
Sport
Langella, la dura legge del calcio ha colpito ancora: "Puniti da un episodio"
Il presidente Montemurro a muso duro sulle critiche al ds Doronzo: "Del tutto ingiustificate"
Andria - domenica 29 gennaio 2017
4.01
C'è una sola parola che oggi può riassumere l'ennesimo pareggio della Fidelis Andria: rammarico. A Pagani i biancazzurri avrebbero meritato i tre punti per l'aggressività, il pressing e la reazione da vera squadra dopo il mezzo flop contro il Catanzaro; rischi ridotti praticamente a zero, ma d'altro canto i federiciani non hanno schiacciato l'acceleratore per chiudere definitivamente la gara. E così la dura legge del calcio ha affondato il suo duro colpo, condannando il team andriese alla sesta gara consecutiva senza vittorie.
Mister Langella, che oggi ha sostituito lo squalificato Favarin, è piuttosto rammaricato ma sottolinea anche l'ottima prova della squadra: «Abbiamo avuto un grande approccio alla gara su un campo difficilissimo come Pagani, dopo che si era venuti da una prestazione opaca in casa. I ragazzi hanno risposto alla grande con una prestazione importante, bravi sotto l'aspetto tattico e caratteriale, cosa che ci era mancata domenica per certi frangenti. Peccato perché avevamo indirizzato la gara come volevamo noi, ma per l'ennesima volta siamo a raccontare di un pareggio che doveva essere invece una vittoria meritata. Non abbiamo subito nemmeno un tiro in porta, e per come si era messa bastava che negli ultimi dieci minuti si gestisce palla in un certo modo facendola girare di più; si poteva far salire gli esterni, invece ci siamo abbassati e abbiamo subito delle ripartenze, e se poi non la chiudi gli episodi nel calcio ti puniscono». Dopo un primo tempo ad armi pari, la Fidelis della seconda frazione ha aggredito con maggiore veemenza i padroni di casa chiudendo loro tutti gli spazi, anche se ad un certo punto i biancazzurri hanno subito il ritorno della Paganese proprio nei fatali minuto conclusivi: «È stata una settimana particolare, perché abbiamo lavorato con una formazione ipotetica dato l'evolversi del calciomercato e altri fattori, quindi non si sapeva nemmeno come potessero giocare loro. La loro fonte oggi era Pestrin, perciò non appena si tarpava lui cercavamo di ripartire. Nel secondo tempo ci siamo abbassati non avendo più la forza di stare con i quinti alti, così abbiamo lasciato l'iniziativa alla Paganese che è comunque normale visto che loro erano sotto e dovevano reagire. Non abbiamo subito nulla, eccetto quell'episodio che ci ha condannati: se non chiudi le partite, inevitabilmente le pareggi o le perdi». L'uscita anticipata per infortunio di Cicerelli, uno dei giocatori più esperti del team campano e in più di un'occasione in questa partita capace di creare la superiorità numerica, ha forse costituito un problema per la Paganese: «Cicerelli è un ottimo giocatore, uno dei pochi in questa categoria che salta facilmente l'uomo, ed è chiari che la sua uscita ha condizionato soprattutto la Paganese e agevolando noi». Come sottolinea il mister, la rete di Tartaglia non è frutto del caso ma di uno schema già provato e oggi ben costruito: «Avendo una squadra abbastanza fisica e anche un problema realizzato che comunque stiamo cercando di risolvere con diverse soluzioni, è chiaro che lavoriamo molto sulle palle inattive. Nella situazione del gol, noi cerchiamo sempre di attaccare il primo palo e andando sul secondo per un'eventuale spizzata che oggi è riuscita. Dal punto di vista difensivo siamo una delle migliori squadre della categoria per la fisicità e personalità dei giocatori che abbiamo a disposizione».
Ha seguito le sorti della sua squadra da vicino, gioito e sofferto insieme ad essa: il presidente della Fidelis, Paolo Montemurro, a fine gara sottolinea quanto la squadra meritasse la vittoria è ribadisce che, oltre al tanto atteso centravanti, non dovrebbero esserci altre rivoluzioni nella rosa: «Il nostro obiettivo è puntellare la squadra laddove è stata meno performante fino a questo momento: in attacco abbiamo bisogno di una punta che sappia concretizzare e attaccare la profondità. Non abbiamo comunque grandi necessità, poiché la squadra è assolutamente in linea con gli obiettivi stagionali; troppi stravolgimenti a gennaio, poi, non possono garantire sicurezza a livello di risultati. A proposito del coro di disapprovazione nei confronti del direttore sportivo Doronzo, ritengo invece che sta operando molto bene, perciò allo stato attuale considero ingiustificate le critiche. La società non ha mai promesso fumo: il nostro obiettivo stagionale è di rientrare tra le prime dieci per i playoff, e a parte i primi risultati altalenanti direi che siamo tra il settimo e l'ottavo posto ormai da parecchie giornate. Ritengo deplorevole le offese neo confronti di chi sta operando seriamente». Trattando di un tema extracalcistico, Montemurro, sostenitore della governance di Gabriele Gravina e del relativo format innovativo a 60 squadre, svela qualche problema relativo al mantenimento della formula attuale: «Il formato a 60 squadre è una grossa conquista della governance attuale, ma nell'ultima riunione si è evidenziato che se non ci saranno le condizioni per cui qualche squadra possa proseguire il campionato, allora si fa presto a fare un passo indietro, poiché il problema maggiore per le squadre di Lega Pro è la sostenibilità. Nell'ultimo incontro sono emerse molte situazioni preoccupanti soprattutto per il futuro. Le società operano sacrifici e impegni per sostenere anche il settore giovanile, e qui a Pagani ad esempio non si è sostenuti nemmeno dagli incassi e da un pubblico che quantomeno permetta di attutire il colpo, e ciò significa riversare tutto sulle società. Probabilmente in futuro scenderà il numero degli over per garantire più spazio ai giovani».
