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Attualità

L’oratorio Sant’Annibale Maria di Francia, trasformato in un museo di arte contemporanea

Gli artisti, Palumbo e Carloni, hanno realizzato dipinti affrescati sui muri, per trasmettere un messaggio di speranza e solidarietà

Dopo la celebre musica di Claudio Baglioni, che permise di far rivivere un luogo dimenticato dove potersi ristorare anche nell'anima, arriva la maestria di valenti pittori contemporanei italiani del nostro tempo a favore di un nuovo progetto diocesiano, "Senza Sbarre".

Si tratta di due noti artisti, Alessandra Carloni e Ciro Palumbo che hanno abbellito le mura dell'oratorio Sant'Annibale Maria di Francia e l'Auditorium "Riccardo Baglioni", con dipinti dedicati ai detenuti, trasmettendo loro un messaggio di speranza; infatti le immagini raccontano delle stanze che metaforicamente indicano alcune persone chiuse nei loro pregiudizi ma anche quel bisogno di liberarsene, concedendosi un'altra possibilità.
L'obiettivo del progetto, consiste nel ridare la giusta dignità a chi ha commesso un errore, attraverso l'ascolto, l'accoglienza nelle comunità parrochiali, l'housing e il reinserimento lavorativo. Inoltre, l'intento è anche quello di arginare l'esclusione sociale con ripercussioni negativi sulla vita della propria famiglia e sul rientro nella comunicittà di appartenenza e di reintegrazione sociale. Partendo proprio dalla pregressa esperienza di alcune parrocchie andriesi: Santa Maria Addolorata alle Croci, SS. Sacramento e San Riccardo.

Il progetto si sta concretizzando con la creazione di un centro sociale rieducativo diurno, specializzato nello sviluppo di programmi rieducativi personalizzati per detenuti soggetti a misure alternative al carcere, ai detenuti in regime di semilibertà o ammessi al lavoro esterno, detenuti in regime di detenzione domiciliare o di affidamento in prova al Servizio Sociale, imputati in regime di arresti domiciliari ed ex detenuti.

Sostenitore di questa lodevole iniziativa è Don Riccardo Agresti che non ha mai smesso in questi anni di lottare per il bene della sua città, come aiutare, appunto, carcerati e detenuti in un percorso di recupero, ed è proprio ora che il suo viaggio all'Oratorio volge al termine, ha voluto coinvolgere artisti per lasciare un segno in un luogo che non tutti ancora conoscono.

Un'arte che salva, il cui scopo è quello di concentrarsi sulla bellezza e la forza delle persone che stanno vivendo momenti difficili, con la speranza che possano superare un'altra barriera ossia quella fatta di pregiudizi e stigmatizzazione.
Infatti, il progetto continuerà a coinvolgere altri artisti che giungeranno alla masseria, sita in contrada Vittore, per donare e mettere al servizio dei carcerati, la propria arte.
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