Piazza Catuma dall'alto
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Vita di città

Montepulciano: «Mercato coperto e centro storico di Andria»

E ringraziando il consigliere Grumo chiede: «Si adoperi per eliminare le orrende e pericolose palme dal chiostro del monastero della Madonna dei Miracoli»

«Le parole rivoltemi dal consigliere comunale e provinciale della Lega, Gianluca Grumo -sottolinea lo storico ambientalista Nicola Montepulciano-, mi giungono alquanto gradite e colgo l'occasione per una disamina, seppur veloce, su diversi luoghi del Centro Storico e altri che, pur trovandosi lontano dal Centro Storico, possono essere assimilati a questo. Nel 1993 il Comitato per la Tutela e Valorizzazione del Centro Storico, viste le rammaricanti condizioni in cui si trovavano varie piazze, mi chiese un parere sull'assetto del verde in piazza Duomo e piazza La Corte. Fu ritenuto pregevole (venne pubblicato sul periodico "La Voce di Andria" giugno- luglio 1993) e fu quasi interamente attuato ma con gradualità come suggerito. Non ho mai menato vanto di questo prima d'ora, per il semplice fatto che ho sempre ritenuto mio dovere di cittadino dare un contributo di idee alla mia città, così come il prof. Riccardo Suriano, non solo per quanto riguarda la grande, quattrocentesca sala di via Flavio Giugno (Mercato coperto) ma per tutto l'intero borgo di S. Agostino. Ci furono, in periodi precedenti e seguenti, altri lavori nel Centro Storico, tutti realizzati, a dir poco, in modo discutibile: piazza Catuma (è bene chiamarla sempre così e non con altra denominazione. E' la nostra storia e dobbiamo ricordarla), tanto criticati dal compianto prof. Vincenzo Schiavone, valentissimo studioso della Storia di Andria. Non ricordo da quale studioso fu criticato l'orrendo assetto di piazza Melillo, dove furono messi a dimora i soliti spregevoli pini e, realizzato, come pavimento, un manto bituminoso. Bella gloria per il sindaco di allora! Anche per questa piazza a suo tempo elaborai una ipotesi di assetto, pubblicato sul periodico "Andria- i fatti, le idee, le opinioni" diretto dall'indimenticabile Michele Palumbo. Non fu tenuto in considerazione! Non ricordo in che anno si procedette all'irrazionale messa a dimora di alberi da ombra in P.zza Sant'Agostino e quando avvenne il blocco dei lavori di palazzo Ieva per la denunzia di un tale riguardante non so che cosa, blocco che ha lasciato deturpata per sempre la piazzetta. Mi fu detto che era prevista la ricostruzione in anastilosi. Sarebbe bello portare a termine quel progetto. Per questi e altri lavori anche nella parte moderna della città facciamo ridere mezzo mondo. Ho scritto in altro intervento il disappunto della Storica dell'Arte, Clara Gelao, per l'uso che se ne fa della grande sala quattrocentesca di via Flavio Giugno, non aggiungo altro se non che sarebbe opportuno consultarla prima di avviare i lavori che, mi auguro, siano di semplice restauro e non riqualificazione o altro. Chissà se sia possibile creare un qualche collegamento storico-architettonico fra Castel del Monte e i capitelli della sala quattrocentesca di via Flavio Giugno. Un altro caso che suscita perplessità e disappunto ( e risate, aggiungo io ) nei visitatori è costituito dalla presenza delle palme nel chiostro dell'ex monastero dei Benedettini della Madonna dei Miracoli. Mi fu riferito che quando il prof. Michele Mirabella lo visitò, disse:<< Che c'entrano queste palme?>> Ecco, colgo l'occasione per rivolgere l'invito all'amico Gianluca Grumo (tale lo considero, ormai), in qualità di consigliere provinciale, di adoperarsi per eliminare le orrende e pericolose palme dal chiostro (non siamo a Miami Beach). Dovesse riuscirci sarei io a rivolgergli il plauso e riceverà plausi anche dagli studiosi. Renderebbe meno ridicola la nostra città», conclude l'ambientalista Nicola Montepulciano.
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