
Politica
Stralci funzionali, lettera aperta al sindaco Giorgino
L'ex sindaco Caldarone chiede di non «ignorare la sofferenza di questa comunità»
Andria - giovedì 8 dicembre 2016
7.42
L'ex Primo cittadino di Andria, Vincenzo Caldarone, che per ben due consigliature ha guidato la comunità cittadina, in una lettera aperta all'attuale Sindaco Nicola Giorgino, prova a chiarire la questione relativa ai c.d. "stralci funzionali" che tante discussioni provocò nell'ultima riunione della massima assise cittadina.
«Ho letto incredulo il resoconto che dava la stampa del Consiglio Comunale del 30/11. Il "massimo" organo cittadino non si occupa da tempo di questioni di rilevo, e sembra abbastanza separato da problemi ansie e dinamiche della città. Per una volta all'ordine del giorno era portato un argomento orizzontale, di interesse notevole per molti attori della economia e della città: la Delibera sui cosiddetti "Stralci funzionali". Per chiarezza vediamo di cosa si tratta:
Ad Andria sono decine i piani di lottizzazione che giacciono inattuati e paralizzati. La crisi prolungata, di cui non si intravede la fine, ha certo rallentato molto lo sviluppo e gli investimenti. Ma nei pochi casi in cui imprese e soggetti attuatori vorrebbero realizzare servizi e iniziative, scatta quasi inevitabile il ricatto di alcuno dei proprietari che, facendosi forza dell'obbligo di assenso da parte di tutti, impedisce ogni azione Le soluzioni a questa situazione di arretratezza economica e normativa sono molte: dalla ridefinizione dei comparti, alla iniziativa pubblica come il piano particolareggiato per la zona industriale, ai consorzi di lottizzanti. Nessuna è mai stata adottata negli ultimi anni: la variante al PRG non c'è. I comparti non si trovano, i consorzi di lottizzanti hanno visto una assurda disparità di trattamento : uno si e altri no. Una conferenza di servizi interna al comune che è durata almeno tre anni senza concludere niente.
Adesso la legge da la possibilità di modificare la norma del 1942 (si così vecchia e paralizzante): quindi di attuare i piani senza il necessario (e oneroso) di tutti, permettendo i cosiddetti "stralci funzionali". Si tratta solo di poter attuare i piani per parti omogenee, non di cambiare gli strumenti approvati o di deroghe di altro tipo.
La delibera proposta in consiglio conteneva solo indirizzi ovvi, di adesione alla normativa attuale senza scelte né radicali né significative. Eppure parte del consiglio, addirittura di "maggioranza" ha ritenuto di dover fare i suoi giochi sull'unico argomento non di routine, provocando un rinvio incomprensibile, inutile, dannoso, e basato solo sui rituali che chiamare politici non si può più.
Si legge nei resoconti che Lei si è opposto, dal quel che sembra quasi in solitudine: le fa onore in quanto ha rappresentato non uno schieramento partitico, ma la comunità che le ha conferito il mandato: il consiglio comunale è uno degli organi di governance della città, con funzioni di controllo e indirizzo, non di paralisi e contrattazione.
Però bisogna chiarire che il Consiglio si è occupato (si fa così per dire) di una delibera che niente aggiunge e niente toglie al buon senso e alla buona amministrazione: non si sarebbe bisogno alcuno di una delibera di consiglio per questo. Se si richiama la competenza del Consiglio su questo tipo di indirizzi, è esattamente per rendere ogni provvedimento un ostaggio delle trattative "politiche".
E Vincenzo Caldarone prosegue: «Sig. Sindaco, la sua funzione, e quella della sua Giunta che addirittura approva i piani di lottizzazione, ha tutte le prerogative per emanare indirizzi, applicare le norme e indurre gli uffici a rispondere ad esigenze, richieste e istanza da tempo ignorate .
Non è possibile che in questa situazione i pochi matti che vogliono investire debbano scontrarsi con un muro di gomma di paralisi, mancate risposte, eterni rimpalli e turbolenze "POLITICHE". Non è possibile ignorare la sofferenza di questa comunità per il declino economico in rapida accelerazione.
La prego, dia conseguenzialità alla posizione che ha preso in consiglio Comunale. Per quel poco di esperienza che ho di cose pubbliche sono convinto, come molti, che la sua carica e la sua autorevolezza possano sbloccare subito questa paralisi: emani i pochi indirizzi che servono (se servono) e gli ordini agli uffici a provvedere entro tempi determinati per attuare le lottizzazioni e gli investimenti che alcuni "matti" voglio promuovere.
