criminalità nella Bat
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Cronaca

Semestrale DIA: Nella Bat “mafia autoctona…frammentata, costituita da tanti clan”

Nella relazione del I semestre 2022, i rilievi e le criticità di un territorio con tante infiltrazioni anche da fuori provincia

La relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia presentata dal Ministro dell'Interno e relativa all'analisi sui fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso del I semestre del 2022 fa rimanere alta l'allerta delle Forze dell'ordine e della Magistratura nel territorio della provincia Barletta Andria Trani. L'attenta analisi è stata realizzata sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione e conferma, ancora una volta, che il modello ispiratore delle diverse organizzazioni criminali di tipo mafioso appare sempre meno legato a eclatanti manifestazioni di violenza ed è, invece, rivolto verso l'infiltrazione economico-finanziaria.


Il Procuratore generale della Corte di Appello di Bari, Annamaria Tosto, il 22 gennaio 2022, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2022 e con riferimento alla criminalità organizzata nella provincia di Barletta-Andria-Trani ha specificato, tra l'altro, come essa appaia "una mafia autoctona…frammentata, costituita da tanti clan". Le evidenze investigative e d'analisi del semestre hanno sottolineato come alcune frange della locale mafia autoctona sembrerebbero orientarsi anche verso modelli delinquenziali più evoluti, finalizzati all'infiltrazione nell'economia legale senza rinunciare a forme di intimidazione violenta contro rappresentanti della pubblica amministrazione (In tutta la provincia sono stati registrati danneggiamenti di autovetture ai danni di funzionari pubblici e incaricati di pubblico servizio). La siffatta azione dei clan potrebbe rappresentare un serio pericolo per il tessuto economico della provincia se rapportato alle vulnerabilità sistemiche del territorio già gravemente fiaccato dalla perdurante crisi economica generata anche dall'emergenza sanitaria.

Le attività economiche nel settore sia del turismo e della ristorazione, prevalenti lungo la litoranea Margherita di Savoia-Barletta-Trani-Bisceglie, sia del comparto agricolo (già segnato dalla forte incidenza dei reati predatori e dei danneggiamenti. Alta rimane, anche nel semestre di riferimento, l'incidenza dei reati predatori nel settore agricolo, punto di incontro e sintesi tra criminalità comune e organizzata) nell'entroterra provinciale potrebbero costituire oggetto di interesse della locale criminalità organizzata. Proprio al fine di assicurare il preminente interesse pubblico connesso con la legalità e con la trasparenza nell'economia, l'Ufficio Territoriale del Governo e la Provincia di BarlettaAndria-Trani hanno sottoscritto il 22 febbraio 2022 il "Protocollo di Legalità per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli affidamenti di lavori servizi e forniture" con il quale le parti, nell'ambito delle rispettive competenze, si impegnano ad assumere ogni utile iniziativa al fine di promuovere il pieno rispetto delle discipline antimafia anche mediante "l'interscambio informativo tra le Pubbliche Amministrazioni interessate e l'interconnessione di banche dati per assicurare la più efficace azione di vigilanza, controllo e monitoraggio".

In tale ambito le interdittive emesse dal Prefetto della sesta provincia pugliese e lo scioglimento del Consiglio comunale di Trinitapoli, disposto con Decreto del Presidente della Repubblica del 5 aprile 2022 (contestualmente, la gestione amministrativa del Comune è stata affidata, per 18 mesi, ad una Commissione straordinaria), rappresentano la risposta più efficace delle Istituzioni contro ogni tentativo di commistione tra business criminali e deviati interessi politico-amministrativi che favoriscono la vocazione affaristico-imprenditoriale dei locali sodalizi mafiosi. Per quanto riguarda, in particolare, lo scioglimento del citato ente territoriale è emerso come la pressione intimidatoria esercitata dalla criminalità organizzata abbia inibito la regolare attività amministrativa e investito anche la tecnostruttura del Comune che sarebbe talvolta risultata disponibile a comportamenti omissivi o contra legem. Nel contesto territoriale del Comune di Trinitapoli si è anche sviluppata la sanguinosa faida tra i sodalizi DE ROSA-MICCOLI-BUONAROTA (l'1 e il 3 febbraio 2022, a Trinitapoli, i Carabinieri traevano in arresto in flagranza di reato per spaccio di stupefacenti 2 pregiudicati intranei al sodalizio criminale DE ROSA-MICCOLI-BUONAROTA) e CARBONE-GALLONE (il 5 gennaio 2022, a Trinitapoli un incendio ha interessato 2 autovetture di proprietà di un pregiudicato legato, per vincoli familiari, al clan CARBONE-GALLONE e che potrebbe essere collegato alle dinamiche delinquenziali di quel territorio), quest'ultimi "vicini" alla batteria foggiana dei MORETTI-PELLEGRINO-LANZA.