Mister Langella, che oggi ha sostituito lo squalificato Favarin, è piuttosto rammaricato ma sottolinea anche l'ottima prova della squadra: «Abbiamo avuto un grande approccio alla gara su un campo difficilissimo come Pagani, dopo che si era venuti da una prestazione opaca in casa. I ragazzi hanno risposto alla grande con una prestazione importante, bravi sotto l'aspetto tattico e caratteriale, cosa che ci era mancata domenica per certi frangenti. Peccato perché avevamo indirizzato la gara come volevamo noi, ma per l'ennesima volta siamo a raccontare di un pareggio che doveva essere invece una vittoria meritata. Non abbiamo subito nemmeno un tiro in porta, e per come si era messa bastava che negli ultimi dieci minuti si gestisce palla in un certo modo facendola girare di più; si poteva far salire gli esterni, invece ci siamo abbassati e abbiamo subito delle ripartenze, e se poi non la chiudi gli episodi nel calcio ti puniscono». Dopo un primo tempo ad armi pari, la Fidelis della seconda frazione ha aggredito con maggiore veemenza i padroni di casa chiudendo loro tutti gli spazi, anche se ad un certo punto i biancazzurri hanno subito il ritorno della Paganese proprio nei fatali minuto conclusivi: «È stata una settimana particolare, perché abbiamo lavorato con una formazione ipotetica dato l'evolversi del calciomercato e altri fattori, quindi non si sapeva nemmeno come potessero giocare loro. La loro fonte oggi era Pestrin, perciò non appena si tarpava lui cercavamo di ripartire. Nel secondo tempo ci siamo abbassati non avendo più la forza di stare con i quinti alti, così abbiamo lasciato l'iniziativa alla Paganese che è comunque normale visto che loro erano sotto e dovevano reagire. Non abbiamo subito nulla, eccetto quell'episodio che ci ha condannati: se non chiudi le partite, inevitabilmente le pareggi o le perdi». L'uscita anticipata per infortunio di Cicerelli, uno dei giocatori più esperti del team campano e in più di un'occasione in questa partita capace di creare la superiorità numerica, ha forse costituito un problema per la Paganese: «Cicerelli è un ottimo giocatore, uno dei pochi in questa categoria che salta facilmente l'uomo, ed è chiari che la sua uscita ha condizionato soprattutto la Paganese e agevolando noi». Come sottolinea il mister, la rete di Tartaglia non è frutto del caso ma di uno schema già provato e oggi ben costruito: «Avendo una squadra abbastanza fisica e anche un problema realizzato che comunque stiamo cercando di risolvere con diverse soluzioni, è chiaro che lavoriamo molto sulle palle inattive. Nella situazione del gol, noi cerchiamo sempre di attaccare il primo palo e andando sul secondo per un'eventuale spizzata che oggi è riuscita. Dal punto di vista difensivo siamo una delle migliori squadre della categoria per la fisicità e personalità dei giocatori che abbiamo a disposizione».
Ha seguito le sorti della sua squadra da vicino, gioito e sofferto insieme ad essa: il presidente della Fidelis, Paolo Montemurro, a fine gara sottolinea quanto la squadra meritasse la vittoria è ribadisce che, oltre al tanto atteso centravanti, non dovrebbero esserci altre rivoluzioni nella rosa: «Il nostro obiettivo è puntellare la squadra laddove è stata meno performante fino a questo momento: in attacco abbiamo bisogno di una punta che sappia concretizzare e attaccare la profondità. Non abbiamo comunque grandi necessità, poiché la squadra è assolutamente in linea con gli obiettivi stagionali; troppi stravolgimenti a gennaio, poi, non possono garantire sicurezza a livello di risultati. A proposito del coro di disapprovazione nei confronti del direttore sportivo Doronzo, ritengo invece che sta operando molto bene, perciò allo stato attuale considero ingiustificate le critiche. La società non ha mai promesso fumo: il nostro obiettivo stagionale è di rientrare tra le prime dieci per i playoff, e a parte i primi risultati altalenanti direi che siamo tra il settimo e l'ottavo posto ormai da parecchie giornate. Ritengo deplorevole le offese neo confronti di chi sta operando seriamente». Trattando di un tema extracalcistico, Montemurro, sostenitore della governance di Gabriele Gravina e del relativo format innovativo a 60 squadre, svela qualche problema relativo al mantenimento della formula attuale: «Il formato a 60 squadre è una grossa conquista della governance attuale, ma nell'ultima riunione si è evidenziato che se non ci saranno le condizioni per cui qualche squadra possa proseguire il campionato, allora si fa presto a fare un passo indietro, poiché il problema maggiore per le squadre di Lega Pro è la sostenibilità. Nell'ultimo incontro sono emerse molte situazioni preoccupanti soprattutto per il futuro. Le società operano sacrifici e impegni per sostenere anche il settore giovanile, e qui a Pagani ad esempio non si è sostenuti nemmeno dagli incassi e da un pubblico che quantomeno permetta di attutire il colpo, e ciò significa riversare tutto sulle società. Probabilmente in futuro scenderà il numero degli over per garantire più spazio ai giovani».