
Attualità
Oggi memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti
Lettera ai giornalisti di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria
Andria - giovedì 24 gennaio 2019
Il 24 gennaio, in occasione della festa di San Francesco di Sales, Patrono dei Giornalisti, con non poca commozione è affiorata dal cuore una delle ultime conversazioni col mio caro amico Giornalista Professor Michele Palumbo al quale confidavo, gioiosamente, che se la Provvidenza mi concedesse un'altra vita, mi piacerebbe «essere un Giornalista e come tale, cercherei il buono, il vero, il bello disseminato nella coscienza dei singoli e dei popoli; lo cercherei e lo estrarrei come si fa con l'oro dal fango dei fiumi, per farne belle pagine di "Cronaca Bianca" e farle passare da anima ad anima, da labbro a labbro».
Constatato poi, che quotidianamente, ad apertura di giornali o tele giornali, spesso prevalgono notizie su dissensi e contrasti vari, ora in campo politico, ora in campo economico o sociale, ovvero notizie di cronaca nera; considerato che spesso tentativi e proposte positive non portano frutto, se rinascessi giornalista mi specializzerei in "Cronaca Bianca", fatta sì di piccoli fatterelli, piccole esperienze, ma che hanno dello straordinario, del candore, che commuovono, fanno esultare, evidenziano luce, gioia, forza, serenità, come ha fatto la nostra Teresa Calvano; insegnano a inserire ogni istante le povere cose dell'esistenza umana nella trama di un disegno divino, mentre semplificano i problemi della vita. Insomma: sottolineando di più il positivo anche se la denuncia opportuna di errori, limiti e colpe, è doverosa per chi ha responsabilità.
Mi piacerebbe altresì avere un mio giornale, dove tutti possano scrivere, dotti e indotti; che non abbia una veste appariscente o raduni soltanto scrittori di grido, perché ciò che interessa è la verità detta per amore del bene comune e dei singoli; un giornale che aiuti tanti a risentire fame e sete di messaggi alti: La Fraternità, L'Unità, la Giustizia, la Pace! Sì, messaggi alti! Messaggi lanciati da uomini nuovi senza i quali non ci può essere una comunicazione nuova, frutto di vita vissuta da comunicatori consapevoli dell'enorme potenza, a volte assopita, di tali messaggi, e non tanto soggetti a proposte piovute dall'alto, da qualche agenzia o istituzione.
E oggi, in occasione della festa del Santo Patrono, come credente, non posso non ricordare i tanti Giornalisti che hanno perso la vita per amore dell'Uomo e della Verità; non posso non elevare un grande grazie a San Francesco di Sales per i tanti altri Professionisti della Comunicazione che col loro lavoro, in quest'ora in cui l'umanità sembra vagare nel buio e l'offuscamento di tanti valori, pur fra molteplici tensioni e divisioni arricchiscono la vita di tante persone e, soprattutto, tengono vivo l'anelito alla Fraternità Universale.
Quanto al mio sogno - ormai irrealizzabile - mi consola e mi dà gioia sentirmi in compagnia dell'Apostolo Paolo, il primo cristiano che, secondo Chiara Lubich, «in una cultura ostile ha avuto il coraggio di farsi, per così dire, "mezzo di comunicazione" di un Messaggio Alto», e che, - si è certi - se vivesse in questi nostri tempi, come me, gli piacerebbe essere un Giornalista.
Constatato poi, che quotidianamente, ad apertura di giornali o tele giornali, spesso prevalgono notizie su dissensi e contrasti vari, ora in campo politico, ora in campo economico o sociale, ovvero notizie di cronaca nera; considerato che spesso tentativi e proposte positive non portano frutto, se rinascessi giornalista mi specializzerei in "Cronaca Bianca", fatta sì di piccoli fatterelli, piccole esperienze, ma che hanno dello straordinario, del candore, che commuovono, fanno esultare, evidenziano luce, gioia, forza, serenità, come ha fatto la nostra Teresa Calvano; insegnano a inserire ogni istante le povere cose dell'esistenza umana nella trama di un disegno divino, mentre semplificano i problemi della vita. Insomma: sottolineando di più il positivo anche se la denuncia opportuna di errori, limiti e colpe, è doverosa per chi ha responsabilità.
Mi piacerebbe altresì avere un mio giornale, dove tutti possano scrivere, dotti e indotti; che non abbia una veste appariscente o raduni soltanto scrittori di grido, perché ciò che interessa è la verità detta per amore del bene comune e dei singoli; un giornale che aiuti tanti a risentire fame e sete di messaggi alti: La Fraternità, L'Unità, la Giustizia, la Pace! Sì, messaggi alti! Messaggi lanciati da uomini nuovi senza i quali non ci può essere una comunicazione nuova, frutto di vita vissuta da comunicatori consapevoli dell'enorme potenza, a volte assopita, di tali messaggi, e non tanto soggetti a proposte piovute dall'alto, da qualche agenzia o istituzione.
E oggi, in occasione della festa del Santo Patrono, come credente, non posso non ricordare i tanti Giornalisti che hanno perso la vita per amore dell'Uomo e della Verità; non posso non elevare un grande grazie a San Francesco di Sales per i tanti altri Professionisti della Comunicazione che col loro lavoro, in quest'ora in cui l'umanità sembra vagare nel buio e l'offuscamento di tanti valori, pur fra molteplici tensioni e divisioni arricchiscono la vita di tante persone e, soprattutto, tengono vivo l'anelito alla Fraternità Universale.
Quanto al mio sogno - ormai irrealizzabile - mi consola e mi dà gioia sentirmi in compagnia dell'Apostolo Paolo, il primo cristiano che, secondo Chiara Lubich, «in una cultura ostile ha avuto il coraggio di farsi, per così dire, "mezzo di comunicazione" di un Messaggio Alto», e che, - si è certi - se vivesse in questi nostri tempi, come me, gli piacerebbe essere un Giornalista.