
Attualità
Progetto Senza Sbarre: dopo 40 anni di carcere e la condanna all'ergastolo, Vincenzo ottiene la libertà condizionale
Soddisfazione per Don Riccardo Agresti e Don Vincenzo Giannelli, artefici di questo come di altri positivi progetti rieducativi
Andria - sabato 28 maggio 2022
14.47
Ha trascorso 40anni tra le mura di un carcere Vincenzo, Condannato all'ergastolo per aver ucciso un carabiniere. Adesso per lui arriva, dopo ben cinque domande non accolte, il placet del tribunale di sorveglianza a poter usufruire della libertà condizionale, secondo le indicazioni espresse in un indirizzo della sezione penale della Corte di Cassazione.
Vincenzo ha chiesto perdono per il male commesso e gli è stata riconosciuta la riabilitazione. Lui è uno dei detenuti che sono stati affidati a don Riccardo Agresti e don Vincenzo Giannelli per il progetto diocesano "Senza Sbarre", che animano da ormai qualche anno la comunità sociale dell' antico casolare situato in contrada San Vittore, nelle campagne di Andria, a pochi chilometri dal celebrato maniero federiciano, donato dalla Diocesi di Andria a questo innovativo quanto coinvolgente progetto, cui ha creduto sin dall'inizio il Vescovo Monsignor Luigi Mansi, diventato luogo di riabilitazione e reinserimento per decine di persone che purtroppo di trovano a scontare delle pene detentive. Oggi questi detenuti, ma anche ex detenuti sono il seme che è germogliato, con la cooperativa sociale "A mano libera" che produce alimenti che vengono venduti per ottenere parte del sostentamento di questo progetto.
Sono in tanti coloro che silenziosamente danno una mano a questo progetto, dove l'unica cose che viene chiesta è quella "di dare una mano", ognuno per le proprie possibilità. E sono in tanti oggi, che traendo spunto dalla preziosa quanto continua presenza del magistrato Giannicola Sinisi, sono vicini agli amici della masseria S. Vittore, in agro di Andria. Dagli inziali otto ettari di superficie coltivata ad orti e grano, si costruisce quotidianamente grazie a testimonianze silenziose, qualcosa di concreto che serve ad alimentare non solo un progetto di vita ma anche una visione spirituale di riscossa ed emancipazione.
Vincenzo ha chiesto perdono per il male commesso e gli è stata riconosciuta la riabilitazione. Lui è uno dei detenuti che sono stati affidati a don Riccardo Agresti e don Vincenzo Giannelli per il progetto diocesano "Senza Sbarre", che animano da ormai qualche anno la comunità sociale dell' antico casolare situato in contrada San Vittore, nelle campagne di Andria, a pochi chilometri dal celebrato maniero federiciano, donato dalla Diocesi di Andria a questo innovativo quanto coinvolgente progetto, cui ha creduto sin dall'inizio il Vescovo Monsignor Luigi Mansi, diventato luogo di riabilitazione e reinserimento per decine di persone che purtroppo di trovano a scontare delle pene detentive. Oggi questi detenuti, ma anche ex detenuti sono il seme che è germogliato, con la cooperativa sociale "A mano libera" che produce alimenti che vengono venduti per ottenere parte del sostentamento di questo progetto.
Sono in tanti coloro che silenziosamente danno una mano a questo progetto, dove l'unica cose che viene chiesta è quella "di dare una mano", ognuno per le proprie possibilità. E sono in tanti oggi, che traendo spunto dalla preziosa quanto continua presenza del magistrato Giannicola Sinisi, sono vicini agli amici della masseria S. Vittore, in agro di Andria. Dagli inziali otto ettari di superficie coltivata ad orti e grano, si costruisce quotidianamente grazie a testimonianze silenziose, qualcosa di concreto che serve ad alimentare non solo un progetto di vita ma anche una visione spirituale di riscossa ed emancipazione.