La Baracca Federico Di Corato
La Baracca Federico Di Corato
Vita di città

“La baracca”, un talento andriese alla regia del cortometraggio

Presentato in prima mondiale al Festival del Film di Locarno il corto di Federico Di Corato e Alessandro De Leo

E' Federico Di Corato, insieme ad Alessandro De Leo, il giovane talento andriese che ha debuttato al Festival di Locarno nella sezione "Pardi di domani" con il cortometraggio La baracca, dove sentirsi al sicuro. Dopo la separazione dei genitori, due fratellini vengono lasciati al loro destino nella casa della nonna, in una paese dell'Italia meridionale. I bambini, che sono muniti di una telecamera, cercano di conoscere i ragazzi del posto e familiarizzare con il luogo, costruendosi una piccola casetta di legno, la baracca appunto.

Abitazione "sicura" in una desolante periferia dove sentirsi liberi, indipendenti e non giudicati dagli altri. Sono questi gli intenti morali dei giovani autori del corto. Il rifugio diventa consolazione dell'essere stati lasciati soli nel lungo cammino della vita. Le riprese fatte dai bambini non sono solamente un gioco ma diventano un focale aiuto per superare questo triste momento e guardare al futuro con speranza e consapevolezza di superare questo triste distacco.

Federico Di Corato è nato ad Andria nel 1991 dove ha frequentato una scuola superiore di studi classici prima di trasferirsi a Milano per iscriversi alla Nuova Accademia di Belle Arti (NABA). E 'membro del collettivo di sperimentazione grafica e audiovisiva Nowahuta. La Capanna, che ha scritto e diretto, è la prima parte di una trilogia sull'estetica e formati del cinema amatoriale. Alessandro De Leo è nato invece a Milano nel 1990 e ha acquisito un diploma da ITSOS Albe Steiner per poi specializzarsi presso la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA). Ha diretto una serie di video per artisti del panorama musicale milanese. Nel 2014 ha fondato la sperimentazione e produzione collettiva audiovisiva Per Ragazzi.

«L'obiettivo di "La baracca" è di ricercare il significato di concetti fondati nella nostra cultura - dicono i registi - come la casa o la famiglia, e filtrare attraverso la condizione naturale dell'infanzia. La videocamera amatoriale attraverso la quale i bambini osservano il mondo rappresenta un occhio cinematografico immaturo ma sincero e una sorta di sostegno documentata di eventi appartenenti ad una memoria perduta». Il cortometraggio è inoltre in concorso per la nomination all'European Film Award 2014.
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