città di Andria
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Attualità

Ambiente, salute e mobilità: dati a dir poco sconvolgenti sulla situazione in cui versa Andria

I dati del progetto di ricerca BEC2SCHOOL che monitora costantemente il tratto di via XX settembre -scuola Oberdan- e via Martiri di Cefalonia -istituto Vaccina-

Si è fatto un gran parlare in questi giorni relativamente ad un report che collocherebbe Andria al 15° posto fra le città più inquinate d'Italia. Tutti, ma proprio tutti gli interventi, hanno espresso giudizi, spesso a sproposito e più generalmente di polemica politica, senza entrare nel merito di alcune problematiche quali:
  • Chi questa Ener2Crowd che ha effettuato la ricerca, quali sono le sue finalità, con quali modalità l'ha effettuata ed in base a quali criteri scientifici;
  • Quali sono, se vi sono, le iniziative e le ricerche in città finalizzate all'ottenimento di dati da poter analizzare per porre in essere progetti che riducano l'inquinamento a cui la città è soggetta;
  • Quali sono le cause locali che hanno concorso al fatto che Andria si presume si collochi in quella posizione.
Poste in premessa questi interrogativi, con questa nota vogliamo fornire un contributo oggettivo, a quanto un associazionismo illuminato richiedeva tempo fa e cioè che ognuno faccia la sua parte per sentirsi parte di una "casa comune" dove il rispetto per l'ambiente diventi un valore condiviso dalla collettività.
Ener2Crowd non è un Ente pubblico di ricerca, non è una Istituzione Universitaria, ma è semplicemente una piattaforma informatica, quindi virtuale italiana di crowdfunding, cioè di ricerca di finanziamenti privati collettivi, specializzata in progetti di sostenibilità ambientale ed energia pulita. Funziona come una raccolta fondi che permette a privati e istituzioni di investire in progetti che promuovono l'efficienza energetica, le energie rinnovabili e la sostenibilità ambientale. E' pertanto una società che intende investire nel relativamente nuovo e redditizio mercato delle energie rinnovabili ed in generale della sostenibilità ambientale.

Nell'allarme lanciato da alcuni benemeriti medici andriesi, vi è l'invito a tutti, a cominciare dagli amministratori locali, a prendere visione del report di Ener2Crowd. Per quanto ci si sia sforzati di farlo, anche ricercando sulla suddetta piattaforma, non vi è traccia di tale report con le sue modalità di effettuazione e sui criteri scientifici che l'hanno caratterizzata. Immaginiamo che anche tutti coloro che in questi giorni hanno espresso il loro giudizio, lo abbiano fatto senza conoscerlo, né tantomeno approfondirlo.
Sulla città di Andria è invece in atto un progetto italiano di ricerca denominato BEC2SCHOOL portato avanti da un consorzio costituito dal Politecnico di Bari come capofila e dall'Università degli Studi di Catania come partner. Questo progetto promuove lo sviluppo di approcci dal basso nel processo decisionale riguardanti le soluzioni di mobilità sostenibile al fine di co-creare soluzioni di mobilità urbana. Il progetto ha previsto, come elemento preliminare, il posizionamento in prossimità di strutture scolastiche di sensori della società olandese TELRAAM (vedasi il sito per avere i dati in tempo reale). Questi sensori rilevano quotidianamente, a tutte le ore del giorno e della notte i passaggi di pedoni, veicoli a due ruote, autoveicoli e veicoli pesanti. I punti di rilevamento in città sono due: il tratto di via XX Settembre prossimo alla scuola "Oberdan" e via Martiri di Cefalonia in prossimità della scuola media "Padre Niccolò Vaccina".

I dati di rilevamento che ne conseguono sono a dir poco drammatici, se non sconvolgenti. Nelle due settimane dal 10 al 24 agosto, cioè in un lasso di tempo relativamente poco trafficato, sono transitati in via XX Settembre 6.612 pedoni (5,97%) – 3.693 (3,33%) veicoli a due ruote – 62.898 (56,76%) autoveicoli – 24.573 (22,17%) veicoli pesanti – 13.047 (11,77%) passaggi notturni.

Quale significato hanno e quali le possibili cause di questi dati esorbitanti relativi alla mobilità cittadina andriese sul piano dell'inquinamento?
Primo: Andria è una città cresciuta malissimo con interi quartieri caratterizzati da strade strette, mancanza di piazze e slarghi. Quindi caratteristiche intrinseche al tessuto urbano difficilmente modificabili con aree di sosta inesistenti e mai create nel tempo e spazi liberi inadeguati per creare piste ciclabili.

Secondo: Andria possiede un parco auto esorbitante fatto di oltre 80.000 veicoli, peraltro costituito da mezzi antiquati e quindi altamente inquinanti.

Terzo: Per l'andriese l'auto è un prolungamento del proprio ego. E' uno status simbol da esibire e pertanto da mostrare facendolo circolare spesso inutilmente.

Quarto: Per l'andriese l'auto è un elemento imprescindibile di mobilità, lì dove le distanze fra i vari quartieri sono sostanzialmente ridotte e si potrebbe andare da un capo all'altro della città in pochi minuti utilizzando mezzi non inquinanti.

Al di là della spicciola e non ragionata polemica, sono questi i tempi su cui la città dovrebbe interrogarsi adottando azioni drastiche per limitare la mobilità inquinante. Dotarsi di parcheggi posti perimetralmente al centro urbano cosi da poter chiudere ampie zone al traffico veicolare; imporre l'uso di auto mediante targhe alterne; vietare la circolazione di veicoli obsoleti ed inquinanti; fornire la città di una ampia, articolata e ragionata rete di piste ciclabili. Come si vede questi sono temi estremamente impopolari, come dimostrano le veementi opposizioni alla realizzazione delle piste ciclabili e di difficile e lunga concretizzazione, temi che le polemiche spicciole di questi giorni non hanno avuto modo di affrontare.

A questo punto, vedremo non solo in quest'ultimo scorcio di consiliatura ma soprattutto nella tornata elettorale della prossima primavera, quali forze politiche avranno il coraggio di prendere impegni seri, concreti e realizzabili, cimentandosi nel formulare proposte coerenti e fattibili. Ne va della nostra salute!
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