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Territorio

"Alta Murgia: un Parco per api e farfalle": le attività progettuali hanno rilevato oltre 80 specie, tra cui alcune rare

Avviata in questi giorni una importante ricerca con l'aiuto degli apicoltori del territorio

Entra nel vivo con un monitoraggio a tutto campo "Alta Murgia: un Parco per api e farfalle", progetto per la salvaguardia degli insetti impollinatori avviato dal Parco in collaborazione con Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e il Dipartimento di Biologia dell'Università di Firenze, per aumentare la conoscenza delle specie che vivono nel Parco, individuando interventi di miglioramento ambientale e pratiche di gestione delle aree forestali e agricole.
In questi giorni i ricercatori di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Università di Firenze stanno realizzando le prime indagini di campo nel territorio del Parco, in sinergia con gli apicoltori per il prelievo di campioni di miele e polline, che verranno analizzati in laboratorio per comprendere i fattori di rischio per la sopravvivenza di questi insetti legati all'uso di sostanze potenzialmente nocive in agricoltura.
«Proteggere gli impollinatori – dichiara Francesco Tarantini, presidente PNAM – è necessario per il mantenimento della biodiversità e la funzione di indicatori della qualità ambientale. Con il progetto 'Alta Murgia: un Parco per api e farfalle' diamo un contributo concreto alla loro tutela, essenziale per l'ottenimento di frutti e semi da molte colture. Fondamentale tra i risultati sarà la costruzione della Carta della Vocazione Apistica del Parco, con dati specifici sulle aree di presenza e frequentazione delle specie. Puntiamo inoltre a sensibilizzare i cittadini sull'importanza di api e farfalle, coinvolgendoli sul campo con attività di osservazione delle specie e rendendoli protagonisti della ricerca scientifica».
Il prossimo passo, al fine di raccogliere dati, è un nuovo bioblitz in programma il prossimo 15 maggio per cercare e identificare il maggior numero possibile di insetti presenti nel Parco, con il supporto dei ricercatori del progetto. Nel rispetto delle restrizioni anti-Covid, ai partecipanti sarà chiesto di caricare foto e osservazioni sulla piattaforma iNaturalist (https://www.inaturalist.org/), contribuendo attivamente alle azioni di ricerca. Il primo dei bioblitz – attività fondamentale di citizen science – si è svolto lo scorso 9 gennaio: gli utenti hanno inserito su iNaturalist ben 113 foto di insetti presenti nel loro archivio, che hanno mostrato la presenza di 78 specie nel Parco, per lo più lepidotteri (farfalle) anche appartenenti a specie protette tra cui Zerynthia cassandra, Melanargia arge, Euplagia quadripunctaria
Il progetto "Alta Murgia: un Parco per api e farfalle" è realizzato nell'ambito delle "Azioni per la protezione degli impollinatori e diffusione dell'entomofauna", identificate dalla Direttiva n.0023838 del 24-10-2019 del Ministero dell'Ambiente. La attività progettuali hanno rilevato oltre 80 specie di farfalle diurne nel territorio del Parco: un numero importante, secondo i ricercatori, data la presenza di specie rare e protette. In corso di valutazione lo stato di conservazione, per comprendere i rischi a cui le popolazioni stanno andando incontro.
Grazie al clima mite e alla diversità ambientale, l'Italia è tra le nazioni più ricche di specie, tuttavia vi sono aree in cui grava fortemente il rischio di estinzione con la scomparsa progressiva di insetti e l'assenza di informazioni sulla presenza di specie e sul loro stato di salute. A livello europeo negli ultimi decenni si registrano forti riduzioni del numero di insetti, fino al 70 % in meno, al punto da usare termini come "apocalisse degli insetti" o insectgeddon che disegnano un quadro drammatico soprattutto in alcune regioni come l'Europa centrale. Secondo i ricercatori del progetto, i dati sulle popolazioni e sul loro stato di salute in un territorio è di vitale importanza per capire come e per quanto tempo un ecosistema può funzionare in modo ottimale.
Avviato a novembre 2020, il progetto prevede webinar rivolti ad agricoltori e apicoltori sugli aspetti ecologici delle specie e volti a integrare le attività produttive con le necessità di conservazione; l'individuazione di interventi di miglioramento ambientale; la costruzione della Carta della Vocazione Apistica del Parco; pillole YouTube con la descrizione degli impollinatori e delle specie presenti nel Parco e attività di citizen science per sensibilizzare la comunità sull'importanza di tutelare api e farfalle.
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