L'operatività del primo clan ha motivato il sequestro eseguito dalla DIA il 25 marzo 2022 (n. 108/2021 MP emesso dal Tribunale di Bari il 18 marzo 2022. La DIA ha sequestrato beni per 1 milione di euro costituiti da 23 unità immobiliari, in prevalenza appezzamenti di terreno seminativi e frutteti, un'azienda agricola, nonché diverse disponibilità finanziarie rinvenute su conti correnti e depositi a risparmio), a carico di un elemento di spicco "connotato da pericolosità sociale in relazione al suo coinvolgimento in articolate indagini che avrebbero disvelato l'esistenza di un sodalizio criminale dedito al traffico ed alla commercializzazione di droga sulle piazze di Trinitapoli".

A Barletta, l'efficacia dell'azione repressiva sviluppata negli anni dalle Forze di Polizia e dalla Magistratura avrebbe ridimensionato il clan CANNITO-LATTANZIO (a Canosa di Puglia l'operazione "Dolus" (2021) ha delineato l'esistenza di consessi malavitosi organizzati che hanno visto emergere, e progressivamente affermarsi, la figura di un soggetto legato al clan CANNITO di Barletta e alla malavita cerignolana). Non emergerebbero, allo stato, segnali di ripresa riferibili alle rilevanti attività criminali sebbene, come evidenziato nella sentenza emessa il 2 novembre 2021 del processo "Nabucodonosor" (2019), nella cittadina pugliese sembrerebbero operare 4 gruppi (il 18 febbraio 2022, a Barletta, i Carabinieri arrestavano un pregiudicato in flagranza di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, poiché trovato in possesso di quasi 100 dosi di cocaina e con numerose frequentazioni con appartenenti al gruppo criminale degli STRANIERO-SARCINA; il 22 marzo 2022, a Barletta, la Polizia di Stato ha eseguito l'OCC n. 1028/2022 RGNR e n. 11555/2022 RG GIP, emessa il 17 marzo 2022 dal Tribunale di Trani, nei confronti di 2 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dell'omicidio e della soppressione del cadavere di un pregiudicato. Uno degli indagati, appartenente al gruppo STRANIERO-SARCINA, figura nell'operazione "Nabucodonosor" (2019) ), alcuni elementi dei quali già sottoposti a detenzione domiciliare. Significativa nel semestre in questione risulta anche la sentenza definitiva di condanna ( n. 1282/2020 – 1541/2019 R.G. e 1116/2017 R.N.R. emessa il 15 giugno 2020 dalla Corte d'Appello di Bari resa definitiva a seguito della decisione di inammissibilità del ricorso in Cassazione (n. Reg. Gen 7976/2021 della Corte di Cassazione) ), connessa con il procedimento "Red Eagle" (2016) (l'indagine ha accertato l'esistenza di due distinti sodalizi tra loro collegati per l'attività di produzione, detenzione e traffico di sostanze stupefacenti e la trasversalità di taluni elementi legati alla criminalità organizzata cerignolana, nord-barese ed albanese. In particolare, l'impianto accusatorio ha delineato l'operatività di un primo sodalizio, stanziato nelle città di Barletta, Andria e Trani ed attivo anche nelle province di Bari e Foggia, nonché di un secondo avente anche la disponibilità di armi stanziato a Cerignola), che il 15 febbraio 2022 ha portato all'esecuzione di 11 ordini di carcerazione emessi nei confronti di altrettanti responsabili di associazione per delinquere armata finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Iniziative di prevenzione e contrasto ad ogni forma di infiltrazione nell'economia da parte della criminalità organizzata sono state adottate anche nell'ambito del Comune barlettano. È del 9 marzo 2022 la sottoscrizione del protocollo di legalità tra il Prefetto di Barletta-AndriaTrani, Maurizio VALIANTE, e il Commissario Straordinario per la gestione del Comune di Barletta, Francesco ALECCI. L'intesa prevede il rafforzamento delle misure di prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli affidamenti pubblici, nelle concessioni e nelle procedure concorsuali, con particolare riguardo alle risorse che saranno trasferite agli enti locali nell'ambito del noto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Nello scenario criminale andriese continuerebbe a registrarsi la presenza di elementi di spicco dell'ex clan PASTORE-CAMPANALE (il 16 marzo 2022, ad Andria, i Carabinieri arrestavano in flagranza di reato un pregiudicato trovato in possesso di 177 kg di hashish suddivisa in panetti da 1 kg, tutti occultati nel garage della sua abitazione. Il soggetto è risultato "vicino" a soggetti di spicco dell'ex clan PASTORE-CAMPANALE. Il 17 giugno 2022, veniva eseguito il provvedimento definitivo di confisca di beni per un valore di circa 460 mila euro nei confronti di un elemento intraneo a tale clan) e l'attività del sodalizio PISTILLO-PESCE, contiguo agli STRISCIUGLIO di Bari. La criminalità locale sembrerebbe in rapporti anche con la malavita cerignolana, per quanto concerne la commissione di reati predatori, nonché con quella garganica relativamente agli stupefacenti. Non si segnala, allo stato, l'operatività delgruppo GRINER-CAPOGNA (l'elemento di vertice del gruppo CAPOGNA, scarcerato dagli arresti domiciliari il 7 aprile 2022, risulterebbe legato al clan NARDINO di San Severo ed alla malavita cerignolana) e del clan LAPENNA (il 26 gennaio 2022, ad Andria, i Carabinieri hanno denunciato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente un elemento di vertice del sodalizio LAPENNA). Nel mese di febbraio 2022 sono state eseguite due misure di prevenzione patrimoniale (n. 27/2021 del 3 febbraio 2022 e n. 20/2021 del 18 febbraio 2022. L'ammontare complessivo del valore dei beni oggetto di confisca è di 1 milione di euro), a carico di 2 pregiudicati andriesi coinvolti in importanti operazioni di polizia giudiziaria tra cui l'indagine "Via Trani" del 2015 che aveva consentito di disarticolare un sodalizio attivo nel Comune di Andria e dedito ad una ramificata e consolidata attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Sempre con riferimento al contesto territoriale di Andria e Minervino Murge (BT) rileva la confisca (Decreto nr. 16/22 D (nr. 58/21 MP) del 3 marzo 2022 – Corte di Appello di Bari), per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro, eseguita dalla DIA nei confronti di un pluripregiudicato andriese il quale, attinto da Ordinanza di custodia cautelare in carcere nel giugno del 2017 nell'ambito dell'operazione "Odissea Bancomat", era dedito principalmente a furti e rapine di ingentissimo valore consumate anche in nord Italia. Il provvedimento ha consolidato in forma pressoché speculare il sequestro (Decreto nr. 79/19 MP del 16.9.2019 – Tribunale di Bari), operato nei confronti del medesimo nell'ottobre del 2019, scaturito dalla proposta di applicazione della misura di prevenzione formulata dalla DIA il 2 aprile 2019.

