Belle quattro parole

Questo accento qua devi metterlo là

Non chiamatelo èdile

Accentare non accentare: questo è il problema. In quale punto della parola che vogliamo scrivere o pronunciare dobbiamo far cadere questo orpello lessicale in modo che non diventi una macchia? Scrivendo a mano un semplice segno grafico basterebbe a fungere da accento, ma ahimè oggi tutti utilizziamo pc, tablet e cellulari per scrivere, la tecnologia cioè non ci lascia scampo: per utilizzarla al meglio dovremmo addirittura conoscere e distinguere l'accento grave da quello acuto.

Proviamo nel numero di oggi a chiarire tutti questi punti. Riportiamo subito un elenco di parole che provocano molto frequentemente dubbi, avendo significati diversi a seconda che riportino o meno l'accento. L'accento va messo su:
- dà (verbo dare): «Mi dà fastidio»;
- dì (il giorno): «La sera del dì di festa»;
- è (verbo essere): «È forte»;
- là (avverbio di luogo): «Vai là»;
- lì (avverbio di luogo): «Rimani lì»;
- né (congiunzione negativa):«Né carne né pesce»;
- sé (pronome): «Chi fa da sé fa per tre»;
- sì (affermazione): «Sì, mi piace»;
- tè (la bevanda): «Una tazza di tè».

L'accento non va messo su:
- da (preposizione): «Vengo da Andria»;
- di (preposizione): «È amico di Marco»;
- e (congiunzione): «Fratelli e sorelle»;
- la (articolo o pronome): «La pizza, la vuoi?»;
- li (pronome): «Non li vedo»;
- ne (avverbio o pronome): «Me ne vado; te ne importa?»;
- se (congiunzione): «Se vieni, avvisami»;
- si (pronome): «Non si porta»;
- te (pronome): «Dico a te!».


L'accento che si segna dal basso verso l'alto è detto acuto, quello dall'alto verso il basso è grave. Le parole più comuni che richiedono l'accento acuto sulla e finale sono: affinché, benché, cosicché, finché, giacché, né, nonché, perché, poiché, purché, sé, sicché, ventitré e tutti i composti di tre (trentatré, quarantatré, centotré, ecc.); infine, le terze persone singolari del passato remoto di verbi come battere, potere, ripetere, ecc.: batté, poté, ripeté, ecc.
In tutti gli altri casi, l'accento sulla e finale è grave, in particolare va segnato sulla voce del verbo essere è, su tè e caffè.

Arriviamo dunque alla nota dolente del titolo: colui che si occupa di edilizia è un imprenditore edìle, mai èdile; ra amàca/àmaca: la pronuncia corretta è amàca; dissuadére/dissuàdere: la pronuncia corretta è dissuadére; guaìna/guàina: la pronuncia corretta è guaìna; ìlare/ilàre: la pronuncia corretta è ìlare; incàvo/ìncavo: la pronuncia corretta è incàvo; infìdo/ìnfido: la pronuncia corretta è infìdo; Islàm/Islam: la pronuncia corretta è Islàm; nòcciolo/nocciòlo: nòcciolo quando si parla del 'guscio legnoso che ricopre il seme di alcuni frutti', nocciòlo se si parla dell'albero che dà le nocciole; salùbre/sàlubre: la pronuncia corretta è salùbre; scandinàvo/scandìnavo: più corretto scandinàvo; utènsile/utensìle: se usato come aggettivo, es. la macchina utensile, la parola va pronunciata utènsile; se la parola viene usata da sola, es. l'utensile del fabbro, va pronunciata utensìle.
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