Lancio di uova contro un ragazzo con disagio: deprecabile episodio nel centro storico di Andria
Lo ha raccontato il sindaco Giovanna Bruno nel suo consueto video notturno rivolto ai cittadini
domenica 1 novembre 2020
11.14
Un ragazzo con disagio è stato oggetto di bullismo alle porte del centro storico di Andria nella giornata di ieri: alcuni coetanei hanno pensato bene di "divertirsi", come se per loro fosse un gioco, lanciandogli uova addosso, per poi dileguarsi quando un adulto è intervenuto. A raccontare il deprecabile episodio è il sindaco Giovanna Bruno nel consueto video notturno ai cittadini: il gesto assurdo di questi ragazzi deve indurci a una profonda riflessione sullo stato di salute della nostra comunità dal punto di vista educativo.
«Chi si è reso responsabile di questo comportamento assurdo - racconta il sindaco - è scappato via come un codardo. Perchè quella gente è così, è codarda: ma come si fa? Dove stiamo andando? C'è un rapporto con questi ragazzi, i genitori ci parlano? Chiedono quali sono le loro frequentazioni, se sono ubriachi o hanno fatto uso di altre sostanze, si informano su quali sono i loro percorsi al di fuori di casa e della scuola? Senza criminalizzare nessuno ma condannando fermamente gesti come quello raccontato, c'è l'attenzione della nostra comunità a comprendere i motivi di questi fenomeni di degrado e come fare per intervenire? Sono i nostri figli, possono essere i nostri nipoti. C'è il dialogo con queste generazioni oppure è una cosa che non ci appartiene, basta che i nostri figli escano di casa?».
Il Primo Cittadino lancia infine un invito ai cittadini: «Interroghiamoci tutti e cerchiamo di diventare una comunità che educa: senza scoraggiarci, facciamoci forza e pensiamo che ci sono anche tanti esempi virtuosi. Le scelte politiche devono tendere al recupero della nostra comunità creando condizioni di benessere mentale e culturale».
«Chi si è reso responsabile di questo comportamento assurdo - racconta il sindaco - è scappato via come un codardo. Perchè quella gente è così, è codarda: ma come si fa? Dove stiamo andando? C'è un rapporto con questi ragazzi, i genitori ci parlano? Chiedono quali sono le loro frequentazioni, se sono ubriachi o hanno fatto uso di altre sostanze, si informano su quali sono i loro percorsi al di fuori di casa e della scuola? Senza criminalizzare nessuno ma condannando fermamente gesti come quello raccontato, c'è l'attenzione della nostra comunità a comprendere i motivi di questi fenomeni di degrado e come fare per intervenire? Sono i nostri figli, possono essere i nostri nipoti. C'è il dialogo con queste generazioni oppure è una cosa che non ci appartiene, basta che i nostri figli escano di casa?».
Il Primo Cittadino lancia infine un invito ai cittadini: «Interroghiamoci tutti e cerchiamo di diventare una comunità che educa: senza scoraggiarci, facciamoci forza e pensiamo che ci sono anche tanti esempi virtuosi. Le scelte politiche devono tendere al recupero della nostra comunità creando condizioni di benessere mentale e culturale».