A Trani, le numerose operazioni di polizia degli ultimi anni (si ricordano in proposito le operazioni "Medusa" e "Immortale" concluse dai Carabinieri il 5 luglio 2021) hanno inferto duri colpi alla locale criminalità organizzata colpendo soprattutto i sodalizi CORDA-LOMOLINO e COLANGELO che sembrerebbero ormai disarticolati. Nel semestre di riferimento la strategia di contrasto ai fenomeni criminali associativi nella città tranese ha portato l'11 maggio 2022 all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere (n. 6844/21 RGNR e n. 465821 RG GIP emessa dal Tribunale di Trani il 9 maggio 2022) a carico di 13 indagati, ritenuti responsabili di estorsione, continuata e aggravata dall'uso di armi, nonché di trasferimento fraudolento di beni e valori. L'indagine condotta dai Carabinieri ha evidenziato l'operatività latente dello storico clan ANNACONDIA (Il 14 aprile 2022 è tornato definitivamente in libertà un elemento contiguo al clan) e l'ormai conclamata presenza nel territorio del gruppo FIORE-RISOLI, compagine satellite del clan PARISI di Bari. Nell'ambito delle investigazioni, inoltre, sono stati raccolti elementi anche in ordine all'intestazione fittizia, ex art.512bis c.p., di alcune attività commerciali ed imprenditoriali riconducibili agli indagati ma formalmente intestate a prestanome e/o loro familiari, colpiti da un provvedimento di sequestro preventivo eseguito a carico di 3 pregiudicati. Nel medesimo territorio rimane alta l'attenzione degli investigatori verso gli interessi criminali, anche di tipo imprenditoriale, evidenziati da taluni esponenti della criminalità andriese e, in particolare, del clan ex PASTORE-CAMPANALE.

