Commento
Gli uomini in divisa pagano il prezzo della loro abnegazione al dovere
Se lo Stato non si ricorda dei suoi servitori
Andria - mercoledì 12 febbraio 2020
6.07
I primi ad accorrere sono stati i colleghi di Andria insieme ai carabinieri della stazione di Ruvo di Puglia. La scena dell'auto avvolta dalle fiamme, le sirene degli allarmi che suonano a distesa, i vetri sparsi dappertutto e gli infissi per strada sono diventati ormai un copione abituale per i militari in servizio nella città Fidelis. L'ennesima intimidazione, la terza nel giro di poco più di un anno e mezzo fa capire chiaramente il livello di determinazione cui è giunta la criminalità del territorio.
Confidando nell'impunità, certi che questo genere di reati, se fatti bene –stiamo parlando di bombe ad alto potenziale- non portano alle dovute conseguenze giudiziarie, in dubbio pro reo ricorda l'antico brocardo penale, fanno scaturire il palpabile sgomento misto ad una mal celata rassegnazione, che ha pervaso quanti si sono precipitati a dare la propria solidarietà al vice brigadiere dei Carabinieri, che ha pagato con l'auto distrutta alle ore 2:30 di una notte neanche tanto fredda di febbraio, il tributo della sua abnegazione al dovere.
Già, quel dovere che spesso non ti ricorda se il servizio da svolgere è feriale o festivo, se fatto quando sarebbe meglio stare a casa per festeggiare un evento, piuttosto che stare per strada a compiere il proprio lavoro: dare sicurezza ai cittadini.
Non è un caso che ormai la Caserma di Andria è considerata una sorta di Fort Apache: fuori ci sono loro, i delinquenti, quelli spavaldi che rispondono a tono quando li fermi per i controlli o li arresti dopo che hanno compiuto l'ennesimo colpo o il furto d'auto andato male.
Lavorare in strutture non idonee, senza avere il previsto spogliatoio o la mensa di servizio, arrabattare il computer dal collega per scrivere la relazione, vedere l'auto di servizio ancora con quella piccola riparazione da effettuare, sono quei segnali che rivelano che qualcosa non va, che lo Stato non è vicino, non dedica quella dovuta attenzione per chi lo serve, senza infingimenti ma solo con spirito di servizio.
Da tempo sono pure state dismesse le stanze che un tempo fungevano da dormitori: utilizzate per i militari scapoli, erano il porto sicuro per potersi riposare tra un turno ed un altro, magari quando non ti andava di ritornare a casa, appositamente per farti una doccia. Già le docce: un oscuro desiderio misto a rassegnazione. Neanche a parlarne, come per i bagni confortevoli e servizi igienici adeguati: chimere lontane nella Caserma di viale Gramsci, ormai in procinto di essere demolita, in quanto i proprietari, dopo aver inviato lo sfratto per finita locazione, attendono con impazienza lo sgombero dell'immobile.
Adesso si spera che le indagini che stanno compiendo i RIS, con i rilievi sull'esplosivo utilizzato e qualche telecamera della zona, riescano a dare qualche ipotesi investigativa su cui concentrarsi e lavorare. Già il lavoro, quello che non manca mai alla Compagnia Carabinieri di Andria.
Confidando nell'impunità, certi che questo genere di reati, se fatti bene –stiamo parlando di bombe ad alto potenziale- non portano alle dovute conseguenze giudiziarie, in dubbio pro reo ricorda l'antico brocardo penale, fanno scaturire il palpabile sgomento misto ad una mal celata rassegnazione, che ha pervaso quanti si sono precipitati a dare la propria solidarietà al vice brigadiere dei Carabinieri, che ha pagato con l'auto distrutta alle ore 2:30 di una notte neanche tanto fredda di febbraio, il tributo della sua abnegazione al dovere.
Già, quel dovere che spesso non ti ricorda se il servizio da svolgere è feriale o festivo, se fatto quando sarebbe meglio stare a casa per festeggiare un evento, piuttosto che stare per strada a compiere il proprio lavoro: dare sicurezza ai cittadini.
Non è un caso che ormai la Caserma di Andria è considerata una sorta di Fort Apache: fuori ci sono loro, i delinquenti, quelli spavaldi che rispondono a tono quando li fermi per i controlli o li arresti dopo che hanno compiuto l'ennesimo colpo o il furto d'auto andato male.
Lavorare in strutture non idonee, senza avere il previsto spogliatoio o la mensa di servizio, arrabattare il computer dal collega per scrivere la relazione, vedere l'auto di servizio ancora con quella piccola riparazione da effettuare, sono quei segnali che rivelano che qualcosa non va, che lo Stato non è vicino, non dedica quella dovuta attenzione per chi lo serve, senza infingimenti ma solo con spirito di servizio.
Da tempo sono pure state dismesse le stanze che un tempo fungevano da dormitori: utilizzate per i militari scapoli, erano il porto sicuro per potersi riposare tra un turno ed un altro, magari quando non ti andava di ritornare a casa, appositamente per farti una doccia. Già le docce: un oscuro desiderio misto a rassegnazione. Neanche a parlarne, come per i bagni confortevoli e servizi igienici adeguati: chimere lontane nella Caserma di viale Gramsci, ormai in procinto di essere demolita, in quanto i proprietari, dopo aver inviato lo sfratto per finita locazione, attendono con impazienza lo sgombero dell'immobile.
Adesso si spera che le indagini che stanno compiendo i RIS, con i rilievi sull'esplosivo utilizzato e qualche telecamera della zona, riescano a dare qualche ipotesi investigativa su cui concentrarsi e lavorare. Già il lavoro, quello che non manca mai alla Compagnia Carabinieri di Andria.