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Cresce l'import di agrumi da Sudafrica e paesi del Mercosur

Frutti affetti da organismi da quarantena

Con la campagna di raccolta degli agrumi alle porte, serve alzare la guardia e i controlli rispetto alle importazioni dall'estero, visto che sono decine, nel corso del 2025, le partite di agrumi provenienti dal Sudafrica e dai paesi del Mercosur, non conformi per la presenza di Phyllosticta citricarpa, agente della macchia nera, o di altri organismi da quarantena. A darne notizia è Coldiretti Puglia, quando l'accordo con il Mercosur e l'aumento delle importazioni da paesi terzi aggravano ulteriormente la situazione, esponendo gli agricoltori europei a problematiche fitosanitarie sempre più difficili da contenere. Questo mentre dagli Usa arrivano notizie dell'utilizzo dell'antibiotico ossitetraciclina, attraverso iniezioni al tronco, per combattere un'altra malattia degli agrumi, il Citrus Greening, provocata da un batterio.

L'Unione europea deve sospendere l'ingresso di prodotti ortofrutticoli e vegetali da quei paesi che non sono in grado di garantire – afferma Coldiretti - standard fitosanitari adeguati e da paesi che utilizzano metodi di difesa vietati nell'Ue, come gli antibiotici e fitofarmaci banditi nell'agricoltura dell'Unione.
"Cresce l'allarme per le importazioni dall'estero di arance contaminate dal fungo della 'macchia nera' con il moltiplicarsi di intercettazioni di organismi nocivi presenti nelle merci importate", denuncia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che "le importazioni dall'estero di agrumi con foglia, senza che siano accompagnate da regolare passaporto verde, hanno causato tra l'altro la rapida diffusione di patologie che hanno attaccato il patrimonio arboreo e produttivo made in Italy. Ciò espone il nostro territorio agli attacchi da parte di virus alieni, come la 'tristeza' degli agrumi, che arrivano da noi a causa delle 'barriere colabrodo' dell'UE che non controlla il materiale vegetale in entrata", afferma Cavallo.

Le imprese agricole che si dedicano alla produzione di agrumi in provincia di Taranto – ricorda Coldiretti Puglia - sono 1.041, il 9% del totale dell'imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 1,9 milioni di quintali, e tale patrimonio va valorizzato attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito, considerato anche il fatto che la concorrenza sleale dei Paesi comunitari ed extracomunitari sta determinando un calo dei prezzi di vendita del 25%. In provincia di Foggia si producono 103mila quintali di arance e limoni, in un'area ad alto rischio di dissesto idrogeologico, caratterizzata da agrumeti storici.

Sotto accusa è il sistema di controllo dell'Unione Europea con frontiere colabrodo – insiste Coldiretti Puglia – che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l'ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell'Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta. Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione si moltiplica l'arrivo di virus e insetti che provocano stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale – insiste Coldiretti – anche con l'avvio di una apposita task force. Ma i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall'agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm alla quale la Commissione Europea, anche grazie al pressing di Coldiretti, sta finalmente aprendo le porte.
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