Cardinale Corrado Ursi Andria
Cardinale Corrado Ursi Andria
Commento

29 agosto 2018: 15° anniversario della salita al cielo del Cardinale Corrado Ursi

Il ricordo di Gennaro Piccolo, referente del Centro Igino Giordani di Andria

"Eravamo vicini di casa tra piazza San Ciriaco e via Pomponio Madia quando, di tanto in tanto, il Cardinale Corrado Ursi veniva a far visita alla sua famiglia e a rinfrancarsi dalle fatiche pastorali".

E' l'incipit dello scritto con il quale Gennaro Piccolo, referente del Centro Igino Giordani ricorda l'indimenticato presule andriese.

"Decenni fa, che il nostro Centro Storico pullulava di gente e di vita, non era difficile accorgersi della sua venuta a cominciare dal buon Pasquale il calzolaio di quella zona; da mio padre le cui porte della sartoria erano collocate tra la piazza e la via suddetta; le famiglie Cascavilla, Bianchini, d'Angelo, da Lallina, Lalluccio, Cietta…..

Si andava verso di Lui chi per una breve confidenza, chi per baciargli la mano, chi si accontentava di dargli un ben venuto: per tutti, il Cardinale, aveva una parola, un sorriso sempre, sempre luminoso e accogliente.

Non mancava di far visita a Monsignor Riccardo Losito, Parroco di Sant'Agostino, il quale rimaneva "incantato dai pensieri di Luce che il Cardinale deponeva nella sua anima" nelle sue brevi e intense visite, incanto di cui una volta sono stato testimone. Così, un'altra volta, quando saputo della malattia del suo amico Claudio, bussò alla sua porta per fargli visita commuovendo tutti.

Ciò che ha riportato alla mia mente tali episodi e li ha resi ancora più preziosi, è stata una felice coincidenza: l'aver trovato, a ridosso del 15° anniversario dalla morte di Monsignor Ursi (28-8-2003/29-8-2018), a firma di Igino Giordani del 25 maggio 1968, un articolo dal titolo"Napoli all'avanguardia", articolo che descrive una iniziativa pioneristica o, se si vuole, profetica, del Cardinale Ursi, all'epoca Arcivescovo di Napoli, ampiamente illustrata nella sua "Lettera Pastorale" della Pasqua dello stesso 1968.

La Lettera dal titolo "L'uomo nuovo per la comunità nuova" è tipica e rispondente ai bisogni dei tempi, esplicita nello spiegare il compito del cristiano nella società di oggi e riallaccia questo testo pastorale alla natura e alla funzione originale del Vangelo, il quale esige un mutamento radicale, essendo la redenzione un impulso a sostituire senza posa al male il bene, all'errore la verità.

Il Cardinal Ursi mobilita tutti i cristiani della sua diocesi ad affrontare insieme e concretamente (chi non ha i mezzi pecuniari, può offrire braccia, il consiglio, l'esperienza, la santità) le opere della solidarietà sociale, disponendo che in ogni parrocchia "venga costituito un Centro Studi per la bonifica della miseria", in collegamento col Centro già da lui creato presso l'Arcivescovato. L'idea tanto pratica quanto densa di conseguenze religiose. Essa varrà, oltre tutto, a rinnovare e a ravvivare le Parrocchie, "dove può capitare che tante persone coesistano, ma non convivano: stiano giustapposte, ma non fuse; vivendo una pietà individuale, magari intensa , ma non la carità. E senza questa la pietà non serve".

"L'uomo nuovo per la comunità nuova: ecco il senso della Pasqua cristiana", spiega il Cardinale. Sostanzialmente questo rinnovamento sta nell'amore e, proseguendo, incoraggia dunque a tornare alle origini, dove il comandamento nuovo è quello dell'amore, dove la Chiesa è una comunità dell'amore: perché, dice con espressioni limpide e forti, "'uomo che ama raggiunge il massimo della umana perfezione e nello stesso tempo raggiunge Dio che è Amore: si divinizza!".

In altro punto della Lettera, il Cardinale asserisce con forza "che la beneficenza non basta. L'elemosina stessa trae il valore dalla donazione materiale e dalla dedizione spirituale con cui chi benefica si fa uno col beneficato"….."se oggi lo Stato organizza sempre meglio l'assistenza, la Chiesa organizzi sempre meglio l'amore!".

Questi alcuni e brevissimi stralci della Lettera Pastorale dell'Ursi, lettera profonda e meritevole di essere sorseggiata come si fa con un vino pregiato!

E il Cardinale, nientemeno che 50 anni fa, concludeva: "Il grido di angoscia di tante famiglie avvilite, prive di pane e di ambiente civile, viventi in case malsane e indegne di persone umane. Giunge rovente al nostro spirito, pur attraverso le luci, i canti, e i diversivi della città opulenta. E così il grido dei lavoratori, dei disoccupati, degli emigranti, dei giovani. Donde l'urgenza d'un "risveglio culturale, economico, sociale, che ritrovi la sua millenaria sorgente di toni e di impulsi nell'autentico spirito cristiano".

E' bello pensare che un "filo d'oro" lega momenti e avvenimenti a persone che hanno composto con la loro vita e il loro servizio un magnifico disegno di Luce come questo Figlio della nostra amata Città di Andria: il Cardinale Corrado Ursi!
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