Nel Comune di San Ferdinando di Puglia, l'8 giugno 2022 (l'8 giugno 2022, la Guardia di Finanza ha eseguito l'ordinanza applicativa della misura coercitiva degli arresti domiciliari, n. 1231/20 RGNR e nr. 7408/20 R.G. GIP emessa dal Tribunale di Foggia il 26 maggio 2022, nei confronti di un elemento di vertice del clan VISAGGIO, di quella interdittiva ex art. 290 c.p.p. relativa ad altri 3 soggetti e del sequestro preventivo diretto/equivalente e per sproporzione, nell'ambito di un procedimento penale a carico di complessivi 6 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (autoriciclaggio), dichiarazioni infedele (cd. evasione fiscale) e false comunicazioni sociali (cd. falso in bilancio) ), la Guardia di Finanza ha concluso un'operazione nei confronti del sodalizio VISAGGIO che ha messo in luce numerose manovre di riorganizzazione societaria finalizzate a ripartire asset immobiliari di alcune imprese. Gli esiti delle investigazioni, basandosi sull'analisi della documentazione finanziario-contabile di alcune società, hanno documentato come molti conferimenti di rami d'azienda sarebbero stati adottati al solo scopo di dissimulare la vendita di beni aziendali e sottrarre illecitamente all'erario Iva e imposte dirette. Gli amministratori delle società avrebbero, poi, esposto consapevolmente nei bilanci, nelle relazioni e nelle comunicazioni periodiche sociali, fatti non rispondenti al vero in relazione alla situazione economica e patrimoniale. I proventi illeciti sarebbero stati successivamente dirottati sui conti correnti personali dell'esponente di vertice del citato clan e di alcuni suoi familiari; nel senso è stato disposto anche il sequestro preventivo diretto e/o per equivalente - ex art. 321 c.p.p. - e il sequestro preventivo per sproporzione - ex art. 321 c.p.p. in relazione all'art. 240 bis c.p. - per un totale di circa 2 milioni e mezzo di euro.

Al pari della delinquenza foggiana e barese, quella della provincia BAT è connotata da una spiccata professionalità nella pianificazione delle azioni criminali e nella gestione delle proprie risorse illecite, nonché da un'apprezzabile propensione alla mobilità nel territorio regionale e nazionale. Anche nel semestre in esame, si registrano reati predatori tra cui spiccano le rapine ai furgoni portavalori ed ai TIR, oggetto di particolare attenzione investigativa da parte delle Forze di polizia anche per le violente modalità operative spesso adottate con l'uso di armi lunghe da guerra ed esplosivi ad alto potenziale. Per quanto concerne, invece, il settore illecito degli stupefacenti si segnalano gli esiti investigativi dell'indagine "Zemra" (Ordinanza di custodia cautelare n. 8591/2018 RGNR Mod. 21 D.D.A. e n. 7232/2019 R.G. GIP emessa il 13 maggio 2022 dal Tribunale di Bari nei confronti di 5 italiani e 6 albanesi, nell'ambito di un procedimento penale avviato a carico di 33 soggetti, indiziati a vario titolo di produzione e cessione di sostanze stupefacenti nonché detenzione e ricettazione di armi), conclusa dalla DIA l'8 giugno 2022 e parte del più ampio progetto investigativo posto in essere per il contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti dall'Albania alla Puglia (nel cui ambito è operativa, a decorrere dal 2017, una Squadra Investigativa Comune. Tale strumento di cooperazione giudiziaria, istituito tra la DDA di Bari, la Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana ed Eurojust (Organismo che sostiene la cooperazione giudiziaria nella lotta contro le forme gravi di criminalità transnazionale), consente di effettuare approfondimenti investigativi congiunti avvalendosi del fondamentale ruolo di coordinamento assicurato dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo). Le indagini, che evidenziano ancora una volta la sinergia tra la criminalità della BAT e quelle delle province limitrofe cerignolana e barese, hanno "consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di diversi soggetti, sia di nazionalità italiana capaci di trasferire ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti sull'asse Cerignola (FG)- Bisceglie (BAT), Bari Oria (BR) sia di nazionalità albanese i quali, a seguito dell'attività repressiva a mare effettuata nell'ambito delle operazioni Shefi e Kulmi, avevano trasferito la produzione dello stupefacente dall'Albania a Modugno (BA) ove realizzarono una piantagione coltivata in serre, composta da oltre 10.000 piante di marijuana per un peso di circa una tonnellata sottoposta a sequestro dalla polizia giudiziaria".
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