Tratto ferroviario dell'incidente
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Attualità

Disastro ferroviario Andria-Corato, presentata un'interrogazione parlamentare al Ministro dei Trasporti

Ieri, intanto, nell'aula del Senato un minuto di silenzio per ricordare le vittime della strage

«Ricordare è importante, eppure ricordare non basta, fare il massimo impegno affinché un incidente del genere non riaccada è un dovere di noi tutti». Lo afferma in una nota la senatrice del MoVimento 5 Stelle Bruna Piarulli commentando il minuto di silenzio osservato ieri nell'aula del Senato, per ricordare le vittime dell'incidente ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016 tra Andria e Corato al km 51 della tratta Bari-Barletta che costò la vita a 23 persone e il ferimento di altre 57. «Una ferita che ancora resta aperta, – aggiunge la portavoce pugliese - immagini strazianti che nessuno potrà mai dimenticare, così come nessuno potrà mai dimenticare la richiesta di verità e giustizia che proviene dalle famiglie delle vittime, cui, come Stato e come istituzioni, abbiamo il dovere di dare risposta, il dovere di chiarezza, di verità e di giustizia che dobbiamo alle vittime, ai loro cari, ma anche a tutti i cittadini italiani».

Quella della strage è una ferita ancora molto profonda, in attesa che il processo faccia emergere la verità e accerti le responsabilità. Intanto, la vicenda è stata presa in grande considerazione anche dalla Camera dei Deputati, che in data 13 luglio 2020, il giorno successivo alla ricorrenza del quarto anniversario della strage, ha visto presentare un'interrogazione parlamentare, primo firmatario Rossano Sasso della Lega, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Secondo gli interroganti, risulta evidente un problema di sicurezza sui binari ferroviari e di incolumità dei passeggeri. Poca trasparenza, sempre secondo l'interrogazione, emerge dall'affidamento diretto, senza gara d'appalto, dei servizi ferroviari a Ferrotramviaria nel 2017, atteso che le responsabilità in capo all'azienda restano ancora da accertare. Inoltre, il testo dell'interrogazione ricorda che il decreto legislativo n. 112 del 2015 e il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 5 agosto 2016, individuano le reti ferroviarie per le quali sono attribuite alle regioni le funzioni e i compiti di programmazione e amministrazione, ma le autorizzazioni e il controllo sono gestite a livello nazionale per il tramite della Ansfisa.

Nell'interrogazione parlamentare vengono ricordate le dinamiche dell'incidente, avvenuto in prossimità di una curva circondata di alberi d'ulivo: una situazione che non permise a nessuno dei macchinisti di vedere l'altro treno arrivare e di azionare i freni di emergenza. Il violento impatto provocò la morte di entrambi i macchinisti dei due treni, di un capotreno e di oltre una ventina di passeggeri, mentre tutte le altre 57 persone a bordo riportarono ferite più o meno gravi. Complicate le operazioni di soccorso soprattutto per l'assenza di una strada che portasse al luogo dell'incidente, causato dall'errore umano aggravato dall'obsoleto sistema del "blocco telefonico". Il processo per accertare le cause e le responsabilità della strage è ancora in corso, e nelle recenti udienze è emerso che il pasticcio dei convogli "bis" è accaduto per per ben 146 volte prima del disastro ferroviario. Una serie di errori che hanno generato confusione sui convogli effettivamente partiti e arrivati, cioè l'aver aggiunto al numero del convoglio la parola «bis», pur essendo lo stesso convoglio partito in anticipo rispetto al treno regolamentare dal quale aveva preso il numero e che avrebbe dovuto precederlo.

Nell'ambito del processo, la Regione Puglia è citata come responsabile civile, con conseguente revoca di tutte le costituzioni di parte civile, già ammesse, nei confronti di Ferrotramviaria spa, a conferma della gravità dei fatti.
  • Incidente ferroviario
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