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Attualità
Servizi essenziali spesso sconosciuti: il canile La Guardiola presentato dalla volontaria Paola D'Aluisio
Nella lettera il racconto di una realtà che vive tra mille difficoltà
Andria - giovedì 27 dicembre 2018
13.34
Servizi essenziali che la Pubblica Amministrazione deve garantire, ma spesso sconosciuti persino ai cittadini. Stiamo parlando delle realtà dei canili (ovvero delle strutture di ricovero per i cani), in particolare di quello che si trova presso la contrada "La Guardiola" e così denominato: a presentare questa realtà è la volontaria Paola D'Aluisio, attraverso una serie di lettere per far conoscere a tutti questo mondo. Di seguito eccone una prima.
«Ciao, sono Cinzia.
Sono una cagnolina di due anni abbandonata da neonata nei pressi di via Canosa. Da allora ho imparato a vivere da sola all'aperto, anche grazie al rapporto che ho instaurato con gli umani attorno a me.
Purtroppo questa estate stavo morendo per la rogna, ero pelle ed ossa, non potevo più aprire un occhio per le croste ed avevo costantemente un ghigno schiumoso dovuto alla mia malattia.
Un giorno ho conosciuto una matta, Paola, e le ho fatto subito le feste, cercando alla meglio di saltellare ma, sapete com'è, non ero esattamente in forze. Paola dice di aver chiamato per un mese la Polizia Municipale perché mi aiutasse ma dice che non l'hanno fatto. Alla fine 'sta matta è tornata con uno strano tipo, dice che dovevo andare in canile; canile a chi, io stavo bene dov'ero!
Per farla breve: hanno vinto loro, i due toccatelli. In canile mi hanno messo strane creme addosso, mi davano compresse che mi son mangiata facendo finta di non accorgermi che ci fossero. Una serie di curiosi tipetti mi venivano a prendere spesso dal box per farmi scorrazzare, mangiavo tutti i giorni e mi pulivano tutti i giorni. Ad un certo punto le piaghe che avevo hanno cominciato a ritirarsi e m'è cresciuto un pelo che mi sentivo una fotomodella: che carina son diventata. Durante il soggiorno, dal mio box ho potuto vedere sempre il gran via vai che c'è in questo canile: oggi c'è l'Open Day per i padroni che hanno adottato dei trovatelli come me, dove 'sti matti, dice che si chiamano volontari, gli insegnano a gestire i miei colleghi pelosi. E poi ci sono i workshop, poi ci sono le passeggiate, poi vengono i veterinari: c'è sempre un gran da fare.
Oggi però ho visto i volontari tristi e nervosi: dice che è finito il cibo per tutti noi. Dicono che chi è responsabile per noi randagini del territorio non ci da i soldini.
Caro signor Comune e Signori cittadini, voi m'avete detto che non volete randagi tra i piedi 'che sono pericolosi pulciosi e blablabla, e va be'; m'avete detto che dovevo stare in un box anziché in libertà perché io sono un problema da risolvere, e va be'. Poi m'avete messa nelle condizioni di non potermi cercare il cibo da me ed ora non capisco perché non me lo diate: io non ho alternative qui, in un box di quattro metri per uno!
Eccomi, chi ha scritto sono io, la Paola di sopra. Cinzia non sa scrivere ma le manca poco.
Ho conosciuto il rifugio La Guardiola da qualche mese e l'ho abbracciato subito. E' un posto che ha mille difficoltà perché ha mille obiettivi: primo tra tutti la felicità degli animaletti che vivono nei box. Ho visto immagini di canili-per-modo-di-dire, luoghi anche molto vicini ad Andria dove i cani si sbranavano a vicenda per la fame, luoghi che non esisterebbero se la legge fosse applicata. Alla Guardiola comandano il rispetto e la bellezza, e non è affatto poco.
Vorrei che questo rifugio, dove gestori e volontari si fanno in quattro, abbia almeno le risorse e l'attenzione delle istituzioni che gli sono dovute, così, per restare in piedi. Invece noi non dormiamo la notte.
Al prossimo bando di gara mi auguro solo di non veder gareggiare persone che come costi di gestione hanno cifre prossime allo zero, niente crocchette tutti i giorni, niente medicine, niente garze et simila figuriamoci le passeggiate; la responsabilità della vita di tantissimi cani non può essere considerata solo un business. Ma questa è un'altra storia che forse un giorno farò raccontare a Fiorello, meticcio zopparello.
