P.O. FESR- FES 2014-2020).

È stata una buona occasione di confronto che può proseguire nell'ottica di un maggiore coinvolgimento delle persone al fine di sostenere e incidere nelle scelte di sviluppo. ed ecco il lavoro svolto consegnato il 19 settembre scorso.

Rigenerare è partecipare, esperienza collettiva di socializzazione, ecco la via.

Premessa
L'avviso pubblico regionale di cui alla delibera di Giunta Regionale n. 650 del 4 maggio 2017 prevede la definizione di due passaggi fondamentali per l'attuazione degli investimenti europei:
- l'individuazione delle autorità urbane quale organo intermedio locale per la selezione e l'attuazione dei programmi integrati di sviluppo urbano;
- la definizione delle aree di intervento finalizzata alla presentazione di progetti di rigenerazione urbana.

Questa è una opportunità e una sfida per la nostra comunità, chiamata ad affrontarla con tenacia, impegno, ingegno e discernimento per portare a frutto tutte le risorse, attivando processi. La rigenerazione urbana e l'innovazione sociale è il connubio tangibile già in molte realtà, una esperienza che crea una relazione efficace tra la città ed i suoi abitanti, promuove esperienze di socializzazione a partire dai processi partecipativi, riconosce ai cittadini un ruolo sostanziale in un processo di rigenerazione sociale e relazionale.
Lo spazio urbano è spazio della relazione sociale e rigenerando spazi di marginalità urbana si rigenerano luoghi di marginalità sociale.

La giunta comunale ha scelto, come area di intervento, il centro storico che il Documento Programmatico di Rigenerazione Urbana ha individuato nell'area perimetrata dalla viabilità esterna al preesistente perimetro murario.
In particolare sembrerebbe che gli orientamenti per gli interventi da candidare stiano convergendo sulle seguenti opere pubbliche:
1. efficientamento energetico del Palazzo di Città e Chiostro di San Francesco;
2. ristrutturazione dell'immobile confiscato in Largo Giannotti;
3. interventi di riqualificazione del Palazzo Ducale;
4. riqualificazione dell'Area a verde annessa alla Officina San Domenico;
5. riqualificazione del Mercato Comunale in via Flavio Giugno.

Le linee strategiche appaiono non esplicitate e motivate chiaramente attraverso gli atti pubblici.
Dagli incontri si è percepita una volontà a procedere di tipo frammentaria con proposte di interventi pubblici puntuali, individuati come risposta alle diverse voci di spesa previste dal bando regionale per i comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti.
Per quanto sopra evidenziato non sembra opportuna l'eventuale scelta di destinare una parte delle risorse della rigenerazione urbana per progetti di efficientamento energetico, per i quali ci sono opportunità di finanziamenti legate al bando regionale 40/2017 per efficientamento energetico e/o produzione di energie da fonti rinnovabili per gli immobili pubblici, in scadenza il 21 ottobre.

Un gruppo di persone, a partire dal primo appuntamento di partecipazione fissato dall'amministrazione comunale, si è interrogato fortemente ed ha continuato gli approfondimenti, motivati dal desiderio di crescita comune e da proprie sensibilità acquisite sui temi della rigenerazione urbana per esperienze lavorative e percorsi formativi maturati nel corso degli anni.
Oltre a formulare contributi e riflessioni durante gli incontri, e, mediante il format definito dai promotori della partecipazione, il gruppo accomunato da un desiderio di lavoro d'equipe, si è convocato ulteriormente, per effettuare valutazioni più organiche e condivise e provare a definire strategie comuni, opportunità e pianificazione degli investimenti compatibili con il bando regionale capaci di innescare processi di sviluppo emulabili dall'iniziativa privata.
L'equipe di lavoro è stata generosa nel condividere la propria formazione circa la rigenerazione urbana, l'abitare sostenibile, le numerose esperienze ai processi partecipativi orientati a sviluppare percorsi educativi per favorire la co-progettazione, e il proprio confronto con altre realtà territoriali che hanno lavorato su esperienze virtuose di percorsi partecipativi.

