Vita di città
Piano di riequilibrio, Sgarra e Faraone: «Abbiamo bisogno di qualcosa di più e molto prima del 2038»
Nella manovra salva conti si è passato da 15 a 20 anni e si sono dovuti mettere in vendita molti più immobili comunali di quelli già previsti
Andria - mercoledì 10 marzo 2021
13.57
«L'ultimo lungo consiglio comunale è stato dedicato principalmente alla presentazione delle linee programmatiche dell'amministrazione Bruno, a distanza di 5 mesi dalle elezioni. Ma è comprensibile, non c'è stato tempo, c'erano altre urgenze, altre priorità. Che questa amministrazione, dovendo partire con circa 77 milioni di euro di debiti da risanare, stia incontrando molte difficoltà è innegabile, solo una persona non onesta intellettualmente affermerebbe il contrario. Del resto, però, chiederci un contributo in termini di idee dandoci due giorni di tempo, su di un documento predisposto da uffici comunali anche con l'ausilio di incarichi a esperti esterni risalenti al 2019, ci sembra tardivo». Lo dicono le due consigliere comunali del Movimento 5 Stelle, Doriana Faraone e Nunzia Sgarra alla vigilia del consiglio comunale in cui l'assise sarà chiamata a pronunciarsi sulla delibera della rimodulazione del piano di riequilibrio del 2018.
«Noi speriamo che il dato "77 milioni di debiti" sia definitivo, poiché dal precedente piano di rientro di fine 2018 il debito, che anche allora si diceva fosse solo quello, si è notevolmente accresciuto, tanto che il nuovo piano di rientro è passato da 15 a 20 anni e si sono dovuti mettere in vendita molti più immobili comunali di quelli già previsti, tipo l'ufficio tributi di Via Bari ed il Circolo Tennis, operazioni indispensabili per fare cassa, ma che pongono alcune riflessioni su, ad esempio, un ufficio tributi che andrebbe ramingo nel mentre dovrebbe essere uno dei maggiori protagonisti per il successo del piano di rientro e, più in generale, sulle "esperienze di progettazione e di architettura del paesaggio" previste nelle linee programmatiche per la città del futuro, difficilmente applicabili sulle aree comunali in vendita. E nonostante tutto questo, secondo l'impostazione complessiva del nuovo piano di rientro che domani sarà discusso in consiglio comunale, la nostra città dovrebbe riemergere definitivamente dalle "sabbie mobili" dei debiti solo nel 2038. Ieri, mentre ascoltavamo con attenzione gli interventi di tutti i nostri colleghi, non abbiamo potuto fare a meno di notare, e lo abbiamo anche detto, che le buone intenzioni e gli auspici contenuti nelle linee programmatiche del Sindaco in prospettiva futura, ci sembrano sempre meno realizzabili considerando la situazione attuale descritta impietosamente con i numeri dei debiti».
«Non abbiamo una bacchetta magica, ma la città che vediamo tutti i giorni riteniamo abbia bisogno di qualcosa di più del piano di rientro che abbiamo letto e molto prima del 2038. Restiamo molto perplessi perché ci sembra che a questa squadra manchi una visione più coraggiosa, un vero "piano d'impresa" con iniziative innovative, con idee e con uno spirito più vicino all'entusiasmo che il Sindaco ha cercato di trasmetterci con le linee programmatiche e più lontano dal grigiore di un piano di rientro che spalma il debito sui prossimi 20 anni invadendo il futuro dei nostri figli. Rilevare una azienda fallimentare per poi prevedere un suo riassetto che consiste solo in una speranza di incassi o di risparmi, è un'operazione per noi solo sulla carta, mentre la speranza della gente di poter vivere in questa grande azienda chiamata "Andria" in modo eccellente, ebbene, questa è l'operazione politica da perseguire. Attenzione! Apprezziamo i buoni propositi e gli obiettivi che si pone il sindaco Bruno, sono lodevoli, ma gli strumenti e i metodi, con cui raggiungere quegli obiettivi, non ci sembrano chiaramente esplicitati. La questione fondamentale, già posta da noi, è sempre la stessa. La sostenibilità! Il piano di rientro rimodulato, con tutti i sacrifici che contiene, sarà anche sostenibile secondo la fredda analisi di un programma informatico, ma come inciderà sulla vita degli andriesi fino al 2038?», concludono Faraone e Sgarra.