
Attualità
Racket ad Andria, dopo 9 anni l’imprenditore Gemiti torna a raccontarsi: “Scegliete la strada della legalità”
Attualmente è impegnato sul fronte sociale con “Amici per la Vita” e “Senza Sbarre” onlus
Andria - giovedì 17 marzo 2022
Era il 2013 quando Felice Gemiti, noto imprenditore andriese dell'azienda tessile Gemitex Spa, fu vittima del racket. A inchiodare gli estortori è stata proprio la sua denuncia. Un episodio crudele che non può e non deve scolorirsi, anche a distanza di 9 anni. Ed è per questo che quei terrificanti momenti li vogliamo riproporre attraverso le sue parole: "Con una coperta addosso mi puntarono un'arma alla testa", dichiara Gemiti. "Ma quel giorno fu così veloce che non ebbi il momento di capire cosa mi stava accadendo. Naturalmente questo è stato il momento in cui ho avuto più paura". Nel suo racconto l'importanza di agire e di denunciare atti criminosi sono tasselli fondamentali per evitare gravi ricadute sia sul tessuto economico, sia in ambito socio familiare. Infatti, la lotta al racket passa attraverso la creazione di un clima di fiducia nelle istituzioni, che possa rendere esigibili tutti gli strumenti che l'ordinamento mette a disposizione, soprattutto la prevenzione. "L'unico modo per farcela è denunciare", sottolinea l'imprenditore. "Più denunciate meglio è. Solo così le autorità competenti possono proseguire adeguatamente le loro indagini. Scegliete sempre la strada della legalità!".
Gemiti ha raccontato anche il suo impegno nella onlus "Amici per la Vita" che riunisce ben 100 soci, tutti imprenditori del territorio, "Stiamo cercando di aiutare chi è meno fortunato di noi. Abbiamo comprato dispositivi medicali per gli ospedali e per le varie sedi della Croce Rossa Italiana. Nel periodo Covid abbiamo raccolto 5mila buste contenenti beni di prima necessità destinate a famiglie disagiate. Mentre recentemente abbiamo spedito beni primari in Ucraina, attraverso la Caritas di Cracovia, oltre che ospitare in una delle nostre case dieci rifugiati di guerra". Il suo impegno sociale sfocia anche nel progetto diocesano "Senza Sbarre", di Don Riccardo Agresti e Don Vincenzo Giannelli, in corso di svolgimento nella Masseria San Vittore, dove la produzione alimentare dei condannati a pene detentive, diviene motivo di recupero di chi ha commesso in passato atti criminosi e ora ha deciso di intraprendere la strada verso la legalità.
Nel VIDEO l'intervista a Felice Gemiti.
Gemiti ha raccontato anche il suo impegno nella onlus "Amici per la Vita" che riunisce ben 100 soci, tutti imprenditori del territorio, "Stiamo cercando di aiutare chi è meno fortunato di noi. Abbiamo comprato dispositivi medicali per gli ospedali e per le varie sedi della Croce Rossa Italiana. Nel periodo Covid abbiamo raccolto 5mila buste contenenti beni di prima necessità destinate a famiglie disagiate. Mentre recentemente abbiamo spedito beni primari in Ucraina, attraverso la Caritas di Cracovia, oltre che ospitare in una delle nostre case dieci rifugiati di guerra". Il suo impegno sociale sfocia anche nel progetto diocesano "Senza Sbarre", di Don Riccardo Agresti e Don Vincenzo Giannelli, in corso di svolgimento nella Masseria San Vittore, dove la produzione alimentare dei condannati a pene detentive, diviene motivo di recupero di chi ha commesso in passato atti criminosi e ora ha deciso di intraprendere la strada verso la legalità.
Nel VIDEO l'intervista a Felice Gemiti.