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Attualità
Sicurezza nella Bat: "Questo è un territorio in cui si sono allentati tutti i bulloni della legalità"
Confronto tra magistrati, amministratori e religiosi, cui ha partecipato il Sindaco di Andria, Giovanna Bruno
BAT - domenica 27 giugno 2021
9.40
Le mafie ci sono nella sesta provincia pugliese e pertanto bisogna reagire, subito. E' quanto emerso a Bisceglie durante l'incontro pubblico con i procuratori Nitti (Trani), Gatti (DNA) e Mons. D'Ascenzo (arcidiocesi Trani-Barletta-Bisceglie), svoltosi venerdì 25 giugno.
In duecento tra autorità, forze dell'ordine, istituzioni, associazioni, ordini professionali, realtà produttive, parrocchie, scuole, e centinaia di spettatori collegati in streaming per "Mafie in provincia. Su la testa". L'incontro si è svolto presso lo Sporting Club Bisceglie ed è stato promosso dalla presidenza del Consiglio comunale, con il patrocinio della città di Bisceglie. Per la prima volta insieme in un incontro pubblico, il procuratore di Trani Renato Nitti, il procuratore della Direzione Nazionale Antimafia Giuseppe Gatti, l'arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie Mons. Leonardo D'Ascenzo hanno analizzato e approfondito il tema della penetrazione delle mafie nella sesta provincia pugliese. Anche Andria era presente con il suo massimo rappresentante istituzionale, il Sindaco Giovanna Bruno.
Dopo gli appelli a mezzo stampa, alcuni consiglieri comunali e cittadini hanno sollecitato un momento di confronto. Perché - come hanno sottolineato i procuratori - nel nostro territorio le mafie ci sono, fanno affari, affiliano intere generazioni. "Questo è un territorio in cui si sono allentati tutti i bulloni della legalità, vibra un po' tutto. Se non reagiamo adesso sarà poi troppo tardi" - ha sottolineato il procuratore Nitti. "Se non ora, quando?" è riecheggiato anche nelle parole dell'arcivescovo D'Ascenzo che ha richiamato l'urgenza di "costruire un villaggio educativo" per strappare alle mafie locali l'illusione di dare una identità ai giovani. Bisogna offrire loro - ha detto il procuratore Gatti - una alternativa fatta di modelli di relazione, di libertà, di giustizia sociale, bisogna promuovere cioè "l'antimafia del noi".
Il quadro emerso dagli interventi è desolante, dal momento che "le mafie pugliesi sono le prime interlocutrici dei cartelli albanesi: la droga passa per Bisceglie, Molfetta, Vieste…" ha ricordato il dott. Gatti. Ma unanime è il messaggio lanciato con forza: bisogna coltivare speranza. Simbolo di questo vento favorevole gli interventi di due giovani studenti impegnati in percorsi di legalità.
L'evento è stato moderato dal giornalista Rai Gianni Bianco e presentato dalla giornalista Grazia Pia Attolini. Presenti, tra le alte cariche, il sottosegretario di Stato Assuntela Messina e il viceprefetto Bat Michela Gandolfo. Hanno partecipato, tra gli altri, con il sindaco di Bisceglie Angelantonio Angarano, anche i sindaci delle città della provincia. In conclusione il presidente del Consiglio comunale della Città del Dolmen, Gianni Casella, ha auspicato una reazione forte delle istituzioni locali e l'inizio di un percorso di condivisione e concertazione con la comunità.
In duecento tra autorità, forze dell'ordine, istituzioni, associazioni, ordini professionali, realtà produttive, parrocchie, scuole, e centinaia di spettatori collegati in streaming per "Mafie in provincia. Su la testa". L'incontro si è svolto presso lo Sporting Club Bisceglie ed è stato promosso dalla presidenza del Consiglio comunale, con il patrocinio della città di Bisceglie. Per la prima volta insieme in un incontro pubblico, il procuratore di Trani Renato Nitti, il procuratore della Direzione Nazionale Antimafia Giuseppe Gatti, l'arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie Mons. Leonardo D'Ascenzo hanno analizzato e approfondito il tema della penetrazione delle mafie nella sesta provincia pugliese. Anche Andria era presente con il suo massimo rappresentante istituzionale, il Sindaco Giovanna Bruno.
Dopo gli appelli a mezzo stampa, alcuni consiglieri comunali e cittadini hanno sollecitato un momento di confronto. Perché - come hanno sottolineato i procuratori - nel nostro territorio le mafie ci sono, fanno affari, affiliano intere generazioni. "Questo è un territorio in cui si sono allentati tutti i bulloni della legalità, vibra un po' tutto. Se non reagiamo adesso sarà poi troppo tardi" - ha sottolineato il procuratore Nitti. "Se non ora, quando?" è riecheggiato anche nelle parole dell'arcivescovo D'Ascenzo che ha richiamato l'urgenza di "costruire un villaggio educativo" per strappare alle mafie locali l'illusione di dare una identità ai giovani. Bisogna offrire loro - ha detto il procuratore Gatti - una alternativa fatta di modelli di relazione, di libertà, di giustizia sociale, bisogna promuovere cioè "l'antimafia del noi".
Il quadro emerso dagli interventi è desolante, dal momento che "le mafie pugliesi sono le prime interlocutrici dei cartelli albanesi: la droga passa per Bisceglie, Molfetta, Vieste…" ha ricordato il dott. Gatti. Ma unanime è il messaggio lanciato con forza: bisogna coltivare speranza. Simbolo di questo vento favorevole gli interventi di due giovani studenti impegnati in percorsi di legalità.
L'evento è stato moderato dal giornalista Rai Gianni Bianco e presentato dalla giornalista Grazia Pia Attolini. Presenti, tra le alte cariche, il sottosegretario di Stato Assuntela Messina e il viceprefetto Bat Michela Gandolfo. Hanno partecipato, tra gli altri, con il sindaco di Bisceglie Angelantonio Angarano, anche i sindaci delle città della provincia. In conclusione il presidente del Consiglio comunale della Città del Dolmen, Gianni Casella, ha auspicato una reazione forte delle istituzioni locali e l'inizio di un percorso di condivisione e concertazione con la comunità.