Analisi
Lo stile di incontri del lavoro d'equipe è stato scandito da precise azioni: condividere, discernere e consegnare; questo esercizio ci ha portato consegnare alla comunità la sintesi seguente: La partecipazione da parte del comune di Andria al bando regionale legato alla delibera di Giunta Regionale n. 650 del 4 maggio 2017, sembra semplificarsi in un elenco di interventi pubblici puntuali su immobili.
La rigenerazione urbana della città esige, invece, un'attività che mira sia ad una riqualificazione fisica, necessaria per rilanciare l'immagine urbana, attraverso il rafforzamento di bellezza e sicurezza, sia a stimolare i cittadini, veri attori della rigenerazione, a contribuire con le proprie risorse materiali e immateriali al cambiamento.
Dall'analisi del DPRU approvato nel 2011 posto alla base delle scelte della giunta comunale, si evince in merito alla maglia SR07 - centro storico quanto segue:
"la previsione urbanistica relativa ad una pianificazione esecutiva, già presente nel PdF è stata integralmente trasposta nel vigente PRG ed ha di fatto inibito quelle fisiologiche azioni di riqualificazione del tessuto edilizio, quella necessaria valorizzazione del paesaggio urbano e quella necessaria (conseguente) dotazione di infrastrutture e di servizi per un adeguamento dello standard di qualità della vita […]
Uno dei maggiori elementi di degrado è dovuto alla mancanza di una incisiva programmazione del traffico carrabile che attualmente interessa (ed in forma non discriminata) l'intero tessuto, le condizioni di degrado fisico di molti fabbricati che non possono essere risolti con semplici operazioni di manutenzione straordinaria, ma necessitano di momenti di pianificazione e programmazione più complessi"

Da quanto evidenziato nel Documento Programmatico di Rigenerazione Urbana, il maggiore ostacolo allo sviluppo del centro storico e del tessuto urbano antico è proprio l'assetto normativo vigente, e l'azione pianificatoria dei piani particolareggiati di recupero mai avviata.
L'occasione che ci viene offerta dalle politiche europee e dai programmi operativi è quella di attivare processi di discernimento comune in grado di produrre progettualità e procedimenti capaci di intercettare e sostenere i bisogni degli abitanti e di favorirne la crescita della comunità, e, come sperimentato da altre realtà locali, attivare un vero e proprio movimento rigenerante.

Punti di criticità
Negli appuntamenti di partecipazione in vista del bando regionale abbiamo fatto esperienza, per l'approccio generico che è stato dato a questo lavoro, di una impostazione che non ha facilitato il dialogo.
- Il documento programmatico sulla rigenerazione urbana esistente necessita di aggiornamenti, attuabili ora, mediante semplici azioni amministrative, come già previsto dal bando (art. 7 comma c), recuperando tutti i recenti studi e le riflessioni in ambito di innovazione sociale, sociologia urbana e rigenerazione urbana, anche ridefinendo gli ambiti di intervento;
- gli atti preparatori propedeutici le esperienze partecipative, non hanno aiutato la comprensione della visione complessiva e l'individuazione degli obbiettivi da raggiungere, delle strategie attuative e delle risorse proprie che si intendono mettere in campo;
- le azioni puntuali, proposte, appaiono slegate dai contesti limitrofi e dalla conformazione della città così come si è sviluppata fino alla fine dell'800, comprese le limitrofe aree ancora libere dell'antico elemento fluviale; tale estensione consentirebbe di risolvere meglio alcuni dettati del bando, per esempio il sistema dei parcheggi a supporto del tessuto storico oppure la definizione del ciclo dell'acqua.

Opportunità
Il discernimento stimolato in occasione del presente bando consegna, a nostro avviso, tra le altre, le seguenti opportunità:
Valorizzazione dei sistemi - Qualificazione delle infrastrutture
Definizione delle aree verdi attraversate dal canale Ciappetta Camaggio, che lambisce il centro, da sud-est a nord-ovest passando in forma interrata da Largo Caneva al Quartiere Camaggio, tale asse collega scuole ed edifici pubblici con quartieri marginali e periferici della città. Considerare una infrastruttura verde che colleghi la città attraverso il tema dell'acqua potrebbe essere una tra le soluzioni efficaci affinché il centro storico si esprima come un sistema di relazioni con il resto della città.
Eliminazione dei detrattori - Rigenerazione del tessuto edilizio
Il tema dell'abitare. A differenza di altri centri storici di comuni limitrofi, quello di Andria, ha una prevalenza di piccole abitazioni popolari e vede la presenza di pochi palazzi monumentali all'interno delle mura: quartieri interi fatti di piccole case su due, massimo tre livelli, un reticolo di stradine e pochi slarghi o piazze.
Una fitta trama mantiene per buona parte l'impianto urbano originario: stradine parallele ad impianto a "pettine", oppure case raggruppate come piccoli borghi all'interno delle mura. I casi di abbandono e di crollo diffusi possono essere efficacemente affrontati per la riduzione delle situazioni di degrado, rispondendo ad una sempre crescente richiesta di piccole abitazioni, da parte di giovani coppie, single, professionisti, lavoratori fuori sede, tutti alla ricerca di un luogo temporaneo da abitare.