Forse non placherà le discussioni "strategiche" in corso tra le parti "politiche", ma certamente avrà il consenso e l'appoggio della cittadinanza, che così ritrova un suo rappresentante. Da quel poco che so del suo lavoro da sindaco, credo che questo riconoscimento sia il vero coronamento della sua fatica quotidiana e dei suoi sforzi».
«Ho letto incredulo il resoconto che dava la stampa del Consiglio Comunale del 30/11. Il "massimo" organo cittadino non si occupa da tempo di questioni di rilevo, e sembra abbastanza separato da problemi ansie e dinamiche della città. Per una volta all'ordine del giorno era portato un argomento orizzontale, di interesse notevole per molti attori della economia e della città: la Delibera sui cosiddetti "Stralci funzionali". Per chiarezza vediamo di cosa si tratta:
Ad Andria sono decine i piani di lottizzazione che giacciono inattuati e paralizzati. La crisi prolungata, di cui non si intravede la fine, ha certo rallentato molto lo sviluppo e gli investimenti. Ma nei pochi casi in cui imprese e soggetti attuatori vorrebbero realizzare servizi e iniziative, scatta quasi inevitabile il ricatto di alcuno dei proprietari che, facendosi forza dell'obbligo di assenso da parte di tutti, impedisce ogni azione Le soluzioni a questa situazione di arretratezza economica e normativa sono molte: dalla ridefinizione dei comparti, alla iniziativa pubblica come il piano particolareggiato per la zona industriale, ai consorzi di lottizzanti. Nessuna è mai stata adottata negli ultimi anni: la variante al PRG non c'è. I comparti non si trovano, i consorzi di lottizzanti hanno visto una assurda disparità di trattamento : uno si e altri no. Una conferenza di servizi interna al comune che è durata almeno tre anni senza concludere niente.
Adesso la legge da la possibilità di modificare la norma del 1942 (si così vecchia e paralizzante): quindi di attuare i piani senza il necessario (e oneroso) di tutti, permettendo i cosiddetti "stralci funzionali". Si tratta solo di poter attuare i piani per parti omogenee, non di cambiare gli strumenti approvati o di deroghe di altro tipo.
La delibera proposta in consiglio conteneva solo indirizzi ovvi, di adesione alla normativa attuale senza scelte né radicali né significative. Eppure parte del consiglio, addirittura di "maggioranza" ha ritenuto di dover fare i suoi giochi sull'unico argomento non di routine, provocando un rinvio incomprensibile, inutile, dannoso, e basato solo sui rituali che chiamare politici non si può più.
Si legge nei resoconti che Lei si è opposto, dal quel che sembra quasi in solitudine: le fa onore in quanto ha rappresentato non uno schieramento partitico, ma la comunità che le ha conferito il mandato: il consiglio comunale è uno degli organi di governance della città, con funzioni di controllo e indirizzo, non di paralisi e contrattazione.
Però bisogna chiarire che il Consiglio si è occupato (si fa così per dire) di una delibera che niente aggiunge e niente toglie al buon senso e alla buona amministrazione: non si sarebbe bisogno alcuno di una delibera di consiglio per questo. Se si richiama la competenza del Consiglio su questo tipo di indirizzi, è esattamente per rendere ogni provvedimento un ostaggio delle trattative "politiche".
E Vincenzo Caldarone prosegue: «Sig. Sindaco, la sua funzione, e quella della sua Giunta che addirittura approva i piani di lottizzazione, ha tutte le prerogative per emanare indirizzi, applicare le norme e indurre gli uffici a rispondere ad esigenze, richieste e istanza da tempo ignorate .
Non è possibile che in questa situazione i pochi matti che vogliono investire debbano scontrarsi con un muro di gomma di paralisi, mancate risposte, eterni rimpalli e turbolenze "POLITICHE". Non è possibile ignorare la sofferenza di questa comunità per il declino economico in rapida accelerazione.
La prego, dia conseguenzialità alla posizione che ha preso in consiglio Comunale. Per quel poco di esperienza che ho di cose pubbliche sono convinto, come molti, che la sua carica e la sua autorevolezza possano sbloccare subito questa paralisi: emani i pochi indirizzi che servono (se servono) e gli ordini agli uffici a provvedere entro tempi determinati per attuare le lottizzazioni e gli investimenti che alcuni "matti" voglio promuovere.
Forse non placherà le discussioni "strategiche" in corso tra le parti "politiche", ma certamente avrà il consenso e l'appoggio della cittadinanza, che così ritrova un suo rappresentante. Da quel poco che so del suo lavoro da sindaco, credo che questo riconoscimento sia il vero coronamento della sua fatica quotidiana e dei suoi sforzi».