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Regione, stipendi impropri e buco da 20 mln. M5S: "Avevamo ragione noi. Ma nel 2016 la maggioranza ha preferito irriderci"

"Ci vorranno almeno 10 anni per coprire il buco di 20 milioni", dichiarano i consiglieri Bozzetti e Laricchia (M5S) 

"Già dal 2016 avevamo denunciato il buco da 20 milioni di euro della Regione Puglia dovuto a stipendi elevati e promozioni a gogò a cavallo tra le amministrazioni Vendola e Emiliano, e chiesto che questa cifra non venisse recuperata a spese dei dipendenti. In aula i consiglieri di maggioranza, ci avevano accusato di denunciare "falsi scandali". Oggi i fatti dimostrano che avevamo ragione noi e, come sempre, c'è poco da fidarsi delle rassicurazioni della vecchia politica".

Lo dichiarano i consiglieri M5S Antonella Laricchia e Gianluca Bozzetti in seguito alla notizia apparsa ieri sugli organi di stampa riguardante il piano di rientro attraverso il quale la Regione Puglia intenderebbe risanare un buco di 20 milioni di euro, decurtando gli stipendi a circa 600 dipendenti e tagliando fondi a biblioteca e fotocopie. I consiglieri pentastellati rivendicano di aver per primi sollevato la questione dapprima, nel 2016, attraverso un'interrogazione e successivamente nel 2017 con una denuncia alla Corte dei Conti.

"Ci vorranno almeno 10 anni per coprire il buco di 20 milioni - dichiarano i consiglieri Bozzetti e Laricchia (M5S) - creato dagli emolumenti che il Consiglio Regionale della Puglia ha pagato impropriamente ai propri dirigenti dal 2011 al 2016. Con l'interrogazione chiedevamo all'assessore al Personale Nunziante quali azioni concrete la Regione avesse intrapreso per individuare le cause e responsabilità in merito al considerevole montante da recuperare, senza che ciò che era stato un errore si ripercuotesse sui dipendenti. L'assessore stesso quantificava l'importo da recuperare ad oltre 19.750.861 euro. Ricordiamo che quando abbiamo sollevato la questione e siamo stati gli unici a farlo, abbiamo dovuto scontrarci con i consiglieri di maggioranza. In particolare il consigliere Mazzarano, non si sa a quale titolo, assicurava che non ci sarebbero state decurtazioni (facendo riferimento ad una non pervenuta "virtuosità finanziaria della Regione") e che si sarebbe potuto "ridurre al minimo, se non azzerare, il recupero da effettuarsi", accusando noi del M5S di "proverbiale assenza di argomentazioni", di "ricerca della notizia sensazionale o ad effetto" e di aver presentato alla Corte dei Conti questioni ridicole."

La legge aveva fissato dal 2011 fino al 2014, un tetto massimo per il totale del salario accessorio regionale, bloccandolo ad un valore non superiore a quello del 2010 e comunque riducendolo in maniera proporzionale alla riduzione del personale. Dal 2015 in poi l'ammontare complessivo delle risorse destinate ai salari accessori sarebbero state comunque decurtate dello stesso ammontare stabilito negli anni precedenti. Tuttavia quella enorme somma di denaro è stata comunque corrisposta dal 2011 al 2016 sotto forma di salario accessorio.

Poco più di un anno fa il consigliere M5S Gianluca Bozzetti rilevava proprio che, il recupero forzoso, avrebbe potuto riguardare "forti decurtazioni salariali mensili agli incolpevoli dipendenti della struttura regionale che già stanno pagando un prezzo salato, dal momento che per il 2015 si è avuto il blocco del saldo del premio incentivante, attualmente esteso anche a tutto il 2016."
"Quello che è certo - concludono - è che, ancora una volta, i pugliesi pagano le conseguenze di scelte scellerate."
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