
Teatro
Un successo inaspettato per l'autore Emanuele Liso
Torna in scena la commedia in vernacolo andriese "Quand si Bell"
Andria - domenica 12 febbraio 2017
Due weekend da tutto esaurito per la commedia in vernacolo andriese "Quand si bell" nell'auditorium del SS Sacramento. Un vero e proprio successo inaspettato, per questo gruppo teatrale amatoriale della Parrocchia Gesù Crocifisso di Andria, tanto che il pubblico ha richiesto a gran voce nuove repliche: il 4 e 5 marzo, quindi, tornerà sul palco la brillante commedia in vernacolo andriese.
Abbiamo intervistato Emanuele Liso (47 anni, ndr), autore della commedia, che nella vita di tutti i giorni si occupa di tutt'altro, infatti è un analista e sviluppatore di software gestionali.
D: Cosa o chi ti ha ispirato e stimolato alla stesura della commedia che state portando in scena?
R: La mia natura creativa mi porta ad essere una persona ricca di idee nel lavoro e negli hobby. In passato avevo già scritto e portato in scena altre due commedie: "U Galandoum" e "Mou m n pozz propri scioie" scritte a "quattro mani" con il mio caro amico e con-parrocchiano Gino Pomo. Queste esperienze e lo stimolo dei miei amici mi hanno portato negli ultimi anni a valutare la possibilità di scrivere e portare in scena un nuovo spettacolo.
D: Hai preso spunto da qualche spettacolo o "commedia all'italiana"?
R: No, però ho assistito a tanti spettacoli nella nostra città e l'idea di crearne uno originale tutto mio mi ha sempre divertito fino a decidere di portare in scena una storia intrigante, avvincente e allo stesso tempo semplice. Ho voluto inserire la storia in un contesto surreale, che allo stesso tempo prendesse spunto da aneddoti realmente accaduti in una famiglia qualsiasi di un Andria del secondo novecento, quando la superstizione sembrava fondersi con la religione fino ad essere quasi la stessa cosa. Ho voluto così costruire una storia coerente che accattivasse l'attenzione dello spettatore dall'inizio fino alla fine e soprattutto che potesse trasmettere un messaggio.
D: Quanto tempo ci è voluto per ideare e poi mettere in scena questo spettacolo?
R: La trama si è man a mano concretizzata nella mia mente un paio d'anni fa senza sapere che poi sarebbe andata in scena. Identificata la trama ho avuto modo di condividere l'idea con don Cosimo Sgaramella (Parroco della Chiesa Gesù Crocifisso di Andria), e una volta approvato il progetto ho individuato gli amici-attori, poi è cominciata la fase della stesura dei dialoghi cuciti addosso ai singoli personaggi valorizzando ed esasperando i loro "segni particolari".
D: Portate in scena la storia di una famiglia andriese qualunque e lo spettatore nota con grande piacere, che tra gli attori, seppur amatoriali, si è creato feeling e sintonia. Come accade anche nelle migliori famiglie, ci sono stati momenti di crisi e problemi o è filato tutto liscio sin dal primo istante?
R: Non sono mancati momenti difficili, anche perché era un opera originale in cui non si ha nessun riferimento e far concretizzare quello che avevo in mente non è stato semplice. Grazie a Riccardo Matera, direttore di scena e aiuto regia, che mi ha supportato in tutta la fase di preparazione della commedia, siamo riusciti ad ottenere il risultato che avevamo immaginato. E' stato un vero e proprio lavoro di squadra!
D: Qualche aneddoto da raccontare a proposito di questo spettacolo?