Visione strategica
Si rende necessaria una più ampia definizione dell'ambito di intervento al fine di consentire una efficace azione progettuale.
A tal proposito, le risorse in questo primo bando, pertanto, devono essere orientate nell'ottica dell'investimento, capaci cioè di generare utilità e valore aggiunto per la collettività, capaci di innescare processi virtuosi, oltre a proporre esperienze ripetibili di riqualificazione dei tessuti urbani.
Un laboratorio urbano permanente, sapientemente organizzato e avviato, dotato delle necessarie risorse, si propone come elemento sostanziale per una visione complessiva di città, strettamente aderente alle necessità, sostenendo le opportunità di intercettare interventi comunitari relativi a diverse misure di sviluppo prossime. Con questo documento prendiamo posizione sui contenuti del progetto di rigenerazione, senza la pretesa di completare alcunché, ma con la convinzione che bisogna ricostruire un tessuto di cittadinanza attiva.

Il primo passo al fine di partecipare al bando e alle opportunità che da esso discendono, è la definizione di una strategia di rigenerazione urbana per l'area prescelta le cui linee di azione possono essere:
- un programma di housing sociale pubblico-privato per il recupero a patrimonio abitativo di immobili, e il recupero di aree verdi a servizio. Le realizzazioni, in linea con gli obiettivi tematici del bando, saranno basate sull'efficienza energetica, la micro-cogenerazione di comunità, l'uso di materiali innovativi e sostenibili, il recupero di permeabilità;
- incentivazione della localizzazione di laboratori artigianali (identitari) o attività immateriali legate ai settori turismo/cultura e tecnologia/comunicazione;
- destinazione di immobili di proprietà pubblica ad attività direzionali e ad incubatore di imprese innovative;
- strumentazione urbanistica e procedurale di supporto alle strategie e ai processi attuativi, proponendo un intervento pilota di ricostruzione a destinazione pubblica con criteri di massima sostenibilità, applicabile per esempio al fabbricato confiscato alla criminalità, per favorire analoghi interventi promossi da privati su fabbricati crollati o a rischio crollo;
- aree contigue e limitrofe al centro storico attraversate dall'antico sistema fluviale (torrente aveldium) mediante riqualificazione e trasformazione in aree verdi, servizi compatibili, sistemi di mobilità sostenibile con gli assetti idrologici, ambientali e paesaggistici;
- progetti di efficientamento energetico delle funzioni pubbliche, sistema di illuminazione integrato con la rete per servizi di smart city (controllo di mobilità e degli accessi, sicurezza, sorveglianza, hot spots, servizi ai residenti e agli operatori economici, ecc.);
- incentivi e sostegno alla mobilità elettrica, ciclabile e pedonalizzazione di aree servite.

Tale strategia di rigenerazione potrebbe avere le qualità di:
- integrazione tra le varie azioni in modo che ognuno degli interventi rafforzi l'altro, ne sia complementare e aumenti l'efficacia;
- capacita' di mobilitare altre risorse, pubbliche e private, disponibili per gli obbiettivi tematici del Bando;
- partecipazione attiva degli stakeholders (così il bando chiama i portatori di istanze e interessi specifici) e di partenariati pubblici e pubblico-privati.

Attraverso questo documento aperto a chiunque voglia confrontarsi, discutere, operare pensando alla crescita della città desideriamo estendere la partecipazione, consapevoli sia dei limiti di questa partenza che della bella opportunità di sperimentazione collettiva che crea respiro e rigenera.
Piccole esperienze, nuovi inizi, processi possibili.
  • materia prima
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