Luigi Panarelli, allenatore Fidelis Andria
Luigi Panarelli, allenatore Fidelis Andria
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Fidelis Andria, mister Panarelli si racconta: «Lotto per tornare subito in campo»

Da circa due settimane il tecnico è in isolamento per la positività al covid

La sensazione di sentirsi un leone in gabbia, con la voglia irrefrenabile di tornare a respirare il profumo del terreno di gioco e guidare la sua squadra. Da circa due settimane, il tecnico della Fidelis Andria Luigi Panarelli è in isolamento a causa della positività al covid e non ha potuto essere in panchina nelle ultime due trasferte contro Nardò e Team Altamura. In queste due gare la squadra è stata guidata dal vice-allenatore Salvatore D'Alterio, che nel post-partita del "Tonino D'Angelo" ha dedicato la vittoria proprio a Panarelli, tra i grandi artefici della splendida stagione biancazzurra. Partiti con l'obiettivo primario di raggiungere una salvezza tranquilla, i biancazzurri hanno messo in scia tanti risultati positivi che al momento stanno fruttando il terzo posto e un posto nei playoff: nelle ultime quattro gare della regular season Panarelli vorrà esserci per completare l'opera.

«Non sto ancora benissimo, - ha raccontato l'allenatore nel corso di un'intervista curata dall'ufficio stampa della Fidelis - ma bisogna lottare perché voglio tornare al più presto al mio habitat naturale che è il campo: guardare una partita da casa è completamente diverso, mi sento disarmato perché non posso intervenire quando vorrei. Mi sento costantemente con i miei collaboratori e questo mi fa stare meglio in quei cento minuti della gara, in queste due partite c'è stata una grande intesa».

Panarelli analizza la vittoria di Altamura, importantissima in chiave playoff: «È stata una partita molto importante e concreta, di una squadra matura che sin dall'inizio ha voluto portare a casa il risultato pieno. Sapevamo dell'importanza di questa partita: per l'Altamura era una gara da dentro o fuori (in chiave playoff, ndr), per noi invece la prosecuzione di un percorso di crescita. Abbiamo vinto anche avendo molta pazienza durante la gara: nel primo tempo abbiamo fatto una grande fase di non possesso ma potevamo concretizzare di più, nel secondo tempo siamo rientrati in campo più convinti e non ci siamo disuniti. Chi è entrato in corsa lo ha fatto benissimo, a dimostrazione del fatto che il nostro gioco non cambia anche con interpreti diversi. I ragazzi lavorano alacremente durante la settimana per farsi trovare pronti: questo è motivo di orgoglio per un allenatore e il suo staff».

Domenica si torna al "Degli Ulivi" dopo due trasferte consecutive: arriva il Portici, reduce da un ottimo periodo di forma che ha permesso ai campani di credere con più convinzione alla salvezza: «Adesso viene la parte difficile: domenica ci aspetta una partita dura contro una squadra in salute, l'unica del girone che nelle ultime tre partite ha fatto altrettante vittorie. Ha inoltre uno dei migliori attacchi del campionato e va sempre in gol, ne ha fatti tre a Taranto e quattro domenica scorsa. Di fronte però avrà una Fidelis che non vuole fermarsi: ci stiamo allenando benissimo e sono fiducioso nei ragazzi, stiamo preparando la gara anche sotto il profilo delle individualità avversarie. Il Portici ha infatti giocatori importanti e gli ultimi risultati hanno portato entusiasmo in vista della salvezza. Spero di esserci, mi mancano il campo e la squadra».

Uno dei punti di forza della Fidelis in questa stagione è la solidità difensiva: i biancazzurri hanno la miglior difesa di tutta la Serie D con 18 reti subite (assieme al Monterosi del girone G). «È un dato importante, - spiega Panarelli - nel calcio si dice che la miglior difesa fa vincere il campionato e il miglior attacco fa vincere le partite. Quando attacchiamo, i difensori sono i primi attaccanti e quando difendiamo gli attaccanti sono i primi difensori: io la penso così da quando sono arrivato qui, per cercare di esprimere il nostro calcio diamo molta importanza agli attaccanti che devono essere bravi a fare una fase di non possesso molto attenta, altrimenti se siamo spesso uomo contro uomo rischiamo di prendere gol. Sotto questo aspetto la squadra si esprime benissimo e sta crescendo, è il merito di un gruppo straordinario. Ora mancano quattro partite e dobbiamo cercare di restare dove siamo fino alla fine».
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