R: Di cose da raccontare ce ne sono tante, ad ogni prova è accaduto qualcosa di speciale che resterà indelebile nella nostra memoria… durante tutto il periodo di preparazione ci siamo divertiti veramente tanto! Ne rammento uno in particolare, relativo ad una delle scene che riceve più applausi: la scena in cui Teresa e Marietta invocano contemporaneamente l'una rivolta verso l'icona della Madonna e l'altra rivolta verso il quadro del Cuore di Gesù. Inizialmente la scena doveva essere rivolta solo verso il quadro della Madonna, ma nel montare la scena ci mancava un pannello. L'unico pezzo a disposizione era un pezzo di scenografica con una finestra che evidentemente non poteva esserci. Per coprire quel "buco" abbiamo trovato nel deposito del teatro un grande quadro del Cuore di Gesù ed abbiamo coperto la finestra. Nel montare il quadro ecco che si è materializzata nella mia mente quella scena che ho fatto subito provare. Fra tutti gli attori è scoppiata una grande risata e un grande applauso che poi si è ripetuto ad ogni rappresentazione.
D: Facciamo un passo indietro: qual è il messaggio che vuoi far passare?
R: L'idea di questa commedia è avvenuta durante un periodo particolare della mia vita e della vita della mia famiglia: durante la malattia di mio padre. È a lui che dedico questa commedia poiché è proprio lui che con la sua semplicità mi ha trasmesso il valore della famiglia. È questo il messaggio che ho voluto trasmettere, la capacità di ritrovarsi per affrontare e superare i problemi che inaspettatamente si presentano, allargando il "senso di famiglia" anche alle amicizie e alle persone che gravitano attorno alla quotidianità. La famiglia vive un momento particolare: le preoccupazioni per i figli e il lavoro che manca. La famiglia è "sotto attacco" e tante volte è facile essere "tentati" dall'illusione di ritornare ad essere felici abbandonando gli impegni familiari presi. Ci vorrebbe proprio qualcuno che, come Nicola nella commedia, abbia il coraggio di dare un "bel colpo in testa" per rimettere tutte le cose a posto!
D: Dato il grande successo che state riscuotendo hai già in cantiere o in progetto un'altra commedia?
R: I complimenti e le gratificazioni per il successo dello spettacolo sono tante, sono intervenuti nell'ultima serata anche Il Vescovo S.E. Mons. Luigi Mansi, il sindaco Avv. Nicola Giorgino e alcune cariche del Comune di Andria…e molte sono le sollecitazioni a lavorare su una nuova opera. Adesso continuano le prove con tutto il gruppo di attori, per portare in scena le altre due repliche e poi si vedrà. Certo è che qualche idea inizia già a frullarmi per la testa. Ma non lo diciamo ancora a nessuno…
Abbiamo intervistato Emanuele Liso (47 anni, ndr), autore della commedia, che nella vita di tutti i giorni si occupa di tutt'altro, infatti è un analista e sviluppatore di software gestionali.
D: Cosa o chi ti ha ispirato e stimolato alla stesura della commedia che state portando in scena?
R: La mia natura creativa mi porta ad essere una persona ricca di idee nel lavoro e negli hobby. In passato avevo già scritto e portato in scena altre due commedie: "U Galandoum" e "Mou m n pozz propri scioie" scritte a "quattro mani" con il mio caro amico e con-parrocchiano Gino Pomo. Queste esperienze e lo stimolo dei miei amici mi hanno portato negli ultimi anni a valutare la possibilità di scrivere e portare in scena un nuovo spettacolo.
D: Hai preso spunto da qualche spettacolo o "commedia all'italiana"?
R: No, però ho assistito a tanti spettacoli nella nostra città e l'idea di crearne uno originale tutto mio mi ha sempre divertito fino a decidere di portare in scena una storia intrigante, avvincente e allo stesso tempo semplice. Ho voluto inserire la storia in un contesto surreale, che allo stesso tempo prendesse spunto da aneddoti realmente accaduti in una famiglia qualsiasi di un Andria del secondo novecento, quando la superstizione sembrava fondersi con la religione fino ad essere quasi la stessa cosa. Ho voluto così costruire una storia coerente che accattivasse l'attenzione dello spettatore dall'inizio fino alla fine e soprattutto che potesse trasmettere un messaggio.
D: Quanto tempo ci è voluto per ideare e poi mettere in scena questo spettacolo?
