Attualità
20 luglio 1969 - 20 luglio 2019. «Alto, vicino alla Luna»
Riflessioni di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria
Mondo - sabato 20 luglio 2019
Ci fu un momento in quei giorni in cui il mondo fu, in certo modo, come dovrebbe essere, e come tanti lo vorrebbero: un cuor solo ed un'anima sola, premessa necessaria, in ogni tempo, alla realizzazione della comunione di tutti i beni. E fu quando i tre astronauti erano in pericolo.
Dio, nella sua provvidenza, conduce la storia e vuole o permette tutto ciò che succede per i suoi fini superiori. Di certo benedice quanto è fatto da chi opera alcunché al bene dell'umanità. Ebbene Lui permise il volo dell'Apollo 13 ed anche il guasto che causò al mondo intero tanta sospensione, tanta angoscia, tanta preoccupazione per la sorte di tre nostri fratelli. La luna è lontana e da tutto il mondo la si può vedere.
Fu proprio vicino alla luna che la missione 13 cambiò programma. Fu lassù, dove tutti potevano immaginarlo, che Dio innalzò un originale, moderno ma vero e vivo crocefisso: un'equipe di tre piccoli uomini invasa di colpo dall'incertezza, dalla paura, dalla sospensione, dall'immensa solitudine, dal timore della morte. E fu quel crocefisso che, appunto per il posto strategico in certo modo visibile a tutti, ebbe la potenza di attirare tutti a sé. L'aveva detto Gesù: "Quando sarò innalzato sulla terra attirerò tutti a me". Il mondo di fatto almeno per qualche ora cambiò volto; la solidarietà che dovrebbe regnare sempre fra gli uomini emerse timida ma reale sopra ogni divisione ideologica, nazionalistica, razziale e di fede. E tutti, si può dire diedero ai tre, quanto poterono, d'aiuto materiale o spirituale. Molta parte del mondo, iniziando dall'America, divenne un tempio di preghiera. Si dimenticarono per un po' le rivalità per preoccuparsi tutti del piccolo equipaggio ed attendere ansiosi l'esito finale.
Il più grande miracolo di questo episodio fu appunto questo: riuscire a mostrarci il mondo come dovrebbe essere e darci la speranza che se lo fu per poche ore, lo potrà essere domani ininterrottamente. Il mondo s'annoia presto e perde l'interesse per ogni cosa. Così era stato anche per il terzo volo sulla luna. Chi lo risvegliò fu un grido: "Abbiamo un problema!" disse Lovell ed il mondo, come potette, si prodigò per aiutare a risolverlo.
Facciamo risuonare nel mondo, e prima di tutto al mondo dei nostri cuori, gli appelli che da tutta l'umanità divisa od affamata, sottosviluppata od in guerra, stanno salendo, e lo vedremo risvegliarsi come un dormiente sotto l'azione d'un potente tonico. Allora i cuori si fonderanno e con essi le menti. Le mani s'intrecceranno e le ricchezze si distribuiranno: avremo la comunità mondiale con nel cuore –motore soprannaturale – la comunità cristiana sulla quale aleggerà, come su quella primitiva, lo Spirito del Signore. Risentiremo finalmente alzarsi vero i cieli, ormai in via di scoperta, inni nuovi e potenti di lode, di ringraziamento a Dio testimoniato, cantato, gridato dal mondo intero.
--Così Chiara Lubich a giovani di tutto--
Dio, nella sua provvidenza, conduce la storia e vuole o permette tutto ciò che succede per i suoi fini superiori. Di certo benedice quanto è fatto da chi opera alcunché al bene dell'umanità. Ebbene Lui permise il volo dell'Apollo 13 ed anche il guasto che causò al mondo intero tanta sospensione, tanta angoscia, tanta preoccupazione per la sorte di tre nostri fratelli. La luna è lontana e da tutto il mondo la si può vedere.
Fu proprio vicino alla luna che la missione 13 cambiò programma. Fu lassù, dove tutti potevano immaginarlo, che Dio innalzò un originale, moderno ma vero e vivo crocefisso: un'equipe di tre piccoli uomini invasa di colpo dall'incertezza, dalla paura, dalla sospensione, dall'immensa solitudine, dal timore della morte. E fu quel crocefisso che, appunto per il posto strategico in certo modo visibile a tutti, ebbe la potenza di attirare tutti a sé. L'aveva detto Gesù: "Quando sarò innalzato sulla terra attirerò tutti a me". Il mondo di fatto almeno per qualche ora cambiò volto; la solidarietà che dovrebbe regnare sempre fra gli uomini emerse timida ma reale sopra ogni divisione ideologica, nazionalistica, razziale e di fede. E tutti, si può dire diedero ai tre, quanto poterono, d'aiuto materiale o spirituale. Molta parte del mondo, iniziando dall'America, divenne un tempio di preghiera. Si dimenticarono per un po' le rivalità per preoccuparsi tutti del piccolo equipaggio ed attendere ansiosi l'esito finale.
Il più grande miracolo di questo episodio fu appunto questo: riuscire a mostrarci il mondo come dovrebbe essere e darci la speranza che se lo fu per poche ore, lo potrà essere domani ininterrottamente. Il mondo s'annoia presto e perde l'interesse per ogni cosa. Così era stato anche per il terzo volo sulla luna. Chi lo risvegliò fu un grido: "Abbiamo un problema!" disse Lovell ed il mondo, come potette, si prodigò per aiutare a risolverlo.
Facciamo risuonare nel mondo, e prima di tutto al mondo dei nostri cuori, gli appelli che da tutta l'umanità divisa od affamata, sottosviluppata od in guerra, stanno salendo, e lo vedremo risvegliarsi come un dormiente sotto l'azione d'un potente tonico. Allora i cuori si fonderanno e con essi le menti. Le mani s'intrecceranno e le ricchezze si distribuiranno: avremo la comunità mondiale con nel cuore –motore soprannaturale – la comunità cristiana sulla quale aleggerà, come su quella primitiva, lo Spirito del Signore. Risentiremo finalmente alzarsi vero i cieli, ormai in via di scoperta, inni nuovi e potenti di lode, di ringraziamento a Dio testimoniato, cantato, gridato dal mondo intero.
--Così Chiara Lubich a giovani di tutto--