
Cronaca
Le scuse di Tata Italia: «Quanto accaduto estraneo ai valori aziendali»
Il presunto episodio di omofobia il 30 aprile nel punto vendita di Andria
Andria - martedì 5 maggio 2015
5.55
«Ringraziamo e condividiamo le ragioni di chi si è schierato a favore dell'integrazione e contro ogni forma di razzismo e omofobia. A tutte le persone che si sono sentite offese o toccate, direttamente o indirettamente, chiediamo sinceramente scusa». Si conclude così la nota di Tata Italia, nota azienda di calzature italiane, dopo il presunto episodio di omofobia perpetrato nel punto vendita del Centro Commerciale di Andria, ai danni di due giovani uomini che avevano chiesto alcune informazioni ai commessi (Articolo AndriaViva 4 maggio).
«In merito ai fatti di recente accaduti presso il punto vendita Tata Italia di Andria - scrivono in una nota ufficiale i responsabili nazionali - a seguito dei quali nei confronti della nostra azienda sono state mosse accuse di omofobia, Tata Italia Spa nello scusarsi ufficialmente, ci tiene a precisare che quanto accaduto è estraneo a quelli che sono i valori dell'azienda. Le persone in Tata Italia, siano esse clienti, dipendenti o altro sono tutte uguali, senza distinzioni di sesso, orientamento sessuale, razza, religione o credenze. Non possiamo cancellare quanto successo - hanno concluso - ma possiamo chiedere scusa a nome dell'azienda e a nome dei dipendenti del punto vendita di Andria, nei confronti dei quali l'azienda procederà con opportuni provvedimenti disciplinari».
«In merito ai fatti di recente accaduti presso il punto vendita Tata Italia di Andria - scrivono in una nota ufficiale i responsabili nazionali - a seguito dei quali nei confronti della nostra azienda sono state mosse accuse di omofobia, Tata Italia Spa nello scusarsi ufficialmente, ci tiene a precisare che quanto accaduto è estraneo a quelli che sono i valori dell'azienda. Le persone in Tata Italia, siano esse clienti, dipendenti o altro sono tutte uguali, senza distinzioni di sesso, orientamento sessuale, razza, religione o credenze. Non possiamo cancellare quanto successo - hanno concluso - ma possiamo chiedere scusa a nome dell'azienda e a nome dei dipendenti del punto vendita di Andria, nei confronti dei quali l'azienda procederà con opportuni provvedimenti disciplinari».