
Politica
Zinni (ESP): "Due giorni, 16 braccianti morti…"
«Queste morti ci sbattono in faccia la triste realtà di un problema fra i più complessi che ci troviamo di fronte»
Puglia - martedì 7 agosto 2018
7.49
Due incidenti terribili, a distanza di pochi giorni entrambi con un comune denominatore, il caporalato. Sabino Zinni, consigliere regionale della lista Emiliano Sindaco di Puglia interviene su questi drammatici avvenimenti:
«12 + 4 fa 16. Sono morti in 2 giorni 16 braccianti stranieri, in 2 diversi incidenti, mentre tornavano dalle loro terribili giornate lavorative ammassati in furgoni fatiscenti. Se non avessimo un linguaggio per i morti di serie A e per quelli di serie B ora staremmo parlando di strage. Come può essere successa? Lo ha spiegato bene Emiliano:
"Le risorse per garantire un trasporto più sicuro dei lavoratori dell'agricoltura ci sono, le ha stanziate proprio la Regione Puglia. Ma per predisporre un servizio di trasporto pubblico è necessaria la collaborazione delle aziende agricole che, con la massima trasparenza, devono farne richiesta comunicando numero di lavoratori, orari di lavoro, tragitti di percorrenza.
Questo non avviene mai, non è mai avvenuto sino ad oggi.
Molte aziende agricole sono infatti soggette nella provincia di Foggia al racket mafioso dei caporali che in caso di predisposizione di mezzi di trasporto da parte delle aziende con il finanziamento pubblico, impediscono a queste ultime di trovare la manodopera che gli è indispensabile per non perdere il prodotto al momento della maturazione.
Le risorse per sostenere le aziende agricole della Capitanata ci sono, ma sono inutilizzate per il motivo che ho detto.
Senza arrestare i caporali e i mafiosi che gestiscono i campi abusivi dei lavoratori sarà impossibile il trasporto sicuro e legale dei lavoratori, perché il trasporto è il trucco per i caporali per sfuggire alla severa legge contro il caporalato.
I container acquistati dalla Regione Puglia per costruire ad Apricena e San Severo le Foresterie per i lavoratori in agricoltura, sono fermi sui piazzali dei fornitori per le difficoltà delle amministrazioni comunali a concederci i permessi urbanistici per installarli".
Queste morti ci sbattono in faccia la triste realtà di un problema fra i più complessi che ci troviamo di fronte. Un problema che, per essere risolto, richiede volontà politica e soprattutto il contributo di tutti gli attori in campo, a tutti i livelli.
Non c'era bisogno di versarlo questo sangue per capire che, al di là del colore della pelle, esso è rosso per tutti; non c'è bisogno di essere un esperto per capire che questi incidenti potevano essere evitati; non c'è bisogno di essere cristiani o musulmani, atei o credenti, per augurarsi che queste vittime possano adesso riposare in pace, dopo aver vissuto in quella che è, di fatto, una guerra».
«12 + 4 fa 16. Sono morti in 2 giorni 16 braccianti stranieri, in 2 diversi incidenti, mentre tornavano dalle loro terribili giornate lavorative ammassati in furgoni fatiscenti. Se non avessimo un linguaggio per i morti di serie A e per quelli di serie B ora staremmo parlando di strage. Come può essere successa? Lo ha spiegato bene Emiliano:
"Le risorse per garantire un trasporto più sicuro dei lavoratori dell'agricoltura ci sono, le ha stanziate proprio la Regione Puglia. Ma per predisporre un servizio di trasporto pubblico è necessaria la collaborazione delle aziende agricole che, con la massima trasparenza, devono farne richiesta comunicando numero di lavoratori, orari di lavoro, tragitti di percorrenza.
Questo non avviene mai, non è mai avvenuto sino ad oggi.
Molte aziende agricole sono infatti soggette nella provincia di Foggia al racket mafioso dei caporali che in caso di predisposizione di mezzi di trasporto da parte delle aziende con il finanziamento pubblico, impediscono a queste ultime di trovare la manodopera che gli è indispensabile per non perdere il prodotto al momento della maturazione.
Le risorse per sostenere le aziende agricole della Capitanata ci sono, ma sono inutilizzate per il motivo che ho detto.
Senza arrestare i caporali e i mafiosi che gestiscono i campi abusivi dei lavoratori sarà impossibile il trasporto sicuro e legale dei lavoratori, perché il trasporto è il trucco per i caporali per sfuggire alla severa legge contro il caporalato.
I container acquistati dalla Regione Puglia per costruire ad Apricena e San Severo le Foresterie per i lavoratori in agricoltura, sono fermi sui piazzali dei fornitori per le difficoltà delle amministrazioni comunali a concederci i permessi urbanistici per installarli".
Queste morti ci sbattono in faccia la triste realtà di un problema fra i più complessi che ci troviamo di fronte. Un problema che, per essere risolto, richiede volontà politica e soprattutto il contributo di tutti gli attori in campo, a tutti i livelli.
Non c'era bisogno di versarlo questo sangue per capire che, al di là del colore della pelle, esso è rosso per tutti; non c'è bisogno di essere un esperto per capire che questi incidenti potevano essere evitati; non c'è bisogno di essere cristiani o musulmani, atei o credenti, per augurarsi che queste vittime possano adesso riposare in pace, dopo aver vissuto in quella che è, di fatto, una guerra».