Niente botti di Capodanno: rispetto per chi vive il dolore a causa del covid
Una riflessione dell'ecologista andriese Nicola Montepulciano. Appello al Sindaco Bruno per una apposita ordinanza
lunedì 28 dicembre 2020
17.06
«Quest'anno nel periodo natalizio ci sono stati, per fortuna, pochissimi botti se non fosse stato per il solito imbecille che ha fatto esplodere una piccola serie di fuochi d'artificio. Gentaglia che, evidentemente, non ha rispetto o non ha provato il lancinante dolore di chi ha perso un parente per il maledetto Covid e anche per altre cause. Agli amanti del botto e del rumore sicuramente non avranno sofferto come chi si è visto privato degli affetti più cari.
C'è da sperare che, per la notte di Capodanno, non si senta nemmeno un botto per sommo rispetto verso chi quella notte decide di andare a letto per dimenticare, per qualche ora e non sentire quella tenaglia che tiene stretto lo stomaco per aver perduto il proprio congiunto senza poterlo assistere, né vederlo nell'ultimo istante di vita e neanche da morto. Se ne sono andati come scappati di casa, lasciando tutto e tutti. Un vuoto che rode lo stomaco. Non so se c'è stata una ordinanza sindacale che abbia vietato la vendita di tutti, proprio tutti, i tipi di botti, pericolosi e non. In caso contrario rivolgo una preghiera alla Sindaca Bruno di emanarla. Ho sempre provato distacco per quei c.d. "negozianti" che, pur di guadagnare soldi, allestiscono bancarelle per la vendita dei botti. Venditori di inquinamento atmosferico oltre che acustico. Ma bisogna dissentire e prendere le distanze da quelli che li comprano, in prevalenza giovani. A volte si vedono anche coppiette, di bell'apparenza, acquistare tali botti, così da palesare animi tutt'altro che rispettosi verso gli altri.
Come si sa i botti sono causa di feroci inquinamenti, con tutte le conseguenze negative per il pianeta. Quest'anno, oltre a quanto detto, c'è un motivo in più per proibirne l'uso. A detta di alcuni ricercatori, il Covid prospera benissimo con l'inquinamento. Lasciamo in pace chi quella notte vuole dormire, chi è ammalato, chi non ama sentire i botti, tanto l'anno nuovo, come sempre, non sarà diverso da quello vecchio: continueremo a vedere il virus baldanzoso a mietere vittime fino a quando il vaccino non lo contrasterà, a vedere i nostri giovani disoccupati, continueremo a pagare le tasse e vedere la città sempre più decadente, tutti i malati a sperare di guarire. Già, sperare e noi insieme a loro!»
C'è da sperare che, per la notte di Capodanno, non si senta nemmeno un botto per sommo rispetto verso chi quella notte decide di andare a letto per dimenticare, per qualche ora e non sentire quella tenaglia che tiene stretto lo stomaco per aver perduto il proprio congiunto senza poterlo assistere, né vederlo nell'ultimo istante di vita e neanche da morto. Se ne sono andati come scappati di casa, lasciando tutto e tutti. Un vuoto che rode lo stomaco. Non so se c'è stata una ordinanza sindacale che abbia vietato la vendita di tutti, proprio tutti, i tipi di botti, pericolosi e non. In caso contrario rivolgo una preghiera alla Sindaca Bruno di emanarla. Ho sempre provato distacco per quei c.d. "negozianti" che, pur di guadagnare soldi, allestiscono bancarelle per la vendita dei botti. Venditori di inquinamento atmosferico oltre che acustico. Ma bisogna dissentire e prendere le distanze da quelli che li comprano, in prevalenza giovani. A volte si vedono anche coppiette, di bell'apparenza, acquistare tali botti, così da palesare animi tutt'altro che rispettosi verso gli altri.
Come si sa i botti sono causa di feroci inquinamenti, con tutte le conseguenze negative per il pianeta. Quest'anno, oltre a quanto detto, c'è un motivo in più per proibirne l'uso. A detta di alcuni ricercatori, il Covid prospera benissimo con l'inquinamento. Lasciamo in pace chi quella notte vuole dormire, chi è ammalato, chi non ama sentire i botti, tanto l'anno nuovo, come sempre, non sarà diverso da quello vecchio: continueremo a vedere il virus baldanzoso a mietere vittime fino a quando il vaccino non lo contrasterà, a vedere i nostri giovani disoccupati, continueremo a pagare le tasse e vedere la città sempre più decadente, tutti i malati a sperare di guarire. Già, sperare e noi insieme a loro!»