Il bene di queste centinaia di bestiole è tutto ciò che ci interessa. Chi ci aiuta a realizzarlo?
Cinzia vi saluta con la coda, io mando un abbraccio a tutti.
Ah, Buon Natale».
«Ciao, sono Cinzia.
Sono una cagnolina di due anni abbandonata da neonata nei pressi di via Canosa. Da allora ho imparato a vivere da sola all'aperto, anche grazie al rapporto che ho instaurato con gli umani attorno a me.
Purtroppo questa estate stavo morendo per la rogna, ero pelle ed ossa, non potevo più aprire un occhio per le croste ed avevo costantemente un ghigno schiumoso dovuto alla mia malattia.
Un giorno ho conosciuto una matta, Paola, e le ho fatto subito le feste, cercando alla meglio di saltellare ma, sapete com'è, non ero esattamente in forze. Paola dice di aver chiamato per un mese la Polizia Municipale perché mi aiutasse ma dice che non l'hanno fatto. Alla fine 'sta matta è tornata con uno strano tipo, dice che dovevo andare in canile; canile a chi, io stavo bene dov'ero!
Per farla breve: hanno vinto loro, i due toccatelli. In canile mi hanno messo strane creme addosso, mi davano compresse che mi son mangiata facendo finta di non accorgermi che ci fossero. Una serie di curiosi tipetti mi venivano a prendere spesso dal box per farmi scorrazzare, mangiavo tutti i giorni e mi pulivano tutti i giorni. Ad un certo punto le piaghe che avevo hanno cominciato a ritirarsi e m'è cresciuto un pelo che mi sentivo una fotomodella: che carina son diventata. Durante il soggiorno, dal mio box ho potuto vedere sempre il gran via vai che c'è in questo canile: oggi c'è l'Open Day per i padroni che hanno adottato dei trovatelli come me, dove 'sti matti, dice che si chiamano volontari, gli insegnano a gestire i miei colleghi pelosi. E poi ci sono i workshop, poi ci sono le passeggiate, poi vengono i veterinari: c'è sempre un gran da fare.
Oggi però ho visto i volontari tristi e nervosi: dice che è finito il cibo per tutti noi. Dicono che chi è responsabile per noi randagini del territorio non ci da i soldini.
Caro signor Comune e Signori cittadini, voi m'avete detto che non volete randagi tra i piedi 'che sono pericolosi pulciosi e blablabla, e va be'; m'avete detto che dovevo stare in un box anziché in libertà perché io sono un problema da risolvere, e va be'. Poi m'avete messa nelle condizioni di non potermi cercare il cibo da me ed ora non capisco perché non me lo diate: io non ho alternative qui, in un box di quattro metri per uno!
Eccomi, chi ha scritto sono io, la Paola di sopra. Cinzia non sa scrivere ma le manca poco.
Ho conosciuto il rifugio La Guardiola da qualche mese e l'ho abbracciato subito. E' un posto che ha mille difficoltà perché ha mille obiettivi: primo tra tutti la felicità degli animaletti che vivono nei box. Ho visto immagini di canili-per-modo-di-dire, luoghi anche molto vicini ad Andria dove i cani si sbranavano a vicenda per la fame, luoghi che non esisterebbero se la legge fosse applicata. Alla Guardiola comandano il rispetto e la bellezza, e non è affatto poco.
Vorrei che questo rifugio, dove gestori e volontari si fanno in quattro, abbia almeno le risorse e l'attenzione delle istituzioni che gli sono dovute, così, per restare in piedi. Invece noi non dormiamo la notte.
Al prossimo bando di gara mi auguro solo di non veder gareggiare persone che come costi di gestione hanno cifre prossime allo zero, niente crocchette tutti i giorni, niente medicine, niente garze et simila figuriamoci le passeggiate; la responsabilità della vita di tantissimi cani non può essere considerata solo un business. Ma questa è un'altra storia che forse un giorno farò raccontare a Fiorello, meticcio zopparello.
Il bene di queste centinaia di bestiole è tutto ciò che ci interessa. Chi ci aiuta a realizzarlo?
Cinzia vi saluta con la coda, io mando un abbraccio a tutti.
Ah, Buon Natale».