R: La trama si è man a mano concretizzata nella mia mente un paio d'anni fa senza sapere che poi sarebbe andata in scena. Identificata la trama ho avuto modo di condividere l'idea con don Cosimo Sgaramella (Parroco della Chiesa Gesù Crocifisso di Andria), e una volta approvato il progetto ho individuato gli amici-attori, poi è cominciata la fase della stesura dei dialoghi cuciti addosso ai singoli personaggi valorizzando ed esasperando i loro "segni particolari".
D: Portate in scena la storia di una famiglia andriese qualunque e lo spettatore nota con grande piacere, che tra gli attori, seppur amatoriali, si è creato feeling e sintonia. Come accade anche nelle migliori famiglie, ci sono stati momenti di crisi e problemi o è filato tutto liscio sin dal primo istante?
R: Non sono mancati momenti difficili, anche perché era un opera originale in cui non si ha nessun riferimento e far concretizzare quello che avevo in mente non è stato semplice. Grazie a Riccardo Matera, direttore di scena e aiuto regia, che mi ha supportato in tutta la fase di preparazione della commedia, siamo riusciti ad ottenere il risultato che avevamo immaginato. E' stato un vero e proprio lavoro di squadra!
D: Qualche aneddoto da raccontare a proposito di questo spettacolo?
R: Di cose da raccontare ce ne sono tante, ad ogni prova è accaduto qualcosa di speciale che resterà indelebile nella nostra memoria… durante tutto il periodo di preparazione ci siamo divertiti veramente tanto! Ne rammento uno in particolare, relativo ad una delle scene che riceve più applausi: la scena in cui Teresa e Marietta invocano contemporaneamente l'una rivolta verso l'icona della Madonna e l'altra rivolta verso il quadro del Cuore di Gesù. Inizialmente la scena doveva essere rivolta solo verso il quadro della Madonna, ma nel montare la scena ci mancava un pannello. L'unico pezzo a disposizione era un pezzo di scenografica con una finestra che evidentemente non poteva esserci. Per coprire quel "buco" abbiamo trovato nel deposito del teatro un grande quadro del Cuore di Gesù ed abbiamo coperto la finestra. Nel montare il quadro ecco che si è materializzata nella mia mente quella scena che ho fatto subito provare. Fra tutti gli attori è scoppiata una grande risata e un grande applauso che poi si è ripetuto ad ogni rappresentazione.
D: Facciamo un passo indietro: qual è il messaggio che vuoi far passare?
R: L'idea di questa commedia è avvenuta durante un periodo particolare della mia vita e della vita della mia famiglia: durante la malattia di mio padre. È a lui che dedico questa commedia poiché è proprio lui che con la sua semplicità mi ha trasmesso il valore della famiglia. È questo il messaggio che ho voluto trasmettere, la capacità di ritrovarsi per affrontare e superare i problemi che inaspettatamente si presentano, allargando il "senso di famiglia" anche alle amicizie e alle persone che gravitano attorno alla quotidianità. La famiglia vive un momento particolare: le preoccupazioni per i figli e il lavoro che manca. La famiglia è "sotto attacco" e tante volte è facile essere "tentati" dall'illusione di ritornare ad essere felici abbandonando gli impegni familiari presi. Ci vorrebbe proprio qualcuno che, come Nicola nella commedia, abbia il coraggio di dare un "bel colpo in testa" per rimettere tutte le cose a posto!
D: Dato il grande successo che state riscuotendo hai già in cantiere o in progetto un'altra commedia?
R: I complimenti e le gratificazioni per il successo dello spettacolo sono tante, sono intervenuti nell'ultima serata anche Il Vescovo S.E. Mons. Luigi Mansi, il sindaco Avv. Nicola Giorgino e alcune cariche del Comune di Andria…e molte sono le sollecitazioni a lavorare su una nuova opera. Adesso continuano le prove con tutto il gruppo di attori, per portare in scena le altre due repliche e poi si vedrà. Certo è che qualche idea inizia già a frullarmi per la testa. Ma non lo diciamo ancora a nessuno…