
Attualità
La legge scioglie effettivamente, ma non può cancellare affettivamente!
Una riflessione a cura di Gianfranco Tursi, padre separato
Andria - martedì 10 novembre 2020
"Non è bene che l'uomo sia solo" (Genesi).
E' una affermazione che troviamo nel primo libro della Bibbia, laddove si narra della creazione dell'uomo. Una affermazione che costituisce il fondamento della vita di coppia e di quella famigliare. L'uomo non è stato creato per la solitudine, ma per la comunione! Di qui il desiderio della unione tra uomo e donna, in un processo di completamento della propria esistenza.
"…voglio dare un aiuto che gli sia simile…"
La donna è posta accanto all'uomo come compagna "simile" cioè con pari dignità. E questo è rivoluzionario contro ogni forma di subalternità della donna nei confronti dell'uomo.
Ma l'ordine creaturale in alcune situazioni viene tradito anche dalla legislazione: mi riferisco alle molteplici cause di separazione dove è sempre la donna ad essere tutelata, perché considerata ancora la parte debole della coppia e ciò la rafforza a tal punto da non crearsi scrupoli nel mettere alla porta il proprio coniuge, pretendendo mari e monti e soffocando l'anelito di paternità e facendo dell'affido condiviso uno scudo per strumentalizzare i figli. Tutto per la donna e solo la donna. E l'uomo si ritrova nuovamente solo, rotolando sui marciapiedi dell'indifferenza istituzionale, rifugiandosi nella casa paterna, tornando ad essere figlio e non più padre. E così si precipita nell'angoscia e nella inutilità della vita!
Ora mi domando: c'è qualcuno disposto ad ascoltare non solo le ragioni ma anche il dolore di un uomo che più non essendo marito resta pur sempre padre? C'è qualcuno capace di mettere in discussione un sistema che provoca disuguaglianze e ingiustizie perpetrate nei confronti di uomini soli? La legge ha un'anima?
Nella giurisprudenza c'è un principio che deve essere tenuto in considerazione sempre e da tutte le istituzioni: "Maximum ius, maxima iniuria": l'applicazione fredda, asettica ed indifferenziata della legge è la più grande offesa all'uomo! E' vero la separazione a volte è una scelta obbligata per evitare di farsi del male o perché una storia finisce, ma a questa si deve arrivare con coscienza e senso di responsabilità. In una delle ultime edizioni del Festival di Sanremo vi fu una canzone il cui ritornello diceva più o meno così: "Bisogna sapersi amare, bisogna sapersi lasciare". E ciò può avvenire solo tra persone mature! E quando di mezzo ci sono i bambini la legge scioglie effettivamente, ma non può cancellare affettivamente! Il diritto del bambino a godere della figura e dell'amore del padre non può essere negato da nessuna istituzione, ordinanza o sentenza.
Pertanto lancio il mio appello a quanti soffrono a causa della scarsa considerazione che la legge riserva ai padri separati: mettiamo insieme, alziamo la voce e gridiamo con forza quanto detto da Dio nel libro della Genesi: "Non è bene che l'uomo sia solo!".
Gianfranco Tursi
E' una affermazione che troviamo nel primo libro della Bibbia, laddove si narra della creazione dell'uomo. Una affermazione che costituisce il fondamento della vita di coppia e di quella famigliare. L'uomo non è stato creato per la solitudine, ma per la comunione! Di qui il desiderio della unione tra uomo e donna, in un processo di completamento della propria esistenza.
"…voglio dare un aiuto che gli sia simile…"
La donna è posta accanto all'uomo come compagna "simile" cioè con pari dignità. E questo è rivoluzionario contro ogni forma di subalternità della donna nei confronti dell'uomo.
Ma l'ordine creaturale in alcune situazioni viene tradito anche dalla legislazione: mi riferisco alle molteplici cause di separazione dove è sempre la donna ad essere tutelata, perché considerata ancora la parte debole della coppia e ciò la rafforza a tal punto da non crearsi scrupoli nel mettere alla porta il proprio coniuge, pretendendo mari e monti e soffocando l'anelito di paternità e facendo dell'affido condiviso uno scudo per strumentalizzare i figli. Tutto per la donna e solo la donna. E l'uomo si ritrova nuovamente solo, rotolando sui marciapiedi dell'indifferenza istituzionale, rifugiandosi nella casa paterna, tornando ad essere figlio e non più padre. E così si precipita nell'angoscia e nella inutilità della vita!
Ora mi domando: c'è qualcuno disposto ad ascoltare non solo le ragioni ma anche il dolore di un uomo che più non essendo marito resta pur sempre padre? C'è qualcuno capace di mettere in discussione un sistema che provoca disuguaglianze e ingiustizie perpetrate nei confronti di uomini soli? La legge ha un'anima?
Nella giurisprudenza c'è un principio che deve essere tenuto in considerazione sempre e da tutte le istituzioni: "Maximum ius, maxima iniuria": l'applicazione fredda, asettica ed indifferenziata della legge è la più grande offesa all'uomo! E' vero la separazione a volte è una scelta obbligata per evitare di farsi del male o perché una storia finisce, ma a questa si deve arrivare con coscienza e senso di responsabilità. In una delle ultime edizioni del Festival di Sanremo vi fu una canzone il cui ritornello diceva più o meno così: "Bisogna sapersi amare, bisogna sapersi lasciare". E ciò può avvenire solo tra persone mature! E quando di mezzo ci sono i bambini la legge scioglie effettivamente, ma non può cancellare affettivamente! Il diritto del bambino a godere della figura e dell'amore del padre non può essere negato da nessuna istituzione, ordinanza o sentenza.
Pertanto lancio il mio appello a quanti soffrono a causa della scarsa considerazione che la legge riserva ai padri separati: mettiamo insieme, alziamo la voce e gridiamo con forza quanto detto da Dio nel libro della Genesi: "Non è bene che l'uomo sia solo!".
Gianfranco Tursi