Festival della Legalità
Festival della Legalità "Itis" Jannuzzi Andria
Vita di città

Pinuccio Fazio testimone alla prima del Festival della Legalità

Tanti i giovani, attenti e rapiti della testimonianza del padre di Michele che ha perso la vita per “errore”, raggiunto da una pallotta della mala barese

Si è concluso ieri mattina, mercoledì 1° marzo, il primo appuntamento del Festival della Legalità di Andria con la sezione "Testimoni di Legalità", nell'istituto scolastico Jannuzzi, dove Pinuccio Fazio, padre di Michele, ucciso dalla mala barese, ha incontrato gli studenti per raccontare la storia di suo figlio e il progetto che da allora ne è nato, ormai in giro per l'Italia e oltre. Grazie alla disponibilità del Preside Pino Monopoli e alla collaborazione dei rappresentanti d'istituto.

Il racconto di una parabola della vita che va dal tragico dolore al perdono, tra sgomento e commozione. Una sala gremita di giovani, attenti e rapiti della testimonianza di Pinuccio Fazio, padre di Michele che ha perso la vita per "errore" il 12 luglio 2021, raggiunto da una pallotta della mala barese

«È la giornata della cura. Prendersi cura delle persone, prendersi cura della città, prendersi cura delle comunità scolastiche. Come amministrazione abbiamo deciso questa giornata per far partire la terza edizione del Festival della Legalità che quest'anno si occuperà di testimoni di legalità» dichiara la Sindaca, avv. Giovanna Bruno, al margine dell'incontro «Siamo partiti da un testimone per eccellenza che è Pinuccio Fazio, Padre di Michele Fazio. Un giovane poco meno sedicenne quando è stato stroncato per sempre da una pallottola della mala barese. Senza che centrasse assolutamente nulla. Da quel lontano 2001. Pinuccio e Lella la moglie girano l'Italia parlando soprattutto ai giovani. E noi abbiamo chiesto al Preside, Pino Monopoli, di questo istituto, di ospitare questa prima tappa. L'abbiamo fatto anche con la collaborazione dei rappresentanti d'istituto in una sala gremitissima di giovani, coetanei di Michele. Attenti ad ascoltare il racconto»

Prosegue il Pinuccio Fazio, padre di Michele «La cosa importante di questa giornata è che tutti i ragazzi mi hanno ascoltato con un massimo silenzio. E alla fine mi hanno applaudito. Ma non sono gli applausi che ho bisogno, ho bisogno degli abbracci» dichiara, invece, Pinuccio Fazio al termine della presentazione «Perché questi ragazzi hanno bisogno di ascoltare le nostre testimonianze. Cosa è successo e cosa non deve mai succedere. A questi giovani io dico, ho detto e lo ripeto a tutti i cittadini della città di Andria di non entrare in quelle mani delle mafie. Perché chi entra in quelle mani delle mafie non ha via di uscita. O è il carcere o è il cimitero. E chi fa uso di sostanze stupefacenti non fa altro che aiutare la criminalità organizzata a crescere. Però attenti ragazzi chi fa del bullo in classe già incomincia ad essere un piccolo mafioso, questo voi non lo dovete fare».

Una testimonianza forte, la storia di Pinuccio e Lella. «Dall'uccisione del figlio, all'elaborazione del lutto il donarsi agli altri fino ad arrivare addirittura all'incontro con i carnefici e al perdono. La moglie di pinuccio si è rivolta al responsabile della moglie di Michele e in dialetto barese l'ha chiamato Figlio Mio» conclude la Sindaca di Andria.
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